“Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Mt 2,9 – 11).
Solo Matteo racconta la storia dei tre re magi, Gaspare, Melchiore e Baldassarre. Solo Renato racconta la storia del quarto re magio. Anche il quarto re magio veniva dall’oriente e anche lui portava doni al neonato re dei Giudei. Arrivò in ritardo alla casa dove si trovava il bambino, e grande fu il suo imbarazzo quando, aperto lo scrigno, si rese conto che era vuoto. Si prostrò davanti al neonato, chiese perdono, si scusò con Maria e Giuseppe: “Il mio scrigno era pieno di monete d’oro per il vostro bambino, ma io non sapevo che ci fosse tanta miseria in Palestina, non lo sapevo. Per fare l’elemosina ho aperto lo scrigno una volta, e poi un’altra volta, e mille volte ancora, e non c’è rimasto più nulla, nulla, neppure una moneta”. Giuseppe, però, lo rincuorò: “Questo scrigno vuoto è il dono più prezioso per il Bambinello”.
Renato Pierri
Quando ho scritto questa storiella, ignoravo che l’idea di un quarto re magio che arriva a mani vuote da Gesù, l’ebbe già Johannes Joergensen. Lo scrittore danese racconta di un re che portava in dono tre perle preziose, che regala lungo la strada a persone povere e malate.
Ma anche Henry Van Dyke (1852-1933) scrisse un lungo racconto sul quarto re magio… Chi ebbe l’idea per primo?
Renato Pierri