E’ andata così. Durante la solita passeggiata mattutina nel parco che porta al Casale della Cervelletta, nel quartiere Colli Aniene, a Roma, m’imbatto in un alberello pieno di fiorellini bianchi a pannocchie, sono freschi e morbidi ed è un piacere accarezzarli, ma è il loro profumo delicato a portarmi indietro nel tempo. Mi è sembrato lo stesso odore che sentivo da ragazzo al Parco della Rimembranza, sul viale che da Carrara porta al mare. Mi è venuta la curiosità di conoscere il nome della pianta. Ho chiesto invano a diverse persone. Alla fine, senza chiedere il permesso alla pianta, ma certo le facesse piacere, l’ho fotografata nell’insieme, ho ripreso da vicino i fiori, ed ho inviato le immagini ad alcuni indirizzi trovati su Google, sotto la voce “Orto Botanico”. A dire il vero, la speranza che qualcuno mi rispondesse quasi non c’era. Perché dovrebbero perdere del tempo con uno sconosciuto? Ed invece la risposta è arrivata. Non so se a rendere gentili certe persone sia la familiarità con i fiori e le piante, oppure se sia la loro gentilezza d’animo a spingerle ad interessarsi ai fiori e alle piante. Certo è che il professore di botanica che mi ha risposto, un professore dell’Università di Catania, è stato di una squisita gentilezza. Vedendo le prime fotografie, mi ha detto che probabilmente si trattava di un Cornus sanguinea, un Corniolo sanguinello. E mi ha inviato anche la descrizione del Corniolo. Sembrava identico. Sembrava, ma non era identico. Non è un Corniolo la pianta che mi ha portato indietro nel tempo. I dubbi sono venuti anche al professore che mi ha chiesto altre foto e mi ha suggerito come farle: riprendere i fiori molto da vicino e fotografare anche la pagina inferiore delle foglie. Ed ora, in base alle nuove foto, il professore mi dice che dovrebbe trattarsi di un Ligustrum. Guardo la descrizione del Ligustro su Internet. Sì, sembra proprio un ligustro. Sembra. Il professore di botanica me lo confermerà tra giorni, dopo aver “controllato con la flora del Pignatti”… Devo sapere il nome con esattezza. Sì, perché l’alberello è lì che mi aspetta. L’alberello che nessuno ha piantato, l’alberello nato per caso, aspetta torni a trovarlo, e lo chiami per nome.
Renato Pierri