di Maria Florenzio
Coldiretti Taranto. Agli allevatori della provincia ionica, così come sta accadendo anche nella murgia barese, continuano ad arrivare comunicazioni su variazione al ribasso del prezzo del latte alla stalla, di riduzione delle quantità fino ad arrivare al mancato ritiro da parte dei trasformatori. E questo sta mettendo a rischio la sopravvivenza e il lavoro delle aziende zootecniche, senza considerare l’indotto e la stessa industria casearia.
“Sono insostenibili le richieste di riduzione del prezzo del latte pagato agli allevatori proprio mentre i supermercati vengono presi d’assalto e nelle stalle si continua a mungere per garantire le produzioni”. La denuncia arriva da Coldiretti, che sta attivando ogni iniziativa utile per garantire la tenuta del livello del prezzo del latte facendo appello non solo alla grande distribuzione organizzata affinché, con senso di responsabilità, scelga prodotti lattiero – caseari italiani, ma anche all’industria casearia affinché ritiri solo latte nazionale. E poi ci sono le istituzioni (Ismea e Agea), cui Coldiretti chiede di aprire tutti i canali possibili per smaltire le produzioni, a partire dal ritiro per gli indigenti.
Per Coldiretti Taranto, “bisogna attivarsi insieme, allevatori e trasformatori, per profilare percorsi che sostengano l’economia, il lavoro e il territorio. Necessita che supermercati, ipermercati e discount aderiscano con atti concreti alla campagna di mobilitazione #MangiaItaliano, privilegiando negli approvvigionamenti sugli scaffali le mozzarelle e i formaggi di latte pugliese piuttosto che quelle ottenute da cagliate straniere”.
Coldiretti al contempo ha approntato “un vademecum di comportamenti virtuosi che permettano agli allevatori pugliesi – spiega il presidente Coldiretti Taranto Alfonso Cavallo – di continuare a produrre evitando, però, in questa fase contingente e provvisoria, di immettere sul mercato quantità di prodotto in eccesso. Stiamo consigliando ai nostri allevatori – aggiunge il presidente Cavallo – di aumentare la quota di foraggi nelle razioni, di rimodulare la somministrazione di concentrati nelle vacche a medio – avanzato stadio di lattazione, di anticipare di non più di dieci giorni l’asciutta delle vacche a fine lattazione e di ridurre il numero delle mungiture delle vacche a fine lattazione. E, nel caso di robot, occorre limitare a due le mungiture della mandria. E, ancora, serve anticipare l’uscita degli animali già destinati alla riforma e alimentare i vitelli con latte munto”.
Intanto, sulla speculazione in atto sul latte, Coldiretti ha già informato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed il Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova e ha attivato una casella di posta sos.speculatoricoranavirus@coldiretti.it per raccogliere informazioni e segnalazioni sulla base delle quali agire a livello giudiziario se non verranno fornite adeguate motivazioni.
E, ai tempi del coronavirus, serve la massima attenzione degli allevatori verso i propri salariati affinché siano assicurati elevati livelli di sicurezza e precauzione per evitare i contagi da covid-19, che, oltre ad avere ripercussioni sulla salute, metterebbero “fuori gioco” le stalle: in assenza di personale, non si potrebbe garantire l’essenziale attività giornaliera.