Dalla diga di San Giuliano 1116 litri al secondo a Matera, soltanto 743 litri al secondo a Taranto

 

 

Taranto. Ormai è da diverso tempo, come ampiamente segnalato e documentato, che il Consorzio unico della Basilicata fa arrivare dalla diga di San Giuliano 1116 litri d’acqua al secondo a Matera e 743 litri d’acqua al secondo verso Taranto (questa mattina addirittura 500 litri al secondo): due pesi, due misure. Alla Basilicata di più, alla Puglia di meno, ma la diga di San Giuliano per il 50% appartiene proprio alla Puglia, senza contare che gli accordi sulla gestione e l’utilizzo della risorsa idrica per l’irrigazione erano altri e contemplavano, anche in questo caso, la metà per le esigenze lucane e l’altra metà per le occorrenze pugliesi. Tale situazione non riesce a mantenere il livello di acqua costante nel canale adduttore.

“Abbiamo denunciato questa disparità di trattamento sin dal mese di luglio, ma la disparità è reiterata ogni giorno e da diversi mesi”, hanno spiegato Vito Rubino e Pietro De Padova, rispettivamente direttore e presidente provinciale di CIA Due Mari (Taranto-Brindisi). “In queste giornate le temperature sono ancora molto alte. Vi è stato un abbassamento del livello dell’acqua nel canale adduttore lungo 35 chilometri che porta la risorsa idrica dalla diga di San Giuliano fino a Palagianello, tanto che per alzare nuovamente il livello si sta facendo affluire acqua anche dalla diga del Sinni, nei pressi della Masseria Umberto 1°, circa 100 litri di acqua al secondo. Tutto questo però comporta un miglioramento della situazione solo per gli agricoltori lucani,
poiché verso i campi della Basilicata sono stati ‘dirottati’ 1116 litri d’acqua al secondo a fronte dei 743 distribuiti verso i campi del Tarantino”, hanno spiegato Rubino e De Padova mostrando le foto che documentano tale disparità di trattamento.

“Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo per chi continua a fare finta di non saperlo: la diga di San Giuliano non è ad uso esclusivo della Basilicata, per il 50% appartiene alla Puglia, ma la gestione è totalmente a trazione lucana a causa dell’assenza del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara. A pagare le conseguenze di questo stato di cose, lo ripetiamo, sono gli agricoltori del Tarantino, ai quali viene negata la possibilità di avere a disposizione lo stesso quantitativo d’acqua a uso irriguo che è invece garantito alle aziende agricole della Basilicata. Vogliamo un trattamento equo e giusto per gli agricoltori pugliesi. Le altissime temperature di queste settimane e l’assenza di precipitazioni, in assenza di interventi adeguati di irrigazione, mettono a rischio le colture. La situazione è grave, ingiusta e inaccettabile”. L’invaso di San Giuliano ricade territorialmente in Basilicata ma la sua gestione, almeno sulla carta e per accordi messi nero su bianco, deve essere condivisa al 50% con la Puglia. “Di fatto, invece, la parte lucana continua ad avere un potere decisionale esclusivo sulle quantità da erogare. Inspiegabilmente e in maniera del tutto ingiustificata”, hanno aggiunto Rubino e De Padova, “agli agricoltori pugliesi viene negato ciò che alle aziende agricole lucane è giustamente garantito. Noi non vogliamo né una goccia di più né una goccia di meno di acqua rispetto a quanto viene assicurato agli agricoltori della Basilicata.

Facciamo nuovamente appello all’Autorità di Bacino, alla Regione Puglia, alla Regione Basilicata, al consorzio unico di Basilicata, al Consorzio di Bonifica Stornara e Tara e, più in generale, al livello politico-istituzionale: occorre rispettare concretamente i diritti degli agricoltori pugliesi. Non si comprendono i motivi per i quali chi dovrebbe, sul fronte pugliese, garantire l’equa distribuzione sollecitando i decisori lucani non interviene concretamente e con fermezza, nonostante le nostre rimostranze ampiamente documentate anche con fotografie.

Inoltre continua ad essere inaccessibile il misuratore di portata di acqua verso Taranto (venturimetro) chiuso dal consorzio della Basilicata con un lucchetto.

Non è possibile continuare a essere inattivi rispetto a chi, in Basilicata, fa il bello e il cattivo tempo su una questione idrica sempre più drammatica e stringente, tutto questo soprattutto a causa dell’assenza della dirigenza del Consorzio Stornara e Tara e della mancanza di qualcuno che contrasti decisioni unilaterali”.

Franco Gigante

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