IO, OTTIMISTA, PENSO CHE IL CORONAVIRUS CE LO RICORDEREMO COME UN RAFFREDDORE IN CONFRONTO AD UNA MIRIADE DI CONSEGUENZE FUTURE ANCHE DI TIPO MENTALE…
Alla mia rispettosa età (me lo dico io e me lo ascolto così nessuno dovrà sforzarsi di esprimere un suo giudizio), malgrado abbia già varcata la soglia delle 85 primavere continuando a lavorare (anche questo pezzo giornalistico lo conferma) mi sono trasformato in una sorta di osservatore sociale, e ciò in una dimensione di 360 gradi. Che poi, quanto vedo io, non sia visto dagli altri, ciò non importa in quanto vorrei, a questo punto, che il mio apporto civico-culturale potesse in qualche modo esprimere qualcosa di positivo, anche nei riflessi familiari e strettamente parentali.
Questa mattina, appena uscito di casa, sita questa in una sorta di cornice panoramica per la sua bellezza di fronte al Monte Pizzocco, 2.286 metri, che fa parte delle Alpi bellunesi, inserito nel Parco nazionale delle Dolomiti, (di cui a foto) ho avuto un pensiero di grande apprezzamento e riconoscimento verso la natura che chiede solo rispetto, in cambio di niente. D’accordo, rispetto a chi vive al decimo piano di un appartamento nei pressi della stazione centrale di Milano, mi ritengo pertanto molto fortunato di vivere in questo posto che anche lo scrittore-giornalista-sportivo Dino Buzzati, nato a qualche chilometro da casa mia, ma con vista comune del Montre Pizzocco, ha molto apprezzato ed amato , trasferendone la sua bellezza in quasi tutto il mondo, in diverse lingue. Pensando a lui, ho avuto un transfert verso gli anni 50-60 del secolo scorso e, facendo un paragone con questi giorni “particolari” del 2020, è emersa in tutta la sua cruda e brutale evidenza come l’uomo, in un arco di tempo di pochi decenni, abbia trasformato la natura in una realtà in cui (ma solo secondo l’uomo moderno) si può fare tutto, anche calpestarla ai fini del profitto. Ovviamente, non era necessario che dessi nuovamente riviviscenza ad una tale riflessione, peraltro già dentro di me da alcuni anni, stante il fatto che questa nostra natura, del tutto disinteressata, oggi sembra dircelo per l’ennesima volta, facendoci capire come stanno le cose attraverso una specie di…aperitivo dal nome Covid, ricordandoci altresì come l’uomo sia piccolo, caduco e le sue “performances” siano effimere… se non si metterà in testa di cambiare.
Ad evitare tristezza da aggiungere a quella depressione che si avverte quando gli anni residuali di vita appaiono scorrere a velocità supersonica, ho deciso di cambiare scenario: anziché guardare la cima dei monti, Pizzocco in primis, ho guardato verso il basso, ma, per vedere meglio, sono stato costretto a dare uno scossone alla mia testa per permettere agli occhi di focalizzare meglio ciò che mi si parava davanti.
Nel paesino, Meano di Santa Giustina (Bl) nel quale alterno la mia vita con altro ridente paese, Zermen di Feltre (Bl), ho osservato scene di vita che, definirle angoscianti, sarebbe eufemistico. Scene che, in un paese piccolissimo, si avvertono ancor di più rispetto alle grandi realtà.
Mascherine costruite in casa indossate da vecchi che, con tutto il rispetto per l’età, sembravano …disertori del cimitero, silenzio tombale che mi richiamava il dopo-bombardamenti della seconda guerra mondiale ai quali, purtroppo, ho assistito da piccolo, paesani umili ed onesti, uno ad uno con la mascherina e guanti, per prendere un paio di panini dal fornaio, ed una fetta di mortadella al supermercato vuoto, esattamente come si faceva in tempo di guerra con le carte annonarie, e così via fino a costringermi ad addivenire alla ormai risaputa e conclamata constatazione, che è la seguente:
“Ormai abbiamo contaminato la natura ed essa ce lo vuol far capire ma, trovando in noi degli ipovedenti ed audiolesi, sembra non aver più fiato da spendere..”
Il guaio è che, di questo passo, salvo un miracolo di Cristo, non si salveranno né capra né cavoli…
Il dover affermare che, per risanare la mente umana sia necessaria una peste, ormai l’hanno capita tutti… per cui, se prevarrà il masochismo psico-fisico, io di certo non sarò stato avaro di parole per evitarlo. Non vorrei, e chiudo, domandandomi se la frase : “Andrà tutto bene…”, sia più vicina ad un atto di fede per auto incoraggiarsi o che altro…?”
Arnaldo De Porti
(Belluno-Feltre)