L’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (OMPI / MEK) ha annunciato GIOVEDI 24 settembre 2020 che il bilancio delle vittime del Coronavirus in 440 città in Iran è salito a 108.800. I morti di coronavirus in alcune regioni sono: 26046 in Tehran, 8022 in Khorasan Razavi, 5299 in Isfahan, 3413 in East Azerbaijan, 3283 in Sistan e Baluchistan, 3111 in Golestan, 3047 in Alborz, 2856 in West Azerbaijan, 1435 in Yazd, 986 in Gazvin. Queste cifre si aggiungono a quelle dei casi registrati nelle altre località colpite.
Dopo 6 settimane di silenzio Khamenei, il primo responsabile della catastrofe Coronavirus in Iran, ha preso parola, accusando ancora una volta il popolo: “I funzionari stanno compiendo sacrifici; noi, il popolo, dobbiamo fare la nostra parte.”
Maryam Rajavi: “Khamenei affonda il coltello nella piaga del popolo iraniano, ma ad oggi non ha ancora speso neanche un centesimo dei 1000 miliardi sottratti alle ricchezze del paese ed attualmente nelle mani delle istituzioni da lui personalmente controllate.”
Saeid Namaki, rivolgendosi a Rouhani, ha affermato: “Nella prossima settimana ad Isfahan il numero di vittime aumenterà in modo spaventoso”.
Abdolreza Rahmani Fazli, il ministro degli interni del regime, rivolgendosi ha Rouhani, ha dichiarato: “Sia il numero di vittime che di pazienti positivi al Covid nelle carceri sono elevati, ed il problema del sovraffollamento è peggiorato.”
Per la prima volta il Ministero della Sanità ha dichiarato 24 regioni “zona rossa” ed ha proclamato per altre 6 lo “stato d’allerta”.
Uno dei parlamentari del regime ha denunciato: “Il governo ha destinato solo il 30% della considerevole cifra prelevata dal Fondo Sovrano del paese al trattamento dei pazienti affetti dal Covid. La Corte Suprema iraniana (SAC – Supreme Audit Court) dovrebbe avviare un’indagine per scoprire perché il denaro sottratto al Fondo Sovrano non è stato destinato alla gestione dell’emergenza Covid.”
Maryam Rajavi ha definito la confessione del Ministro dell’Interno sulla diffusione del Coronavirus nelle carceri “ammissione di un crimine contro l’umanità”, ed ha sottolineato che Khamenei, Rouhani, Raisi e gli altri funzionari del regime, in particolare la magistratura, ne sono i diretti responsabili. Per prevenire la continuazione di questo crimine la sig.ra Rajavi ha ancora una volta lanciato un appello alla comunità internazionale domandando misure urgenti che obblighino il regime a rilasciare i prigionieri fino al termine della pandemia da Covid-19.
Il 22 settembre 2020, dopo settimane di silenzio, al termine di un discorso della durata di un’ora in difesa dell’antipatriottica guerra tra Iran e Iraq, che provocò più di un milione di morti solo tra gli iraniani, Khamenei, che è il primo responsabile della catastrofe Coronavirus, ha scaricato la responsabilità delle morti per Covid sulla spalle dei cittadini, dichiarando: “Lasciatemi spendere una parola sul Coronavirus: non sottovalutatelo! Ogni giorno muoiono 150, 140, 170 persone: vi sembra poco? La cura è nelle nostre mani; i funzionari stanno compiendo sacrifici. A partire dai medici e dagli infermieri fino ad arrivare ai dirigenti, stanno tutti facendo del loro meglio e stanno tutti costantemente lavorando. Noi, popolo, dobbiamo fare la nostra parte, rispettando il distanziamento sociale, indossando le mascherine, lavandoci le mani, e rispettando le altre indicazioni che ci vengono fornite.”
Nel frattempo però, quando il 12 settembre il governo iracheno vietò ai viaggiatori iraniani di partecipare alla cerimonia religiosa in occasione della festività di Arbaeen, Khameni dichiarò sfacciatamente che “la decisone se partecipare o no alla cerimonia di Arbaeen è a discrezione della Task Force Nazionale Contro il Coronavirus. Se hanno detto di no, cosa che hanno fatto, dobbiamo adeguarci”.
La sig.ra Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), ha dichiarato: “La catastrofica diffusione del Coronavirus che, secondo quanto riportato dai leader del regime, ha trasformato l’intero paese in “zona rossa”, e l’ogni giorno crescente numero di contagiati e morti, non sono che il diretto risultato delle politiche criminali portate avanti da Khamenei e Rouhani, come il rientro obbligatorio al lavoro e la riapertura delle scuole senza il rispetto degli standard igienico-sanitari, e la celebrazione di cerimonie religiose pubbliche in occasione del mese di Moharram. Khamenei non ha dato il benché minimo contributo, e non ha speso neanche uno dei 1000 miliardi di $ da lui sottratti alle ricchezze del paese ed attualmente nelle mani delle istituzioni da lui personalmente controllate. Eppure, rigira il coltello nella piaga delle famiglie delle vittime e dei malati, sostenendo che è il popolo a dover svolgere il suo dovere, e a dover osservare le indicazioni che gli vengono fornite.”
La sig.ra Rajavi ha definito la confessione del Ministro dell’Interno sulla diffusione del Coronavirus nelle carceri “ammissione di un crimine contro l’umanità”, ed ha aggiunto che Khamenei, Rouhani, Raisi e gli altri funzionari del regime, in particolare la magistratura, ne sono i diretti responsabili. Per prevenire la continuazione di questo crimine la sig.ra Rajavi ha ancora una volta lanciato un appello alla comunità internazionale domandando misure urgenti che obblighino il regime a rilasciare i prigionieri fino al termine della pandemia da Covid-19.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
24 Settembre 2020