Cura del coronavirus : una questione ideologica a danno dei cittadini

Di Fabio Sortino

In questo momento drammatico dello Stato italiano e di tutto il mondo, con centinaia di persone morte, si combatte ai danni della democrazia una vera e propria guerra ideologica. Se sei di destra pubblicizzi un dato farmaco, se sei di sinistra un altro. I no vax sono contrari ai vaccini come avrete capito, c’è chi li considera la panacea di tutti i mali, dimenticando che per testare un vaccino ci vogliono almeno 10 anni. Poi parlavamo di democrazia. Ma dove è andata a finire quando c’è un comitato tecnico scientifico che comanda calpestando gli altri professori per la loro vanità e interessi. Per non parlare poi degli interessi enormi delle case farmaceutiche.  E a proposito di trasparenza e democrazia:perché non si rendono noti i dati sulla catastrofe umanitaria che si è verificata in Italia e perché si calpesta la democrazia diretta che in caso di referendum e petizioni è assolutamente lecita, anzi legittima. Sembra che si sia creato un blocco di potere politico scientifico comunicativo che esclude tutto il resto. I cittadini non devono essere sudditi ma devono partecipare alla vita pubblica, soprattutto quando riguarda la loro salute. A parte che gli scienziati non riescono a mettersi d’accordo neanche con sé stessi. E perché il parroco della mia parrocchia, che ha indotto petizioni e fatto interviste mai pubblicate chiaramente non può dire la sua. Intanto l’economia, oltre la salute va a rotoli. E assistiamo, come l’orchestrina sul Titanic che continua a suonare mentre la nave affonda, assistiamo dicevo a tristi rappresentazioni della realtà da parte di politici che fanno finta di litigare e scienziati che pontificano. C’è la sensazione che sia dietro un grosso business a danno della popolazioni che viene narcotizzata in televisione tra talk-show e fiction. Attenzione qui non si vuole negare l’enorme dramma che sta colpendo il mondo. Ma il cittadino vuole vedere la realtà,  partecipare, rendersi edotto di quello che sta succedendo ai suoi danni. Invece qui sembra che si parli del più e del meno mentre la gente sta morendo di fame oltre che per coronavirus. Stiamo perdendo il senso della realtà e del raziocinio. Ad aprile, quando la pandemia era diffusa solo al Nord tutta l’Italia doveva stare a casa, ora per favorire l’esausto settore dei commercianti distrutto dal precedente lokdown,  si aprono i negozi creando assembramenti di cui si dà la colpa al cittadino. Si fanno statistiche agghiaccianti dove si dice che muoiono gli anziani e gli immunodepressi, neanche fossero lo scarto della società. Si continuano a ripetere gli errori gravissimi fatti dal governo come la riapertura estiva delle discoteche e il mancato potenziamento dei trasporti pubblici alla riapertura della scuola. Senza contare i mali endemici della sanità e di quella territoriale soprattutto e la paurosa improvvisazione nei primi mesi di pandemia.  E dire che ci vantiamo pure. Siamo il sesto paese al mondo per morti. C’è proprio di che vantarsi.

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