Qualche mese fa, forse anche molto prima, analizzando l’evoluzione dell’attuale sistema di vita correlato al sempre più allarmante “progresso”, capace di sostituire l’uomo con la macchina evocando ed utilizzando già l’intelligenza artificiale (hardware e software docent), mi è venuto da pensare che, ad un certo momento, improvvisamente, si dovrà chiudere l’era nella quale stiamo vivendo per dare spazio ad una trasformazione necessaria che dovrà mettere in discussione tutto, o quasi, il pregresso-progresso.
Pensavo anche, anzi lo scrivevo addirittura, che se non sarà l’uomo ad affrontare con estrema urgenza questa sopravvenuta, ma non per questo aprioristicamente inimmaginabile necessità, ci penserà la natura stessa a farcelo capire. Ed il covid-19, secondo me, costituisce già una prima avvisaglia che ci dovrebbe far comprendere che non ci può essere invasione di campo fra uomo e natura. Ma questa è roba vecchia, qualcuno replicherà…
Premesso, nota dolens, che l’uomo non saprà mai trovare un’intesa con la natura, ma che, anzi, non smetterà mai di abusarne per motivi di interesse economico ma anche di prestigio politico fra stati, va da se che, ad un certo momento, ci sarà una collisione dagli aspetti imprevedibili ed imponderabili sotto l’aspetto delle conseguenze. Ciò nonostante, l’uomo purtroppo continuerà per la sua strada badando al presente, sottovalutando il prossimo futuro. E ciò fino a….?
Oggi, non esiste più spazio nelle grandi metropoli ? Nessun problema (dice l’uomo): anziché costruire in superficie si costruisce verso il cielo, innalzando grattacieli per centinaia di piani senza pensare alle potenziali possibili negative conseguenze nel caso di calamità, ma anche di aggressioni (New York docet !);
si costruiscono a centinaia di metri sotto terra delle gallerie di circa 57 km in Isvizzera (San Gottardo docet !) che, come è successo allo scrivente, tanto da essere presi dall’ansia claustrofobica a metà percorso…pensando ad un eventuale blocco del treno o, peggio, ad un incidente, dentro alla viscere della terra…;
si sparge cemento ovunque non sapendo che, come diceva mio nonno un centinaio di anni fa, che anche la terrà ha bisogno di respirare onde evitare esplosioni, ma soprattutto improvvisi baratri determinati dallo scorrimento delle acque sotterranee del tutto impossibili da accertare fino al disastro… in quanto cementate o asfaltate (le città sono in continuazione oggetto di questo) e così via a non finire per tante altre cose.. immaginiamo ciò su larga scala.
Penso poi che ormai siamo in 7 miliardi e mezzo sul pianeta, occupato solo in minima parte rispetto alla sua superficie e mi chiedo perché non si prenda in seria considerazione di allargare lo spazio vivibile, trasformando le terre incolte in risorse utili alla vita, anziché spendere miliardi inutilmente nell’interesse di pochi. Di tutto questo non se ne parla, o se ne parla troppo poco. Ma verrà il giorno, fra centinaia di anni, in cui anche il pianeta non potrà accettare più nessuno per cui c’è da chiedersi cosa succederà…
Ci sono pertanto troppe avvisaglie che dovrebbero far riflettere, in primis, l’attuale pandemia che, a mio avviso, in quest’era che stiamo vivendo, ne costituisce uno dei più seri avvertimenti per il futuro. Attenzione, sino ad oggi pensavamo di avere rimedi e soluzioni per ogni cosa, invece ce ne siamo tutti accorti che così non è in quanto l’invasione da parte dell’uomo nei parametri della natura stessa, sta già determinando vari corti circuiti che la stessa scienza ancora non conosce e che, in clima di collisione, sarà sempre più difficile conoscere e trovare.
Oggi, ahimè, è impossibile semplicemente pensare che si voglia tornare indietro e, tantomeno, sia possibile trovare un accordo mondiale per ridare alla natura ciò che le abbiamo sottratto, per cui sarà difficile andarne fuori se non nel momento in cui la natura avrà fatto sentire di più la sua voce, tanto per usare un concetto di natura solo eufemistica.
Ed infine, ma non so se si tratti di impressione soggettiva, pare che, già da ora, il mondo stia entrando in una fase di depressione psico-fisica che ha già tolto e sta togliendo ancora ogni entusiasmo esistenziale a causa della mancanza di certezze e di obiettivi che fino ad ieri costituivano la linfa vitale di ognuno, per cui dovremo prepararci quanto prima sorprese riconducibili a detta fase. Mi auguro tanto di sbagliare.
Arnaldo De Porti
(Belluno-Feltre)