“E’ giusto bestemmiare il tuo Dio, ma non il mio”.

 
“In Francia c’è libertà di blasfemia”. Libertà di bestemmia. Pessima affermazione, a mio parere, diseducativa, che ha pronunciato il presidente francese Emmanuel Macron, riferendosi alla decisione del settimanale Charlie Hebdo di ripubblicare le vignette su Maometto, alla vigilia dell’avvio del processo per la strage jihadista che decimò la redazione nel 2015.
In Francia c’è la libertà di bestemmiare, di offendere Dio, ma non c’è la libertà di offendere una persona. Non posso, ad esempio, offendere il padre o la madre del presidente Macron. Ora, se Dio fosse considerato da tutti, più importante e più caro di una persona, più importante e più caro di una madre o di un padre, sicuramente non ci sarebbe la libertà di offenderlo. Non ci sarebbe la libertà di blasfemia. Non tutti però credono nell’esistenza di Dio. Ma può questo essere un motivo sufficiente per consentire di bestemmiarlo, non tenendo nel minimo conto la fede di una moltitudine di persone?
Io non credo in Dio e quindi lo posso bestemmiare. Questo, in fondo, è il ragionamento di coloro che sostengono sia giusta la libertà di bestemmiare. Ma c’è anche qualche credente sciocco che pensa sia giusto bestemmiare il dio degli altri e non il proprio.
Renato Pierri

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