“Sul terreno del contrasto alla pandemia non c’è nessuna credibilità nelle polemiche tra la maggioranza di governo e l’opposizione. Fin da gennaio c’è stato un assoluto parallelismo nelle scelte positive e negli errori fra il governo e alcune Regioni di centrodestra, in primo luogo la Lombardia, mentre il Veneto ha fatto storia a sé sul terreno dell’efficienza (e il voto alle regionali per Zaia ne è una conferma). L’Italia ha tardato a ricercare le attrezzature sanitarie in primo luogo per responsabilità del governo, ma ha tardato a muoversi anche la Lombardia (a dire la verità quando si è mossa autonomamente ha fatto anche pasticci), mentre il Veneto faceva tamponi già ai primi di febbraio. Sia il governo che la Regione Lombardia hanno tardato a dichiarare la zona rossa in Val Seriana, a Bergamo, a Brescia perché gli industriali si erano dichiarati contrari, per cui francamente oggi l’eccesso di saccenteria di Bonomi ci sembra davvero un fuor d’opera. È stato poi il governo, specie grazie a Di Maio, a inviare alcune tonnellate di materiale sanitario alla Cina. Invece tutti, governo e Regioni, hanno il merito di aver posto in essere il lockdown che è stata la vera ragione di orgoglio dell’Italia. L’Italia l’ha fatto per prima in Europa andando incontro a circa 15 giorni di dileggio poi anche gli altri sono stai costretti a imitarci. Invece a luglio e a agosto sono state le Regioni ad assumersi la gravissima responsabilità di riaprire le discoteche ma il governo non le ha subito contrastate. Per parte sua Salvini ha imitato Trump nel sottovalutare l’uso delle mascherine e queste predicazioni hanno dato un pessimo segnale ai giovani. Le conseguenze di due mesi di stupidità le vediamo oggi. È francamente incomprensibile che di fronte a questo aumento dei contagi la Lega e Fratelli d’Italia contestino il prolungamento al 31 gennaio dell’emergenza. Va invece chiesto al governo e ad alcune Regioni perché da aprile non hanno aperto le procedure d’acquisto dei vaccini per l’influenza. Oggi c’è un ritardo dei vaccini per le stesse categorie a rischio e c’è un vuoto per il resto della popolazione. Su questo terreno la Regione Lazio è in una situazione contraddittoria. Si sarebbe approvvigionata in modo pieno per i vaccini, dando come data quella del 15 settembre, ma tutti, medici di base e farmacie, ne sono sprovvisti. C’è poi qualcosa che non funziona visto l’alto livello dei contagi. Bisogna poi capire se sono stati riorganizzati gli ospedali: il personale sanitario non ha da giugno una copertura decente in termini di tamponi e di esami sierologici e tutti sanno che a suo tempo a Nord gli ospedali sono stati la principale fonte di contagio. Pere) sta emergendo una situazione di straordinaria iniquità sulla quale c’è un silenzio omertoso, mancano i tamponi in primo luogo per medici e infermieri, non parliamo dei comuni cittadini. Invece i calciatori di serie A fanno tamponi almeno guano volte a settimana. Ebbene si tratta di una disparità del tutto inaccettabile, spiegabile solo con la grande forza di pressione mediatica delle squadre di calcio. Ebbene visti anche i trattamenti economici del tutto straordinari di cui godono i calciatori allora essi dovrebbero essere sottoposti allo stesso trattamento dei grandi cestisti della Nba americana. Per la durata del campionato loro e le loro mogli o fidanzate vengono rinchiusi in una sorta di bolla da cui escono solo a campionato finito. Non si capisce perché i calciatori strapagati della nostra serie A non debbano sottoporsi allo stesso sacrificio dei grandi della Nba.” Così Fabrizio Cicchitto, Presidente Riformismo e Libertà al quotidiano Il Tempo.