AFFERMAZIONI POCO “ECCLESIALI” DA PARTE DEL VESCOVO DI ASCOLI PICENO…

Il Vescovo cattolico di Ascoli Piceno,  ordinato nell’aprile del 2014, ora di anni  73,  Mons. Giovanni D’Ercole, ha messo in rete (Whatsapp) un lungo discorso contro il governo Giuseppe Conte, affermando che la Chiesa non è luogo di contagio.

Premetto di esserne stato letteralmente sbalordito soprattutto dalle parole forti, ma anche molto e molto indelicate (per usare un eufemismo), indirizzate da un prelato ad un capo di governo che, a mio avviso, si sta adoperando all’inverosimile per la salute degli Italiani, sfidando impopolarità ed opposizioni che, sempre a mio avviso, sono politicamente patetiche, oltre che irresponsabili, ritengo che anche detto Vescovo debba chiedere perdono per essersi lasciato andare a momenti di irascibilità che spesso fa parte del comune contesto umano.

Anch’io sono per il ripristino delle celebrazioni religiose tant’è che, proprio ieri sera, in collaborazione con il comune nel quale abito, ho fatto un’istanza al primo ministro affinché, compatibilmente con la situazione, possa vagliare la possibilità di anticipare l’apertura dei luoghi di culto religioso, come si potrà evincere da link qui sotto riportato.

Ma tale mia istanza è subordinata in toto al fatto che essa non determini danni alla salute psico-fisica degli Italiani perché altrimenti, oltre alle Chiese, si dovranno “murare” anche le case di abitazione. In questo senso, Giuseppe Conte, ha mostrato responsabilità, nervi d’acciaio, oltre a quella competenza che, giocoforza, non può che derivargli da quel poco che, almeno finora, la scienza sanitaria, ha elargito.

Detto questo, posso tollerare, senza giustificare, che nel nostro paese ci sia, come ho visto e continuo a vedere con i miei occhi, molte persone che vanno e vengono, anche in bicicletta, senza mascherine e guanti (ieri una ragazza continuava ad espellere il fumo di una sigaretta verso di me, tanto da doverla mandare da…sua madre, alias alle origini per chi non avesse ancora capito) , ma che sia un Vescovo a ribellarsi alle leggi dello Stato, mi pare piuttosto singolare anche se, in questi giorni, proprio un prete della Curia bellunese, dopo essere stato multato per inosservanza delle leggi, si è scagliato  a parole e con lettere ai giornali contro i carabinieri.  Realtà quest’ultima che indurrebbe a non stupirci più di nulla.

Io, a questo punto, non posso immaginare quale potrebbe essere l’esito della predetta mia istanza a Conte ma, immedesimandomi in lui, potrò capire che, di fronte a tanta spregiudicatezza dialettica, anche da parte vescovile, non potranno far seguito se non elementi di ulteriore stretta delle ordinanze governative, in quanto non ci si trova di fronte a persone ignoranti come purtroppo ci sono, e tante !

Caro Signor Vescovo, Giovanni D’Ercole, tiri fuori dal Suo abito talare, un po’ di umiltà nell’ammorbidire le parole da Lei profuse con troppa…energia verso il governo e la scienza medica che, come ha detto Lei, quest’ultima finora non ha brillato. Per farLe coraggio, voglio dirLe che, proprio ieri, un medico di qui, si è sentito offeso perché avrei avuto qualcosa da dire sul…”progresso” di questa classe,  ebbene la mia risposta, non proprio leggera anche da parte mia, è stata in linea e sintonia totale con Lei.

Mi consenta infine di dirLe che, in Chiesa, come in Ospedale, come al supermercato si può essere contagiati e quindi non si può affermare che la Chiesa è luogo indenne da contagi;  non per niente io, organista di una Chiesa, per il momento desidero non…suonare.

Arnaldo De Porti

(Belluno-Feltre)

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: