La disumana dittatura religiosa al potere in Iran ha impiccato Mostafa Salehi, uno dei prigionieri della rivolta del dicembre 2017 e del gennaio 2018, nella prigione di Dastgerd a Isfahan.
La signora Rajavi chiede alle Nazioni Unite di condannare questo crimine e di visitare le prigioni iraniane
Questa mattina, in un altro crimine atroce, la disumana dittatura religiosa al potere in Iran ha impiccato Mostafa Salehi, uno dei prigionieri della rivolta del dicembre 2017 e del gennaio 2018, nella prigione di Dastgerd a Ispahan. Salehi, 30 anni, era stato arrestato a Kahrizsang, Isfahan, e condannato a morte durante un processo fittizio per “aver guidato le rivolte di Kahrizsang nella circoscrizione di Najafabad”.
La signora Maryam Rajavi, presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI), ha condannato fermamente l’impiccagione barbarica di Salehi e ha dichiarato: “Costretto con riluttanza ad astenersi dall’eseguire le condanne a morte di altri otto manifestanti detenuti in seguito a una campagna sui social media con milioni di persone che chiedono l’interruzione delle esecuzioni, il fascismo religioso al potere ha effettuato questa esecuzione come rappresaglia e per terrorizzare il pubblico e tentare di impedire lo scoppio di altre rivolte”.
La signora Rajavi ha esortato le Nazioni Unite e gli Stati membri, nonché le organizzazioni e le istituzioni internazionali, a condannare immediatamente questa esecuzione criminale. Ha affermato che, più di ogni altra volta, è imperativo inviare una missione internazionale di accertamento dei fatti a visitare le carceri iraniane e incontrare i prigionieri.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)
5 agosto 2020
