Andrea Martella (Foto ANSA.it)
Spingere la digitalizzazione delle case editrici e della rete di vendita dei giornali, creare nuove competenze per i professionisti del settore e promuovere la lettura di giornali. Questi i punti chiave dell’audizione di Andrea Martella, sottosegretario all’editoria, in Commissione Cultura della Camera, per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund per il settore dell’editoria.
Tanti gli argomenti trattati: dalla digitalizzazione alla tutela del lavoro giornalistico, fino ad arrivare alla formazione per le nuove figure professionali del settore, passando per la caduta dei ricavi e degli investimenti durante il lockdown, gli aiuti alle edicole e i sostegni agli investimenti delle imprese editoriali.
Ma andiamo con ordine. Questi fondi europei, secondo Martella, devono essere in parte investiti anche per il settore editoriale, che durante il periodo di chiusura ha mostrato tutta la sua forza e essenzialità per i cittadini e per la tenuta del sistema democratico. L’informazione non ha mai smesso di funzionare, come una macchina perfettamente funzionante, ma che da qualche anno ha bisogno di una revisione completa: “La caduta dei ricavi e degli investimenti indotta dalla pandemia ha aggravato le condizioni di un settore già da tempo in profonda crisi strutturale. Tuttavia, la pandemia ha contribuito anche a rafforzare la domanda di un’informazione accurata, di qualità e affidabile”, ha spiegato Martella.
Ecco perché l’idea del sottosegretario è quella di investire a tappeto su ogni ambito del settore editoriale: “Le linee guida del Recovery fund approvate dal Comitato interministeriale per gli affari europei e presentate al Parlamento il 15 settembre scorso indicano, tra gli altri, l’obiettivo del sostegno al settore editoriale nell’ambito della missione ‘Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo’. L’obiettivo generale è miglioramento di tre indicatori Desi (Digital economy e society index) di sviluppo digitale”, ha affermato Martella durante l’audizione.
“In particolare, puntiamo a estendere e adattare al comparto editoriale e dei servizi di informazione e comunicazione gli incentivi del Piano Transizione 4.0, già previsti dall’ordinamento per le imprese manifatturiere”, ha aggiunto il sottosegretario. “Mi riferisco in primo luogo al credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, indispensabile per supportare e incentivare le imprese editrici che investono in beni, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi (tra cui data, cloud, e-commerce, multimedia) e al credito d’imposta formazione 4.0, per stimolare gli investimenti delle imprese editrici nella formazione delle professionalità rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale (come social media manager, content manager, data specialist, videomaker), nonché nella riconversione o riqualificazione professionale dei lavoratori over 45”.
Quindi il Recovery Fund diventa l’occasione perfetta, “una sfida da non perdere per mettere in sicurezza il sistema editoriale italiano. Siamo in presenza di condizioni eccezionali. Dobbiamo raccogliere questa sfida e non sprecarla”.
È importante investire, quindi, nel settore e nel suo capitale umano, concentrandosi sulla formazione di nuove figure professionali, ma anche sulla valorizzare il lavoro dei giornalisti, senza dimenticare di lavorare sull’alfabetizzazione digitale della popolazione, considerando anche l’imminente avvento del 5G: “Per gli investimenti nel capitale umano intendiamo sostenere il turn over generazionale e l’assunzione di giovani con competenze nelle nuove professioni dell’informazione digitale, attraverso appositi crediti d’imposta o esoneri contributivi. Allo stesso tempo dobbiamo tutelare e valorizzare il lavoro giornalistico, scoraggiando ogni forma di elusione o di dumping contrattuale. In un quadro generale di difesa dell’informazione di qualità, è indispensabile affrontare anche il tema della dignità del lavoro giornalistico e del contrasto alla precarietà”, ha spiegato Martella. E per quanto riguarda il sostegno alla domanda, chiarisce che l’intenzione è quella di “promuovere l’alfabetizzazione all’informazione digitale e alla lettura critica. La pandemia ha evidenziato il ruolo strategico dell’informazione e l’importanza dell’educazione all’utilizzo dei contenuti informativi, a partire dalla scuola che è il primo e più importante fronte di investimento pubblico”. Inoltre, “pensiamo a interventi indirizzati in particolare alle fasce critiche della popolazione, cioè in primo luogo over 65 e famiglie a basso reddito con figli minori, nella forma – per esempio – di contributi per l’acquisto di device e di abbonamenti a giornali e periodici oppure di voucher per l’acquisto di prodotti editoriali da ritirare e/o spendere nelle edicole”.
Questo “Piano per il rilancio del settore editoriale”, secondo Martella dovrebbe inoltre creare posti di lavoro, anche per inserire nelle redazioni giovani con nuove abilità professionali. Gli editori beneficeranno di aiuti fiscali e contributivi a patto di regolarizzare i lavoratori precari.
L’altra intenzione del sottosegretario è quella di utilizzare i fondi europei che rappresentano “un’occasione in più per aumentare l’ambizione della riforma di sistema che stiamo portando avanti”, per “aprire al settore editoriale i Bandi per progetti di ricerca e sviluppo e innovazione (R&S&I) afferenti al tema dell’Agenda digitale. Ma anche a consentire a tutti soggetti della filiera l’accesso a contributi in conto capitale e prestiti agevolati per l’implementazione di progetti digitali evolutivi di marketing editoriale e soluzioni tecnologiche digitali di filiera per l’ottimizzazione della gestione della catena di distribuzione”. Per non parlare dei “sostegni agli investimenti delle imprese editoriali in dispositivi di protezione tecnologica (cybersecurity) indispensabili per la lotta alla pirateria digitale e in generale a tutti gli investimenti funzionali al rafforzamento tecnologico dell’industria editoriale”, spiega il sottosegretario.
In ultimo, il governo punta inoltre ad aiutare le industrie perché comprino spazi pubblicitari. Sarà confermato il credito d’imposta che restituirà agli investitori il 50% della spesa pubblicitaria pianificata sui giornali, i siti, le radio e le tv. Le testate online recupereranno sempre attraverso il credito d’imposta il 50% degli investimenti in server o in servizi di hosting.