IL PUNTO n. 765  dell’8 maggio  2020 di MARCO ZACCHERA

AI LETTORI:

Segnalo che il mio sito www.marcozacchera.it è stato rinnovato e arricchito di informazioni, articoli e notizie: dategli un’occhiata!

Con l’occasione ringrazio sempre chi mi invia indirizzi di amici e conoscenti per allargare l’indirizzario degli invii de IL PUNTO.

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Sommario: AMARA VERITA’ – SITUAZIONE SEMPRE PIU’ CRITICA – LAVORO NERO – Approfondimento: LA QUESTIONE CINA

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AMARA VERITA’

Mercoledì 5 maggio: consiglio di amministrazione (rigorosamente a distanza) di una azienda importante. Tra amministratori e collegio sindacale siano on line tra professionisti decisamente seri. Chiacchiere fuori verbale: “Come va?” Sintesi: tra i clienti dei  rispettivi cinque studi professionali NESSUNA azienda di clienti “over 25.000” all’ altro ieri era ancora riuscita ad attivare un solo credito bancario con il “Cura Italia” di marzo.  Per alcuni settori – come l’agricoltura – non è stato neppure emesso il modulo con il quale ISMEA permetta di aprire le pratiche di finanziamento (previste e annunciate 40 giorni fa!), che così non possono neppure iniziare.  Questa è la drammatica, vera realtà e NON CAPISCO PERCHE’ TRA INFINITI DIBATTITI INCONCLUDENTI NON SI PARLI E NON SI DENUNCINO INVECE  QUESTI ASPETTI PRATICI CHE SONO LE COSE FONDAMENTALI PER CERCARE DI SALVARE IL PAESE. Il resto seno solo chiacchiere e servono a poco….

Ogni volta che comincio a scrivere IL PUNTO mi impongo però di non fare polemiche, inutili e sciocche. Il problema è che poi torno al punto di partenza: è credibile un Premier che a distanza di sole poche ore prima conferma “ Non cambierei una virgola di quello che ho fatto” e poi chiede pubblicamente scusa agli italiani per gli errori commessi? Questa incongruenza di Conte e del suo governo pesa, soprattutto perché la coperta è sempre più corta. La realtà quotidiana di un paese sempre più in crisi non mantiene minimamente le promesse e i ridondanti effetti-annuncio: non si sbloccano gli aiuti alle imprese, cassa integrazione in grande riardo e tutto sta diventando una (modesta) distribuzione di soldi “a pioggia” presi a prestito e che non possono durare a lungo

L’Europa sta franando del suo (con la Germania che ha il consueto tocco delicato del panzer) e noi siamo il solito anello debole della catena, con previsioni purtroppo sempre più fosche.

Speranze? Quella di un immediato ritorno alla normalità sanitaria per una progressivo riavvio, sia pur zoppicante, ammesso che ci salvino i numeri del contagio e in attesa del sospirato vaccino, mentre non si sa più a cosa credere per le quotidiane scoperte di nuove cure dall’incerto destino.

Si corre dietro a queste speranze che si scontrano con la cappa e la cupola degli “esperti”, quelli che quotidianamente dicono e si contraddicono, ma che comunque non sembrano tifare per soluzioni positive.

Molti di questi tuttologi hanno ormai raggiuto visibilità e potere e – ovunque con la divisa della protezione civile d’ordinanza (ma quando lavorano, se sono sempre in TV?)  si considerano ormai i padroni del mondo. Ma i giorni corrono e diventano mesi, con la nave-Italia che disperatamente affonda.

LAVORO NERO

L’idea di regolarizzare 600.000 immigrati clandestini (l’1% della popolazione italiana) perché “sono sfruttati e lavorano in nero” è piuttosto sorprendente e piena di incognite politiche.

Innanzitutto non si capisce bene come facciano ad essere tranquillamente in giro 600.000 persone non in regola, ma  – accertata questa angosciante verità – mi chiedo perché non si debba procedere intanto e comunque ad una più semplice ma decisa azione per  colpire gli sfruttatori di questa gente ripristinando la legalità ed evitando il loro  vergognoso sfruttamento.

Se parte di queste persone l’anno scorso avevano già il permesso di soggiorno per lavoro stagionale sono state evidentemente COMUNQUE sfruttate e il problema no si risolve MOLTIPLICANDO I PERMESSI ma OBBLIGANDO i datori di lavoro ad osservare le regole!

Condivido la ministro Teresa Bellanova (le cui minacciate dimissioni sono durate due battiti di ciglia). ” Bisogna decidere da che parte stare: se con la legalità e la tutela del lavoro, in agricoltura e dovunque, o con i caporali, la criminalità, la concorrenza sleale che danneggia le migliaia di aziende che scelgono la competitività sana”.

Brava ministro, ma non è che il giorno dopo la loro “regolarizzazione” questa gente non lavorerebbe più in nero, e la prova è data e confermata dai milioni di cittadini italiani che comunque di fatto sfuggono al lavoro regolare e continuano imperterriti a lavorare in nero.

Ridicolo poi adesso pensare CHE A SISTEMARE I CLANDESTINI DOVREBBERO  ESSERE LE STESSE AZIENDE: SE NON LO HANNO FATTO IN  PASSATO  NON E’ VEROSIMILE CHE SI “AUTODENUNCINO” ADESSO!

Quindi il vero problema è innanzitutto colpire l’illegalità  e  se questa raggiunge il suo apice nel mondo agricolo, cosa si aspetta? Forza, egregia ministro Lamorgese: mobiliti chi di dovere, compresi gli evidentemente dormienti ispettori del lavoro.

Certo che se poliziotti e carabinieri dovranno ora correre dietro alle centinaia di mafiosi che sono stati fatti uscire dal carcere nelle scorse settimane per adesso riprovare a rimetterli dentro, in un ping-pong  di decisioni contraddittorie del Ministero della Giustizia, resteranno ancora meno mezzi e uomini delle forze dell’ordine per il controllo nelle campagne!

Intanto gli sbarchi sono aumentati del 400% rispetto all’anno scorso e in Libia è subito già ripartito il tam-tam del “liberi tutti”

LA STORIA A TELE VCO

Segnalo che proseguono ogni martedì alle 13.30 i miei appuntamenti con la Storia a Tele VCO – AZZURRA TV (canale 19, oppure in streaming www.televcoazzurra.it). Le lezioni vengono replicate per tutto il pomeriggio – sempre di martedì – al minuto 0.30 fino alle ore 18.30. Sono una sintesi delle mie conferenze all’ UNITRE  di Arona e – questa settimana – verrà ricordata la storia della famiglia Borromeo.

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Approfondimento: LA QUESTIONE CINA

Dobbiamo affrontare seriamente il problema dei rapporti con la Cina sia per quanto riguarda gli aspetti commerciali e strategici sia per capire come sia nato ed evoluto il Coronavirus. Questo non solo per delineare le eventuali responsabilità cinesi, ma soprattutto per il nostro futuro visto che è l’ennesima epidemia che “parte” dalla Cina, segno evidente che qualcosa lì non funziona.

Non mi interessano le spy story ma i fatti, ed è per questo che la comunità internazionale dovrebbe avviare una indagine seria su cosa sia successo e sui protocolli esistenti per capire perché eventualmente non siano stati osservati.

Un’indagine che cominciano a chiedere con sempre più insistenza non solo gli USA ma anche India, Australia, Francia, Gran Bretagna, Giappone, Germania ma NON l’Italia che – soprattutto da quando comanda il M5S – sembra nutrire un inspiegabile sudditanza psicologica nei confronti di Pechino.

Non si può andare avanti con il silenzio: com’è possibile che Wuhan abbia visto migliaia di morti e praticamente nessuno sia stato invece registrato nelle altre megalopoli cinesi, a cominciare dalla capitale? Il virus girava già dall’autunno come sembra e perchè comunque poi due mesi di silenzio, con settimane cruciali perse per allertare il mondo nel tentativo di minimizzare se non di nascondere tutto, addirittura arrestando i medici che denunciavano l’epidemia?

Se il 27 dicembre in Cina era già stato sequenziato il genoma del virus, perché Pechino ha allora fornito successivamente dati falsati e fuorvianti, perché è stato ignorato dall’OMS l’allarme ufficialmente lanciato da Taiwan già a dicembre?

La realtà è che nessuno sa cosa effettivamente sia successo in Cina, quanti siano stati veramente i morti e i contagiasti, la nostra TV mostra solo immagine “concesse”, la corrispondente Rai da Pechino, l’ineffabile Giovanna Botteri (quella tutta scarmigliata che sembra non si cambi mai il solito golfino nero da settimane)   sproloquia di tutto – comprese le polemiche con Trump – ma non può (o non vuole) girare nelle strade. E’ questa la nostra libertà di informazione o siamo succubi di quel che vuole “passi” Pechino?

Non credo all’ipotesi del virus “voluto” e non so se sia credibile la sua volontaria nascita in laboratorio, ma ho visto di persona le condizioni igieniche schifose nei mercati cinesi in una promiscuità agghiacciante e tollerata.

Che Pechino non voglia ispezioni e controlli non va bene, dovrebbe essere l’OMS a pretenderle con forza, ma qui salta fuori l’altro aspetto della medaglia ovvero l’infiltrazione pesante della Cina comunista in tutte le organizzazioni internazionali. L’Occidente scopre solo ora (come ho esaminato a fondo nel mio libro L’INTEGRAZIONE (IM) POSSIBILE?”) che da anni Pechino semina, sfrutta, convince, compra cariche e interi paesi approfittando della tacita distrazione mondiale.

Trump potrà esservi antipatico e sembrare a volte un fuori di testa, ma ha capito bene che il silenzio generale permette alla Cina di continuare ad espandersi senza regole e senza freni in tutti i campi – compreso lo sfruttamento ambientale, guarda caso così dimenticato dalle Greta di turno – e questo grazie al completo controllo interno e l’ incredibile connubio tra comunismo, statalismo e sfrenato capitalismo da libero mercato.

Per esempio è assurdo che Taiwan resti fuori dall’OMS nonostante i suoi avanzati risultati medici e la sua importanza: Non solo gli USA ma ora anche Canada, Australia, Giappone e tanti altri stati (ovviamente non l’Italia) ne chiedono il ritorno (ne faceva parte fino al 2016), ma è Pechino che evidentemente comanda.

Anziché prendere in giro Trump chiediamoci perché gli USA abbiano taciuto per anni – per esempio durante le presidenze Obama – nei confronti della Cina e vedremo che, alla fine, il grande business economico e finanziario è accentrato in poche mani, con solide radici nei Democratici USA ovvero quelli che sono direttamente collegati ai grandi poteri finanziari che controllano il mondo, Soros e multinazionali  in testa.

Ma torniamo all’Italia: perché questo silenzio, perché quell’ ochetta di Di Maio non vuole capire la pericolosità del gioco? Comincio a pensare che sotto sotto ci siano interessi economici molto stretti tra Cina, Casaleggio, M5S che ci rendono sempre di più una colonia diplomatica cinese, una testa di ponte di Pechino in Europa e questo non va bene, non è logico, è davvero pericoloso.

Uscendo dalla superficialità il dibattito politico dovrebbe incentrarsi anche su questo aspetto strategico con atteggiamenti chiari e concordati.

Certo bisognerebbe però per lo meno capire i rischi queste politiche: Di Maio ne è in grado? Sintetizzava bene Marcello Veneziani nei giorni scorsi:

“Nella cupola mondiale che detiene il potere mediatico e tecno-finanziario, prevale una priorità: sollevare la Cina dalle sue colpe sul contagio e puntare sul crollo di Trump. È un messaggio continuo che si compiace di sottolineare le difficoltà degli USA e collegarle a ogni gaffe di Trump. In lui si avversa non solo l’egemonia americana quanto il modello populista-sovranista. Abbattendo lui, si pensa, si abbatte il sovranismo diffuso.

Ma oltre Trump le valutazioni poi si dividono: perché una parte vorrebbe restare ancorata al mondo liberal d’Occidente, agli Usa politically correct, alla Obama, per capirci. Mentre un’altra parte confida nella Cina o perlomeno giudica utile che il potere globale della Cina bilanci quello statunitense e tenga sotto scacco quello di Putin. Da noi, il partito grillino coincide col partito cinese, da Di Maio a Di Battista, a Grillo; e una parte della sinistra lo segue, in odio a Trump, per amor di capitalismo di stato, ma anche perché filocinese dai tempi di Prodi, poi i gesti di Zingaretti & C, per aprire ai cinesi nonostante l’epidemia. Sullo sfondo risale la tentazione di un comunismo 2.0, un comunismo 5G, maocapitalista, tecnologicamente evoluto, dal controllo capillare e dal reddito universale di cittadinanza per i servi della gleba, anzi servi della global, intesa come globalizzazione. “Il modello italiano” sbandierato per affrontare il virus è in realtà il modello cinese gestito all’italiana.”

BUONA SETTIMANA A TUTTI                                                               MARCO ZACCHERA

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