Lo so, dopo decenni di lavaggio del cervello, il titolo di questo articolo suonerà ai più quasi uno scherzo.
Eppure, le cose funzionano così, in economia. L’economia di ogni Stato del mondo ha tre e solo tre settori, come io spiego in diversi miei video e varie conferenze: quello privato, quello pubblico e quello estero. E’ la somma di quei tre settori che determina il PIL, cioè il prodotto interno lordo di una Nazione. Pertanto, per una questione di matematica, se portiamo tutti i membri della stessa equazione da un lato, dall’altra parte rimane un numero che tutti conosciamo dalle scuole medie, cioè lo zero.
Ciò posto, significa che i saldi dei tre settori dovranno dare come somma lo zero. Come staranno immediatamente intuendo i più, se la somma deve dare zero, il settore pubblico e quello privato, allora, vanno come segno algebrico in direzione opposta. Nel settore privato ci stanno i consumi e gli investimenti di famiglie e imprese, in quello pubblico le tasse e le spese dello Stato. Lo stato con una mano spende denaro (spesa pubblica) e con l’altra lo riprende a tassazione (tasse).
Ora, cosa succede quando lo Stato spende più di quanto incassa? Esatto, si crea il deficit. La somma dei deficit storici costituisce il peso del debito pubblico italiano totale, di cui tutti i giorni, da decenni, vi raccontano che è il peggiore dei mali del nostro Paese. Ma, come avrete intuito, se io vi mostrassi (cosa che ho fatto in diverse mie conferenze) i grafici dei saldi settoriali del settore pubblico e privato, osservereste che i saldi dei settori sono esattamente speculari. Cioè, quando lo Stato crea deficit, si crea surplus nel settore privato.
Ehi – ferma il mondo! – ma il settore privato siamo noi!
Intanto guarda questo video in cui ti spiego in parole semplici, e con un esempio pratico, cosa è il debito pubblico:
Cioè, mi stai forse dicendo che il deficit pubblico e il surplus privato sono due lati della stessa medaglia? – penserà qualcuno.
Esattamente.
Solo che, capiamoci, non sarebbe così devastante come titolo dei giornali: “in drammatico aumento la ricchezza privata.”
Ma allora – si chiederà qualcuno – cosa succede se lo Stato tassa più di quanto spende di spesa pubblica? Esatto, si crea surplus pubblico.
Ma, come avrà intuito qualcuno, al contempo si crea deficit nel settore privato, cioè famiglie e imprese.
Oh, badate bene che deficit del settore privato significa meno soldi in busta paga, meno denaro nel portafoglio a fine mese, gente a spasso senza lavoro, povertà, imprese che chiudono, giovani italiani che scappano all’estero, disperazione, suicidi economici; dietro ai numeri, ci sono i drammi umani.
Quindi, se vi fanno credere che si debba “risanare il bilancio”, “tagliare la spesa pubblica” e “fare austerità”, per salvare il bilancio dello Stato, significa che siete voi che dovete pagare con il vostro sangue. Per inciso, è esattamente la situazione italiana, perché dai primi anni ’90 lo Stato italiano spende nella spesa pubblica meno di quanto incassa dalle tasse.
Ma allora, se fosse come dici tu, e cioè che incassiamo in tasse più di ciò che spendiamo come spesa pubblica, come mai il debito sale? – protesterà qualcuno.
Semplice; perché il debito pubblico esplode per il debito pagato ai banchieri privati, ai quali non dovremmo pagare quegli interessi.
Possibile che questo matto abbia ragione? – comincerà a pensare qualcuno.
Vi raccontano da anni una falsità, e cioè che viviamo “oltre le nostre possibilità”, perché spendiamo più di quello che incassiamo.
Non è vero.
Il debito non è prodotto dalla spesa pubblica, dalla spesa sociale (che è stata distrutta) ma dagli interessi speculativi pagati al sistema bancario privato (che esplodono da quando abbiamo perso la sovranità monetaria, ma questa è altra storia e si dovrà raccontare una altra volta).
Quindi, se uno vi dice che si deve fare surplus nel settore pubblico per “ridurre il debito” (che si ridurrebbe soltanto non pagando interessi usurai non dovuti), significa che, per regola matematica, si deve creare deficit nel settore privato.
Ehi – ferma il mondo! – ma il settore privato siamo noi!
Esattamente.
Solo che, capiamoci, non sarebbe così accattivante come titolo dei giornali: “tagliamo la spesa pubblica e alziamo le tasse per non tagliare gli interessi ai banchieri”.
Comincio a crearvi qualche dubbio nel fatto che, da decenni, vi stiano raccontando una monumentale, spudorata, colossale montagna di frottole?