Covid-19, infanzia: Save the Children, la malnutrizione potrebbe uccidere 153 bambini al giorno nei prossimi due anni

Secondo il nuovo rapporto ‘Nutrition Critical’ 9,3 milioni di bambini sono a rischio di deperimento. L’Organizzazione chiede a governi e agenzie umanitarie un’azione immediata per contrastare la fame e la grave carenza di cibo, soprattutto nelle aree più vulnerabili

Gli effetti del Covid-19 hanno spinto il mondo sull’orlo di una crisi alimentare. Si stima che la malnutrizione, correlata alla pandemia, potrebbe uccidere una media di 153 bambini al giorno nei prossimi due anni se non si interverrà in tempo. Lo denuncia Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, nel nuovo rapporto diffuso oggi ‘Nutrition Critical’, con un allarme ulteriore: un picco nel numero di casi di malnutrizione globale indotto dal COVID-19 potrebbe portare altri 9,3 milioni[1] di bambini al deperimento, causato da uno stato di malnutrizione acuta che può condurre poi alla morte.

Prima della pandemia un bambino su 3 sotto i cinque anni soffriva di malnutrizione[2]. Quasi la metà di tutti i decessi tra i bambini di età inferiore ai cinque anni erano legati alla sottoalimentazione. L’impatto del Covid-19 ha determinato un aumento della povertà, una perdita di mezzi di sussistenza e un minore accesso ai servizi sanitari e nutrizionali, facendo innalzare i tassi di fame e malnutrizione. La pandemia potrebbe invertire anni di progressi compiuti nella battaglia contro la malnutrizione, che vede più colpiti i bambini che vivono in Asia e nell’Africa sub-sahariana, specialmente quelli nelle condizioni di maggiore povertà o che vivono in zone di crisi e conflitti.

“Prima del Covid-19, la scuola ci dava da mangiare ogni giorno, ma ora il programma si è interrotto. Spero che inizi di nuovo presto”, ha detto Nassir *, 12 anni, uno studente della regione somala dell’Etiopia. Michelle *, una bambina di 9 anni che vive nella Repubblica Democratica del Congo, ha raccontato a Save the Children della sorella Gloria * di un anno che soffre di malnutrizione. Ogni giorno la porta sulla schiena al centro sanitario per ricevere integratori alimentari. “Mia sorella è diventata davvero magra perché non mangiamo bene. Solo una volta al mattino e la sera abbiamo fame. La porto sulla schiena in clinica. Voglio solo che guarisca e vorrei mangiare due volte al giorno, mattina e sera” ha detto.

La crisi del Covid-19 minaccia di esacerbare una situazione già disastrosa: a meno che non si agisca ora, altri 168.000 bambini moriranno di malnutrizione entro la fine del 2022. Senza alcun intervento, milioni di bambini in più correranno il rischio di subire danni irreversibili alla salute a causa della mancanza di alimenti nutrienti. Le comunità vulnerabili in tutto il mondo sono già alle prese con un’estrema emergenza alimentare, poiché 11 milioni di bambini sotto i cinque anni stanno affrontando la malnutrizione o la fame estrema, soprattutto in cinque paesi/regioni del mondo definiti “hotspot della fame” – Afghanistan, Yemen, Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo e Sahel centrale (Mali, Niger e Burkina Faso) – a causa dei conflitti e degli effetti del cambiamento climatico.

Solo nello Yemen, i recenti dati delle Nazioni Unite mostrano che circa 16,2 milioni di persone dovranno affrontare alti livelli di grave carenza di cibo all’inizio del 2021 a causa del conflitto e dell’epidemia di COVID-19. Inclusi 7,35 milioni di bambini, con una stima di 21.338 bambini a rischio di carestia.

“La crisi del COVID-19 ha portato un’ondata di nuovi casi di malnutrizione tra le comunità vulnerabili, dobbiamo fermare questa minaccia sul nascere. Per porre veramente fine alla malnutrizione e alla fame, dobbiamo affrontare le cause profonde della grave carenza di cibo. Bisogna porre fine ai conflitti, affrontare i cambiamenti climatici, costruire comunità più resilienti e garantire che gli operatori umanitari abbiano libero accesso alle comunità più vulnerabili. Investire ora può prevenire queste morti. La pandemia ci ha costretti tutti a ripensare la società in cui viviamo, dandoci la possibilità di ricostruirla al meglio e sostenere i bambini nella realizzazione del loro potenziale” ha dichiarato Gabriella Waaijman, Direttrice umanitaria di Save the Children.

Per evitare una crisi alimentare nei prossimi anni, Save the Children esorta i governi e le altre organizzazioni ad agire immediatamente. Questo significa includere i bambini nelle decisioni che hanno un impatto su di loro, compresa la salute e l’alimentazione; garantire i finanziamenti, assumendo impegni flessibili e a lungo termine per affrontare la malnutrizione; preservare e aumentare cibi essenziali, nutrizione, salute, acqua, servizi igienico-sanitari e mezzi di sussistenza fondamentali; dare priorità al sostegno umanitario in denaro e ai voucher per le famiglie al fine di aumentare il reddito familiare; affrontare urgentemente la malnutrizione nelle regioni fragili o colpite da conflitti; rafforzare i servizi sanitari e nutrizionali essenziali.

Insieme al consorzio Standing Together for Nutrition, Save the Children ha sottolineato che il 2021 è un anno fondamentale per la nutrizione. Il lancio del suo rapporto è coinciso con l’evento di lancio del Nutrition for Growth 2021, convocato dai governi del Canada e del Bangladesh, in collaborazione con quello del Giappone. L’evento ha celebrato la nuova politica e gli impegni finanziari per la nutrizione da parte di una serie di parti interessate e ha lanciato formalmente un anno di azione Nutrition For Growth, che include eventi importanti fino al vertice di Tokyo alla fine di dicembre 2021.

 

 

* Nomi modificati per proteggere le identità

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