IL PUNTO n. 757 del 13 marzo 2020 di MARCO ZACCHERA ( marco.zacchera@libero.it )

Sommario: VIRUS: CERCASI COMANDANTI – E LA FEDE ? – TAIWAN FUORI DAL VIRUS – TELEFONOVENDITE – USA: PRIMARIE DEMOCRATICHE

COMANDANTE (ED EUROPA) CERCASI
La prima vittima dell’epidemia si chiama Europa.
Una Europa politica alla deriva dove non si vuol capire la necessità di usare un metro uguale per tutti per affrontare l’emergenza e dove solo la miopia della BCE e in primis della sua presidente francese Christine Lagarde poteva comportarsi in modo così superficiale facendo perdere al continente centinaia di miliardi di euro mentre l’economia affonda.
Un disastro generale in cui l’Italia brilla per nullità di peso politico, anche se il prode Paolo Gentiloni ne sarebbe addirittura il “Commissario economico” (ma è sparito dai radar: è in quarantena anche lui?).
Vale per i vertici in Europa ma anche all’interno dove il solito Travaglio – sul “Fatto Quotidiano”- era stato categorico: no a Bertolaso inteso come “uomo forte” che coordinasse la protezione civile, perché sarebbe la dimostrazione che la democrazia non esiste e l’anticamera di una qualche dittatura (!)… e poi c’è già comunque chi deve governare con potere di decidere.
Conte si adegua volentieri con la sua tacita autostima narcisistica e godendo di vedersi trasmesso ogni sera da solo in TV a reti unificate (Mattarella, dopo una breve apparizione, è scomparso di nuovo…) nominando quindi un signor nessuno a commissario per gli approvvigionamenti, figura che così resterà nell’ombra.
Eppure anche l’attuale Premier non lo ha eletto nessuno, non ha titoli specifici, guida un governo raffazzonato ed eterogeneo prendendo decisioni che solo il futuro ci dirà essere state più o meno tempestive e giuste.
MI ASTENGO DAL CRITICARE L’ESECUTIVO PERCHE’ NON E’ COSA NE’ PERIODO, PERO’ UN BERTOLASO OPERATIVO AL VERTICE MI AVREBBE DATO MOLTE PIU’ GARANZIE.
Certamente Conte è alla guida di un paese dove è difficile convincere i cittadini a comportamenti ordinati e seri, conseguenti alla situazione, dove convive lo spirito di eroismo e di solidarietà di alcuni con gli aspetti più squallidi ed egoistici.
Le immagini di chi scappa nottetempo da Milano, assalta i supermercati senza motivo o le rivolte nelle carceri sono tutti sintomi di un paese di “furbi”, difficili da governare.
E’ pur vero, però, che se vengono fatte circolare bozze “riservate” e contraddittorie di decreti è logico che poi si scateni il panico ed una volta di più bisognerebbe sollevare le pesanti responsabilità e incapacità dell’ ufficio stampa di palazzo Chigi.
Il grande vantaggio di un Bertolaso “supercommissario” avrebbe significato avere ai vertici delle strutture una persona tecnica, che non dovesse pensare al proprio futuro politico ma solo a prendere decisioni precise, chiare e tempestive senza doversi porre il problema del “dopo”.
Per questo speravo che una persona stile Bertolaso venisse nominata subito, con poteri veri e costringendoci alla disciplina perché i “metodi cinesi” sono possibili solo in una dittatura comunista, ma comunque delle regole vanno date e soprattutto devono essere rispettate e fatte rispettare. Da tutti.

E LA FEDE ?
Non ho capito la decisione di permettere l’accesso ai bar fino a mercoledì scorso e di aver invece vietato da tempo le cerimonie religiose, pur osservando l’opportuna distanza tra i fedeli: forse che l’uomo non ha bisogno anche della spiritualità?
Domenica scorsa nella mia parrocchia la Messa è stata celebrata dal parroco da solo e in forma privata, pur essendo spiritualmente in comunione con tutti.
Appena fuori sul sagrato i bar erano pieni di gente seduta (e in piedi) stretta stretta per l’aperitivo: una vergognosa assurdità.

L’uomo moderno non crede più, si sente immune dai rischi e padrone del proprio destino. Poi basta un virus grande qualche nanomillimetro ed ecco che vede anticipare in modo drammatico ed immediato il suo destino di morte.
Ho purtroppo notato che il Coronavirus non ha portato – almeno visibilmente – a un minimo di ritorno alla Fede, anche perché chi crede ha avuto ed ha paura di farsi giudicare vecchio e retrogrado.
Una volta la peste la si curava con preghiere, novene e processioni, oggi ovviamente non più, perché quasi nessuno è portato a pensare che una reliquia, un simulacro, un’immagine miracolosa possa salvarlo dal male dopo che la scienza ha spiegato tutto (o “quasi” tutto), eppure credo che in questi momenti difficili un po’ di Fede non solo sarebbe utile, ma necessaria.
Anche chi non crede – ma è comunque persona saggia – si sarà pur messo in questi giorni in una posizione di riflessione, di ricerca, di dubbio.
Dedichiamo allora un po’ di tempo anche a queste cose, magari approfittando del “vuoto” che ci ritroviamo intorno rispetto al correre di ogni giorno, riscoprendo il valore di ore che corrono più lente e senza frastuono.
Riflettiamo sui nostri limiti, su altri e più veri valori, sulle contraddizioni di una società distratta e superficiale. Nel silenzio (e nella preghiera, per chi si sente di doverla ricordare) ritroveremo un po’ di noi stessi, un po’ di certezze, una nostra nuova dimensione… e allora forse anche il virus sarà servito a qualcosa.

TAIWAN FUORI DAL VIRUS
Nell’escalation del coronavirus nessuno parla di un paese che ha sconfitto la malattia ed è Taiwan, dove l’organizzazione (democratica) dello stato ha subito affrontato l’epidemia, bloccato a 45 il numero dei contagiati ed ormai quasi superato ogni quarantena.
A solo a 120 km. dalla Cina continentale e con oltre mezzo milione di persone operative nelle aziende cinesi, i 24 milioni di taiwanesi – pur stipati su una isola relativamente piccola – se la sono cavata da soli, nel silenzio del mondo. Il nostro governo ignora Taiwan ed anche le sue offerte di collaborazione medica perché la politica di sudditanza con Pechino “impone” a Di Maio e soci di essere sordi su questo fronte, ma è una discriminazione assurda, con un preconcetto ed una arroganza semplicemente folle.

NEANCHE CON IL VIRUS !
Neppure il Coronavirus ha ridotto l’epidemia quotidiana di messaggi telefonici e web con proposte di nuove tariffe gas/elettriche, fantastiche opzioni TV, abbonamenti telefonici concorrenziali. Tutte chiamate che in barba a qualsiasi privacy (legge da abolire, perché evidentemente inutile !!!) ti raggiungono sempre ed ovunque, soprattutto nei momenti meno opportuni.
E’ un’altra vera epidemia, un’alluvione. Se protesti e chiedi chi mai abbia dato il tuo numero di telefono ti rispondono addirittura che lo hai chiesto tu… Segue il consueto diverbio, che però ultimamente lascio correre sia perché ci sono altri problemi da affrontare sia perché quelle povere persone del call-center sono probabilmente delle disperate ancora più di noi.
Chissà, solo se vendessero mascherine e gel forse in questi giorni farebbero affari…

PRIMARIE USA, E’ BIDEN IL “COMPETITOR”
Anche questa settimana propongo una riflessione tratta da un testo di Gian Carlo Poddighe sulla situazione in USA dove i democratici hanno praticamente scelto Joe Biden a competere contro Trump.
……..
Il partito democratico è una macchina molto più rodata ed efficiente di quella repubblicana e ha fatto la sua scelta su Joe Biden, come si vedrà definitivamente tra pochi giorni quando si voterà per le “primarie” in grandi Stati come l’Illinois e la Florida, nei quali Biden è favoritissimo, Sanders ha perso anche in passato e dove è ulteriormente caduto per la sua apologia al castrismo cubano.
Joe Biden (pur non essendo considerato un vincente per i suoi trascorsi, i suoi interessi e zavorre famigliari, le sue gaffe, la senilità che affiora in una oratoria confusa e ripetitiva) è l’obbligato prodotto del momento, nato della necessità della casta “democratica” di salvare sé stessa anche in caso di suo fallimento.
Ad aiutare Biden anche Obama è intervenuto al momento giusto, l’ unico che poteva mobilitare i leader neri al Sud. L’ex presidente sa benissimo che gli afroamericani e i sindacati al nord hanno la vera capacità di mobilitazione, molto superiore a quella dei giovani che avrebbero dovuto essere il supporto di Sanders.
Anche grazie alla discesa di Obama – più vendibile ed accettabile di quella dei Clinton – il miliardario Bloomberg è stato asfaltato e rottamato e così Biden ha potuto rialzare la bandiera del riformismo rottamando Sanders.
Il vertice democratico ha insomma scelto il male minore.
Trump aveva un solo nemico, se stesso, ma oggi ha un nemico subdolo e potente, che potrebbe minarne la possibilità di rielezione per la possibile cattiva gestione dell’ imprevedibile emergenza sanitaria che si è trovato a fronteggiare.
Sta già correndo ai ripari con un poderoso intervento economico/finanziario, una sorta di Piano Marshall al quale nemmeno i democratici potranno opporsi. Verrà anche una mobilitazione della macchina militare americana con le proprie competenze e conoscenze nel campo della guerra NBC ma non è detto che basterà dopo aver minimizzato fin troppo la crisi sanitaria.
Certo che un successo di Trump anche su questo fronte ne farebbe un leader mondiale, ma una sconfitta lo metterebbe pericolosamente a rischio.

UN SALUTO A TUTTI E BUONA SETTIMANA – MARCO ZACCHERA

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