OMS E ATTUALE SCIENZA MEDICA IN GENERALE

STASI, CONFUSIONE E MAGARI …VALORI CLINICI  DI UNA VOLTA SUPERATI RISPETTO  ALLE ATTUALI CONDIZIONI DEL VIVERE DI OGGI ?

Non sono medico e neanche…paramedico ma, stante la mia età, sono costretto ad interessarmi dei vari problemi connessi con la salute, mia e dei familiari. Mi verrebbe anche da dire che internet, se usato sapendo coglierne le informazioni in base ad un minimo di maturità, cercando di non cadere in fakenews o di essere colti da timore correlato alla comprensibile impreparazione nella terminologia scientifica, è di particolare aiuto. E poi cercherò di dirne il perché, almeno a mio modo di ragionare.

Ieri sera, ascoltando il prof. Mantovani, Direttore scientifico di Humanitas,  (su La7-Piazzapulita), più che attraverso l’ascolto ma analizzando piuttosto l’espressione del viso mentre rispondeva al giornalista Formigli, ho recepito l’impressione netta che, ancor oggi, la scienza, i comitati scientifici, stiano barcolando ancora nel buio quanto a novità sul come affrontare il coronavirus, cosa di cui peraltro siamo un po’ tutti a conoscenza. Ma non è tanto questo che ieri sera mi ha scosso personalmente, quanto il  sindacabile rapporto esistente fra i maggiori esponenti del mondo scientifico in materia.  Dico subito che, in questo momento (se ne salto qualcuno è perché non lo conosco o mi sfugge) gli unici due scienziati che finora si sono espressi con i piedi per terra sono stati e il suddetto Prof. Alberto Mantovani  ed il Prof. Francesco Le Foche, immunologo, i quali, senza spaventare la pubblica opinione, hanno detto le cose come stanno lasciando trasparire un prudente ottimismo sulla morte del virus di cui trattasi. Ma soprattutto le hanno dette giustificandone le modalità della sua scomparsa, realtà che non è ancorabile a ciò che (almeno si spera) potrà fare un potenziale vaccino, ma alle reazioni che faranno seguito alla scarica della sua energia virale che sembra esserci… Per il momento, in particolare il prof. Mantovani,  essi hanno detto che la scienza medica finora  è stata capace solo di fare delle raccomandazioni, come lo stare a casa, lavarsi le mani e mettersi la mascherina…, raccomandazioni tutte che peraltro ci hanno sempre insegnato anche i nostri avi…

Ciò che mi ha fatto specie è stato quando, il Prof. Mantovani, evitando di proposito di fare il nome di un suo “collega”, premio Nobel, subito rimbeccato dal giornalista Formigli che ha  menzionato immediatamente detto nome nella persona del Prof. Montagnier, ha detto che sono in molti a parlare ad effetto, per suscitare sensazioni,  quando almeno 10.000 studiosi sono diametralmente contrari a chi potrebbe servirsene del titolo Nobel…  allusione inequivocabile e chiarissima che, mi provoca un transfert in una intervista che feci 30-40 anni fa ad un “Nobel”, presso l’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso,  che mi disse: …”fra una decina d’anni avremo sconfitto il cancro…”

Detto questo, io penso sia legittimo pensare che anche la scienza medica avrebbe bisogno di una certa “riviviscenza” perché altrimenti si corre il rischio che (so di fare una forzatura dialettica) internet potrebbe colmare certe sue manchevolezze scientifiche, realtà che non abbisogna certo di particolari titoli di studio per recepirle anche da parte dell’uomo della strada quale pure io sono..  Insomma,  rebus sic stanti bus, sembra che il virus sia servito anche per fare un quadro “diagnostico” da parte dell’uomo della strada sulla classe medico-scientifica…

Questo discorso, mi invoglia ad un interrogativo che, se dovessi pormi alla luce di quanto è emerso per il coronavirus, discorso che non ha alcuna attinenza con l’attuale situazione pandemica,  mi determinerebbe più di una perplessità che, secondo me, dovrebbe essere presa in  seria considerazione, evitando di giustificarsi, come fanno i medici,  dicendo che lo dice anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità…che in questo moment, e questo lo aggiungo io,  di certo non ha brillato.

Domanda: “A 2000 inoltrato da mo’, siamo davvero certi che i valori delle varie analisi che si fanno negli ospedali attraverso l’analisi del sangue, siano ancora attendibili, dato che da tempo il mondo è cambiato in quasi tutte le sue sfaccettature esistenziali, sociali, alimentari, professionali e quant’altro, cose tutte che inevitabilmente hanno influenzato anche tutti i valori  ?

Mi risulta, tanto per fare un esempio unico per tutti, che la glicemia (indice di glucosio-zuccheri nel sangue) debba restare entro entro i 100 mg/dl (milligrammi per decilitro), a partire da 60-70 mg/dl,  pena cecità, retinopatie, problemi cardiovascolari, alterazione del metabolismo, problemi ai piedi ecc.ecc., ebbene io conosco persone di quasi 90 anni che hanno glicemie quotidiane oltre i 140 mg/dl da oltre mezzo secolo e che, stando benissimo, continuano a lavorare, ovviamente sulla base delle risorse connesse all’età…

Detto questo, non vorrei che, sulla base di quanto ci ha fatto capire oggi in maniera tanto precaria  la scienza medica per il coronavirus,  che anche detti valori, incluso altri, risentissero dello “status” attuale di questa scienza che, se finora ha saputo parlarci solo di igiene e mascherine, potrebbe aver dimenticato che il mondo, e quindi anche i valori sanitari di riferimento, potrebbero essersi modificati, senza che fosse proprio questa pandemia a ricordarcelo; realtà questa che, se fosse tale, dovrebbe mettere tutto in discussione.. anche la sanità.

ARNALDO DE PORTI

(Belluno-Feltre

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