OK INFORMARE SUL VIRUS, MA SI CONSIDERI ANCHE IL TARGET SOCIALE DESTINATARIO DELLE INFORMAZIONI

In questi giorni siamo letteralmente “tempestati” di giuste notizie, di raccomandazioni e quant’altro allo scopo di fronteggiare, per chi ancora fortunatamente non ce l’ha, il virus che sta cambiando tutti i comportamenti che assumevamo sino a ieri.
A questo proposito, sarebbe necessario aggiungere anche un altro tipo di raccomandazione a cui, non credo di dover anticipare il sacramentale “salvo errore”, se ne parla poco o, quasi niente, da parte degli addetti all’informazione scientifico-sanitaria, ma anche dai comuni mass-media.
In giro, si fa per dire, perché limito i miei spostamenti in base alle istruzioni ricevute dalla scienza ufficiale, incontro gente spaventata, quasi fuori di testa per quanto sta accadendo e, onestamente, pure io non mi sento troppo tranquillo, ed ora più di prima, in quanto anche la mia ex-residenza geografica veneziana è stata lambita, o addirittura, contrassegnata come “zona rossa”.
Una domanda, ma anche un suggerimento alla classe medica che, in questi giorni, prodigandosi e soffrendo essa come… Cristi in croce allo scopo di far fronte a questa grave calamità sanitaria, è ovviamente costretta a badare al male maggiore rispetto alle cose correlate.
Vorrei dire infatti che la pioggia di notizie che arrivano a noi , spesso impreparati sotto l’aspetto sanitario, vengono recepite anche da classi sociali culturalmente deboli-precarie tanto da venir psicosomatizzate da esse al punto da trasformare le sensazioni psichiche in vere e proprie malattie organiche.
E’ noto infatti, per dirla in parole semplici, che se uno si mette in testa di avere un cancro, col passar del tempo, la psicosomatizzazione di una qualsiasi inesistente patologia può trasformarsi in malattia vera, magari non sarà necessariamente cancro ma qualcosa di diverso….
Vorrei dire insomma che, in questa contingenza sanitaria, alla già grave situazione patologica in atto per via del coronavirus, se ne potrebbero aggiungere altre che, in qualche modo, finirebbero per determinare ulteriori problemi al mondo sanitario, talvolta provocando qualche imbarazzo nelle diagnosi già difficili anche alla stessa classe medica.
Quindi, a mio avviso, non guasterebbe fornire qualche informazione in più, anche sotto detto aspetto.
ARNALDO DE PORTI

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