LEGGE FINIS VITAE PER “VITA COMPLETATA”

 

Vecchi, che dalla notte dei tempi siete stanchi di vivere perché non più in grado di godere dei pregi della giovinezza, né dell’età adulta, non spandete più lamenti al modo dell’antico poeta greco Mimnermo, dimentico che la vecchiaia non è scaldarsi alle braci della memoria ma tenere in esercizio la mente con pensieri nuovi. Anch’essa, come diceva Albert Einstein ultrasettantenne, “ha i suoi momenti belli”.

Invecchiare è un conto, diventare vecchi un altro, comunque non lamentatevi: a voi o vecchi, si sta sin dal 2016 in Olanda provvedendo, su indicazioni governative, ad una proposta di legge a che possiate porre senza dolore il punto finale. Verrà infatti riconosciuto alle persone anziane, anche se non malate, il diritto a mettere fine alla propria vita (Repubblica, 13 ottobre 2016). E non è difficile convincervi: meglio per voi la morte, intollerabile è la sofferenza del vivere oltre i settant’anni, non per patimenti fisici e psichici ma perché la vita è ormai senza senso per stanchezza di essa. Avete forse amore, in primis quello per voi stessi, unico sortilegio contro la morte, se presente è ancora il pensiero?

Ed è anche previsto che, per tale testimonianza, non necessita il medico, solo un funzionario apposito, come per il disbrigo di una qualsivoglia operazione.

E’ il puro diritto a morire che lo Stato vuole sancire in base alla autodeterminazione del soggetto alla propria esistenza, ed esso viene concesso pure a chi malato non è ma ritiene la sua vita ormai “completata”, pertanto priva di senso.

 

Del resto non diceva Terenzio “senectus ipsa est morbus”, che la vecchiaia è per sé stessa una malattia? E non volete voi essere liberati da questa malattia?                                      Una legge annullerà la vostra sofferenza del vivere, ma renderà inutile, in Olanda e negli Stati che vorranno seguire la sua proposta, ogni ricerca geriatrica e insieme la produzione farmaceutica di quanto al benessere della vecchiaia necessita, con calo quindi di occupazione e business.

In “La soluzione” (Wip Edizioni, Bari 2011), a giudizio dell’illustre Giorgio Barberi Squarotti “dramma originalissimo come argomento, impostazione e linguaggio”, abbiamo immaginato le future generazioni, i Tek, su un altro pianeta intenti a decidere della vita dei Sap rimasti su una Terra ormai desolata e afflitti da molteplici problematiche, pertanto ritenuti “indegni” di proseguire a vivere. Andavamo oltre nel tempo, l’abbiamo, invece, già ora, pur con situazioni diverse.

L’iter olandese della “vita completata” parte da quando nel 1991 Hubert Drian, giudice della Corte Suprema, propone per i settantacinquenni rimasti soli il diritto a morire. Arriverà nel 2002 la legge sull’eutanasia per soggetti con emergenze terapeutiche. Ma proseguiranno altri lunghi dibattiti sino a giungere nel 2019 alla raccolta di firme al fine di legalizzare il suicidio assistito per persone anziane che ritengono la propria una “vita completata”.  Intanto, in piena emergenza sanitaria per il Covid 19, sono stati, in Olanda, gli anziani interpellati se volessero essere curati o lasciare che il virus facesse il suo corso (“Il Giornale”, 29 marzo 2020). Per taluni, sotto sotto, c’è da parte dell’Olanda che si ritiene “frugale”, come Belgio e altri Stati del Nord Europa, una sollecitazione ad essere seguita da quei Paesi che vengono ritenuti “non frugali”.

Facile puntare il dito, noi non lo facciamo anche perché, nel mutare della società, del modus vivendi, è scomparso il ruolo di vestale della donna su cui per millenni s’è poggiata la struttura familiare salvaguardando anche la vecchiaia.

Comunque l’ex Sant’Uffizio dichiara: “La Chiesa ritiene di dover ribadire come insegnamento definitivo che l’eutanasia è un crimine contro la vita umana poiché, con tale atto, l’uomo sceglie di causare direttamente la morte di un altro essere umano innocente… coloro che approvano leggi sull’eutanasia e il suicidio assistito si rendono complici del grave peccato che altri eseguiranno” (Repubblica, 22 settembre 2020)

“Ho perso un po’ la vista  –diceva la ultracentenaria Rita Levi Montalcini, Premio Nobel per la Medicina a 76 anni, di cui riportiamo una immagine (alami stock photo) insieme al principe svedese Bertil alla cena nel Municipio di Stoccolma –  molto l’udito. Alle conferenze non vedo le proiezioni e non sento bene. Ma penso più adesso di quando avevo vent’anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente”.

Ogni essere umano ha una mente, preziosa anche senza Premio Nobel.

Antonietta Benagiano

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