Ormai abbiamo titolo per dire che non capiamo più niente, o quasi, in merito alla patologia che sta investendo, un po’ qua un po’ là, non soltanto l’Italia. E’ stato detto infatti tutto ed il contrario di tutto anche dalla classe medica che dovrebbe essere il presidio ultimo della nostra salute.
Ci sono soggetti dichiarati “guariti” ma che – ahimè – ritornano in ospedale di nuovo in possesso del virus;
si dice che la malattia non è trasmissibile dall’animale all’uomo ma nessuno ha il coraggio di affermare che ciò risponda al vero, anzi ultimamente pare essere stata smentita;
si fanno analisi su cani e gatti e si scopre che sono portatori del virus non solo del covid-19, ma anche di quello dell’HIV e, francamente, appare piuttosto strano che detta trasmissione non sia possibile;
il governatore del Veneto ieri ha detto che i cinesi mangiano anche i topi determinando una sollevazione di critiche anche da parte dell’Ambasciata Cinese come se non fosse vero che, da molti anni, ci raccomandano di non usare prodotti cinesi in quanto tossici e, malgrado ciò, detti prodotti continuano a essere smerciati a prezzi bassissimi in tutto il mondo, Italia compresa;
si dice che il virus è fatale per portatori anziani di altre patologie senza ipotizzare, meglio sarebbe dire dichiarare apertamente, che sorti infauste normalmente sono sempre state appannaggio di soggetti in età avanzata rispetto ai più giovani;
si dichiara che il virus sembra avere un’evoluzione positiva citando un gap fra guariti, morti ed infettati, ma poi i numeri sembrano contraddire la realtà;
si constata che molti medici e governatori di alcune regioni, ma anche mass-media, aprono contenziosi non trascurabili fra loro;
il massimo esponente dell’Organizzazione mondiale della Sanità dice pubblicamente che siamo di fronte ad una potenziale pandemia ecc.ecc.
Nota dell’ultima ora: si dice che il virus, contrariamente a quanto la scienza dichiara, potrebbe avere una trasmissione casalinga come quella riportata qui di seguito: dove esistono allevamenti animali potrebbe succedere che i loro escrementi derivanti da alimentazioni tossiche (concimazioni non controllate) vengano trasmessi addirittura nelle case determinando varie patologie (dr. Vincenzo D’Anna, virologo, Presidente dell’Ordine dei Biologi milanesi).
Egli infatti dice papale papale : “ Sembra che tale virus sia domestico e non abbia cioè alcunché da spartire con quello cinese proveniente dai pipistrelli. Un virus padano, per dirla tutta, esistente negli animali allevati nelle terre ultra concimate con fanghi industriali del Nord”
I contagi, dunque, sarebbero due: “Uno pandemico a diffusione lenta attraverso i viaggi degli infettati, e l’altro locale”. Quest’ultimo poco più che un virus para-influenzale, di nessuna nocività mortale se non per la solita parte “a rischio” della popolazione.
Non bisogna, a mio avviso, essere degli “illuminati” per recepire una certa convinzione basata sul detto andreottiano, secondo cui “ pensando male spesso si indovina” dato che, a questo punto, la pubblica opinione vive la sensazione che anche la classe medica abbia capito molto poco sul fenomeno che in questo momento attanaglia il mondo e confidi (la classe medica) solo sull’evolversi, in una direzione o l’altra, per capirne qualcosa. Se poi si aggiunge quanto diceva Indro Montanelli e cioè che i soloni della medicina spesso inciampano in un filo di lana, tutto ciò finisce per aumentare ogni dubbio a questo riguardo.
Oggettivamente, quest’ultimo è un pensiero da me sollevato parecchie volte (anche su libri) realtà che, data la precarietà culturale in questo argomento da parte dello scrivente, non ha mai trovato recettori.
Speriamo in Dio.
ARNALDO DE PORTI