Arduo compito per l’ex presidente della BCE
di Fabio Sortino
Dopo una lunga ed evitabile agonia del Governo Conte che è costato tempo e soldi per gli italiani, l’Italia sembra aver preso la strada giusta con il prestigioso incarico affidato a Mario Draghi. Ex governatore della Banca d’Italia e presidente della BCE. L’uomo che salvò l’Italia e L’Europa con la sua iniezione di liquidità che fece uscire l’Europa dalla crisi dei debiti sub prime iniziato negli Stati Uniti, nel 2008, ma che poi devastò l”Europa e l’Euro, in particolare i paesi dell’Europa meridionale, Italia compresa. Il suo “whatevery It takes” (qualunque cosa pur di salvare l’Europa) ebbe successo e Draghi ne ricavo’ un’enorme prestigio mondiale. Ora si presenta un compito altrettanto arduo al neo presidente del Consiglio: quello di salvare l’Italia da una situazione tragica. L’Italia è assediata dalla pandemia del coronavirus, da una pesantissima crisi economica sociale e, appunto sanitaria. Piu’ di 90.000 morti, una crisi economica senza precedenti e uno stato di scoraggiamento generale è l’eredità lasciata dal governo Conte, simbolo dell’immobilismo. L’avvio di Draghi è stato incoraggiante. Ha già trovato un consenso quasi unanime dal parlamento, l’Europa e il mondo hanno gioito all’elezione di Draghi, la borsa è andata su, lo spread (il differenziale tra i BTP italiani e i Bund tedeschi) è sceso sensibilmente e già con la sola fama Draghi ha fatto guadagnare all’Italiana quasi un miliardo. Certo la situazioni è tragica, c’è un calo del prodotto interno lordo del 10%, una drastica diminuzione dell’occupazione e della propensione al consumo. L’indice di povertà è aumentato e ha portato molta gente in mezzo alla strada. Per fortuna c’è venuta in soccorso l’Europa con il Recovery Plan cioè 209 miliardi in buona parte a fondo perduto che l’Italia potrà spendere per organizzare la ripresa. Uno dei compiti principali di Draghi sarà quello di spendere bene questa ingente quantità di denaro, oltre ad un piano efficiente per le vaccinazioni fin qui inefficaci. E poi non da ultimo mettere insieme una maggioranza eterogenea che va dal PD alla lega. È questa forse la sfida più difficile per l’ex presidente della BCE, come mettere insieme idee e tematiche completamente diverse.
Si dovrà superare la logica assistenzialista del precedente governo, le falle nella Sanità, rimettere in moto il sistema Italia. E poi soprattutto c’è da tirare su l’umore del paese, compatibilmente con le esigenze di prudenza della pandemia. Perché bisogna uscire da questa depressione economica, sociale ed anche psicologica. Si dovrà lottare contro il caos sanitario, contro la terribile crisi economica, incrementare quello che Draghi chiama il debito “buono”fatto di investimenti, infrastrutture, posti di lavoro, in contrapposizione al debito “cattivo” fatto di bonus e mance. Sarà, come dicevamo difficile mettere d’accordo una maggioranza quanto mai eterogenea, che rischia di spaccare il governo. Certo i punti interrogativi riguarderanno soprattutto la lega di Matteo Salvini, diventato improvvisamente europeista per fare di questo governo una piattaforma per il voto. Ma in questo se la dovrà vedere non solo con l’abilità e l’esperienza di Draghi ma anche con l’autorevolezza del presidente Mattarella.E’ anche un problema il Movimento cinquestelle che ha aderito alla maggioranza abbandonando definitivamente quelle istanze di protesta, strada che già da qualche anno ha imboccato per diventare partito di governo. Ma ci sono ancora i duri e puri che sono però una minoranza. Ci sono molti temi divisivi come con la Lega l’immigrazione. Toccherà a Draghi trasformarsi in un nuovo Einaudi per creare una nuova costituente che faccia rinascere l’Italia. Unico no quello di Fratelli d’Italia che rischia di isolarsi e diventare un partito extraparlamentare come il fu M.S.I.