Europa, Usa e Cina: confronto tra D’Alema, Amendola, Tremonti e Massolo sugli equilibri globali in tempi di Covid

 

Un dibattito tra politici di grande rilievo sulle sorti e gli equilibri globali oggi durante la convention “#RinascitaItalia: The Young Hope“, promossa dall’associazione ‘Fino a prova contraria’ di Annalisa Chirico, moderato dalla giornalista del Corriere della Sera, Marilisa Palumbo.

Apre l’incontro l‘ex-premier Massimo D’Alema: “La globalizzazione è stato uno straordinario processo di crescita della ricchezza ma ha determinato uno squilibrio crescente tra la politica nazionale e l’economia globale. Osserviamo anche il ritorno al nazionalismo, alla difesa dei confini nazionali, al sovranismo. Non sono un sovranista, ma dobbiamo costruire un equilibrio politico di tipo pluralistico, basato sul rispetto tra le forze in campo. Se l’Occidente decide di fare del rispetto dei diritti umani uno dei criteri della sua politica, allora la politica estera deve essere coerente. Assistiamo infatti a un uso strumentale di questo temi: fino a che la Cina produceva a basso costo nessuna ha protestato, ma oggi finalmente tema viene agitato”. E poi sugli Stati Uniti: “Il presidente Trump ha detto che già a gennaio sapeva della pericolosità del Covid e non lo ha comunicato per non spaventare gli americani: è un atteggiamento molto grave. La Cina ha pagato e ha fatto pagare al mondo un alto prezzo e ha rallentato di un mese almeno l’allarme, ma questo non placa la responsabilità di come alcuni paesi hanno affrontato la pandemia quando lo hanno saputo“.

A intervenire durante il dibattito il Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola, che ha detto: “A febbraio/marzo vedevo un’Europa che discuteva del Covid senza contare l’elemento politico. Tra febbraio e luglio invece vi era un grande enigma: potevamo far sì che l’Europa crollasse o fare un’altra scelta. A marzo l’Europa era già un cadavere per tutti gli opinionisti dei quotidiani italiani. Oggi c’è una ripresa, è vero, ma è solo un primo passo. Ed è frutto di un accordo politico, che però dovrà essere implementato e sostenuto da scelte successive. Ora attendiamo le elezioni degli Stati Uniti, ma oggi la nostra identità si costruisce in un mondo multipolare”.

Presente anche l’ex-ministro Giulio Tremonti, oggi Presidente di Aspen Institute Italia: “Se pensano che superata anche questa fase di crisi, con strumenti scientifici ed economici, tutto possa tornare come prima, io credo che sia un errore tragico. E un’illusione. So che quando la storia fa una di queste svolte puoi trovarti davanti i demoni. Soprattutto se si resta in un mondo globale senza regole. Serve un accordo globale, con dentro tutti: anche la Cina. Non vedo alternative; sennò si va avanti dietro la mega trincea di cemento ignorando la forza politica del motore a scoppio“.

Ha chiuso il confronto Giampiero Massolo, Presidente dell’Istituto per gli studi di politica internazionale: “La Cina è un partner importante per tutti al di là della declinazione propria di ogni governo. Il rapporto con questo paese conviene a certe condizioni: la più importante è perché può essere un partner e non un alleato, dato che non apparteniamo all’Eurasia. Come stato siamo troppo piccoli, dobbiamo farci scudo delle istituzioni europee. La parola chiave è il concetto di reciprocità per evitare i rischi di un patto leonino e far valere il peso europeo. Un compito importante dell’Europa è quello di puntellare l’occidente“.

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