I media nazionali (e forse anche internazionali) hanno aperto con l’espressione giubilante: "Cartabia, prima presidente donna della Corte costituzionale".

Nemmeno un miracolo divino avrebbe trovato cotanta enfasi. Sin dalla notte dei tempi, sono esistiti lavori femminili e lavori maschili. Negare tale ovvietà è chiaramente impossibile. Con l'illuminismo, la rivoluzione francese e il conseguente avvento del femminismo, le donne si sono messe in testa di essere in tutto e per tutto uguali agli uomini. In parole semplici hanno accusato la natura di essersi sbagliata, di essere razzista, sessista e maschilista. Un addebito, a dir poco ridicolo. Nonostante la “battaglia” contro il corredo genetico fa ridere i sassi e quei pochi non ancora assimilati alla dittatura del pensiero unico e del politicamente corretto, l'emulazione a scimmiottare l'uomo non conosce tregua. Se le donne vogliono somigliare all'uomo, perchè nessuna aspirante “mutante” anela alla professione di elettricista, idraulico, macellaio, spazzacamino, becchino, pastore di capre, minatore, netturbino, facchino, svuotatore di fosse biologiche e scaricatore di porto? Quando si vedranno donne indossare i panni delle suddette professioni, della donna, della madre, della dolcezza e della femminilità, rimarrà solo un vago nostalgico struggente ricordo. Altro che conquiste femminili!

Gianni Toffali

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