Appello al Commissario per i diritti umani (Difensore civico) della Repubblica dell’Azerbaigian presso la comunità mondiale in relazione al terrore ambientale e alla deliberata distruzione delle foreste Citta di Shusha da parte di un incendio doloso.

 

Secondo la Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 5 novembre 2001, il 6 novembre di ogni anno viene celebrato come la Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in guerra e nei conflitti armati. Evidenziamo con dispiacere che l’ecoterrorismo non aggira anche l’Azerbaigian.

In seguito all’aggressione militare dell’Armenia, negli ultimi 30 anni, sono stati causati gravi danni alla natura della Repubblica dell’Azerbaigian, ed anche alla sua biodiversità, alle risorse idriche e all’ecologia generale dei territori occupati, che hanno comportato conseguenze come distruzione e gravi danni all’ambiente.

Realizzazione di attività militari e l’uso di tipi di armi proibiti da parte delle forze armate dell’Armenia hanno portato non solo all’inquinamento fisico e chimico dell’ambiente, ma anche alla distruzione di specie rare di piante e animali, danni significativi alla flora e alla fauna.

L’inquinamento chimico delle risorse idriche ha portato alla sospensione del processo di autodepurazione di fiumi e laghi, a seguito del quale i bacini idrici si sono trasformati in una pericolosa zona morta per tutti gli organismi viventi.

Non è un caso che l’Assemblea Generale dell’Onu, nella risoluzione del 2006 “La situazione nei territori occupati dell’Azerbaijan”, abbia sollevato la questione della valutazione dell’impatto degli incendi nelle terre occupate dell’Azerbaigian sulla sicurezza ambientale regionale.

Insieme a questo, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) ha adottato la Risoluzione n. 2025 del 2016 sulla “Privazione intenzionale dell’acqua da parte dei residenti delle regioni in prima linea dell’Azerbaigian”, che richiede l’immediato ritiro delle forze armate armene dalla regione, fornendo a ingegneri e idrologi indipendenti l’accesso a ricerca in atto.

Durante questo periodo, l’Armenia ha saccheggiato le risorse naturali nei territori occupati della Repubblica dell’Azerbaigian, 163 giacimenti minerari sono stati sfruttati illegalmente, tra cui oro, mercurio, rame, piombo, zinco, carbone, nonché copertura forestale, specie rare di alberi e altre risorse.

A partire dal 27 settembre 2020, le forze armate dell’Armenia, continuando a commettere crimini contro la pace e l’umanità, sono soggette a un intenso fuoco di artiglieria da armi proibite negli insediamenti, oggetti di importanza sociale, culturale e strategica dell’Azerbaigian.

Puntando i centri abitati situati lontano dalla zona di combattimento e civili che non partecipano alle ostilità, uccidere civili, inclusi bambini e donne, bombardare monumenti storici, culturali e religiosi, cimiteri con missili balistici e artiglieria pesante riflettono solo una parte dei crimini delle associazioni militari dell’Armenia. La posizione della Repubblica dell’Azerbaigian è basata sull’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, quattro note risoluzioni delle Nazioni Unite del 1993 e le norme del diritto internazionale umanitario.

Durante del terrore ecologico dell’Armenia nei territori occupati dell’Azerbaigian per circa 30 anni, l’incendio doloso deliberato delle foreste Citta di Shusha utilizzando sostanze velenose e difficili da estinguere ha portato alla distruzione di una foresta rara.

Nel momento attuale, la distruzione dell’ecosistema unico creato da fitte foreste su una superficie di oltre 8.000 ettari, costituito da querce pregiate e perenni, ginepri, faggi, carpini, pini, noci, sta provocando un gravissimo colpo alla biodiversità endemica. Questo significa una violazione delle convenzioni internazionali adottate dall’Armenia nel campo dell’ecologia e della protezione ambientale, inclusa la Convenzione delle Nazioni Unite sulla proibizione dell’uso militare o qualsiasi altro uso ostile dei mezzi per influenzare l’ambiente. Secondo gli esperti, l’estinzione naturale e l’autoestinguenza degli incendi causati dall’uso di munizioni con fosforo bianco sembra impossibile, e tali incendi continuano per molto tempo.

Sulla base dei fatti di cui sopra, in occasione della Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in guerra e nei conflitti armati, chiediamo alle organizzazioni internazionali, comprese le organizzazioni internazionali che lavorano nel campo dell’ecologia e della protezione ambientale, di adottare misure per determinare la responsabilità legale internazionale nei confronti dell’Armenia: un paese aggressore che ha commesso terrore ambientale e per fermare, reprimere e prevenire il terrore ambientale in corso.

Sabina Aliyeva

Commissario per i diritti umani

(Difensore civico)

 La Repubblica dell’Azerbaigian

6 novembre 2020

L’appello è stato inviato al Segretario Generale delle Nazioni Unite, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, ai capi dell’UNICEF, dell’UNESCO, dell’UNDP, dell’ECOSOC, dell’Unione europea, del Consiglio d’Europa, dell’OSCE, Istituzioni internazionali ed europee dei difensori civici, l’Associazione dei difensori civici asiatici, l’Organizzazione per la cooperazione islamica e l’Associazione dei difensori civici degli stati membri di questa organizzazione, la Commissione permanente indipendente sui diritti umani dell’Organizzazione per la cooperazione islamica, la Rete europea dei difensori civici per i diritti dei bambini, l’Ufficio internazionale della pace, difensori civici di vari paesi e istituzioni nazionali per i diritti umani, ambasciate della Repubblica dell’Azerbaigian in paesi stranieri e paesi stranieri nella nostra repubblica, organizzazioni della diaspora dell’Azerbaigian, comprese le organizzazioni internazionali che lavorano nel campo dell’ecologia e della protezione ambientale.

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