FALSETTA (BENE COMUNE): CARLOPOLI E QUEL CASEIFICIO CONFICCATO NEL BEL MEZZO DELLA VITA SOCIALE DEL PAESE. ORA BASTA! APPELLO AL CAPITANO ULTIMO.

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In Svizzera, in 10 morirono per listeriosi, ragion per cui, lo scorso agosto, un caseificio svizzero è finito sotto inchiesta per omicidio colposo plurimo, lesioni gravi e infrazione contro la legge sulle derrate alimentari.

La tragedia potrebbe ripetersi, ma, questa volta, con una diversa connotazione logistica: la Calabria.

E’ quanto si legge in una nota diffusa dal Presidente dell’Associazione Bene Comune Calabria, l’Avv. Filomena Falsetta.

Il riferimento è al caseificio di Carlopoli, di proprietà dei F.lli Gentile.

Era l’anno 2017 quando l’Asp di Catanzaro procedette al sequestro sanitario dei prodotti contaminati da Listeria Monocytogenes giacenti presso il caseificio e richiamò quelli distribuiti nei negozi e nei ristoranti.

E’ inammissibile – spiega Falsetta – che ancora oggi quel caseificio continui a giacere indisturbato lì, in paese, incollato ad una privata abitazione, nel bel mezzo del centro abitato, a pochi passi dalla Scuola Materna, Elementare e Media, contiguo ai giardini pubblici e a locali abitualmente frequentati da tutti, nelle immediate vicinanze del Corso principale del paese, oltre che vicinissimo ad altre civili abitazioni e alla Guardia Medica.

I camion del caseificio carichi di blocchi di prodotti caseari passano “rasentando” i muri delle case, quasi a toccarle.

Quanto, invece, alle modalità di svolgimento delle attività del caseificio, ai vari profili di operatività e all’effettiva idoneità degli spazi impiegati, urge una verifica dell’impatto ambientale, in quanto strettamente correlata al rispetto del benessere comune, all’igiene e alla cura dell’habitat e degli ambienti di produzione, allo stato di salute degli animali, alla trasparenza e alla tracciabilità delle materie prime e della filiera di produzione, alla cura nel confezionamento e nella conservazione, il tutto rientrante nell’alveo della salute pubblica.

Pochi anni addietro l’Associazione Bene Comune portò la vicenda all’attenzione delle istituzioni comunali di Carlopoli, chiedendo “invano” la promozione di iniziative dirette alla valorizzazione della zona PIP del Comune, mediante il trasferimento del caseificio in questione in quell’area.

Non si comprende perché quella richiesta sia rimasta inascoltata, nonostante l’esistenza di un’area del territorio comunale destinata ad accogliere insediamenti produttivi, permettendo che quel caseificio continui “imperterrito” la propria attività di produzione appiccicato ad una privata dimora e conficcato nella vita quotidiana di una popolazione di adulti e adolescenti.

Oggi, però, non è più possibile rimanere ciechi, muti, sordi e indifferenti, v’è in gioco un elevato interesse socio-territoriale, che va oltre ogni interesse economico, ogni logica politica.

Pertanto, a fronte di un’emergenza sociale che non può essere più taciuta, rivolgo il mio accorato appello alle istituzioni regionali, in particolare al “Capitano Ultimo”, il Colonnello Sergio De Caprio nel suo attuale ruolo di Assessore all’Ambiente della Regione Calabria, noto a tutti per aver posto la sua forza a servizio dei grandi valori della vita, cingendo i suoi fianchi di libertà e giustizia, affinchè – conclude Falsetta – nell’ambito delle proprie competenze e di concerto con gli altri organi deputati, adotti tutte le misure necessarie per porvi fine, prima che sia troppo tardi.

Avv. Filomena Falsetta

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