MARGINALMENTE N. 224 del 9.Nov.2019

di Antonio Biella

IL PAESE PIU’ PAZZO DEL MOINDO

Non mi interessa buttarla in politica e la mia non vuol essere la milionesima critica alla Finanziaria di quest'anno, però voglio fare – marginalmente – un’ osservazione. Pensare di aumentare la tassa sulle cartine usate per avvolgere le sigarette non è politica, non è economia, è solo frutto di una mente malata. Credo che si possa parlare di una vera e propria perversione se il termine, secondo la Treccani, vuol dire “deviazione dalle norme morali e sociali riconosciute e condivise”.

Un po’ come quelli che amano leccare il tacco di una scarpa femminile piuttosto che baciare una donna. Perché, attaccarsi a queste micro-piccolezze vuol dire, come diceva mia nonna, essere “ai piedi di Cristo” o, come si dice solitamente, raschiare il fondo del barile. Quindi, questi perversi sgovernanti (vocabolo non presente in Treccani solo perché i vocabolari non sono ancora aggiornati ai nostri tempi giallo-rossi) possono arrivare a tutto prendendo a pretesto la salute dei cittadini, il benessere degli animani, la salvaguardia dell'ambiente, l’ inquinamento atmosferico, il riscaldamento globale, i cambiamenti climatici e l’umore di tal Greta Tunberg che vedo sempre così turbata alla sua verde età. Per esempio, penso che possano mettere una tassa sulla luce del frigorifero con la scusa che aprendolo troppo spesso possiamo ingrassare e quindi contrarre le malattie tipiche degli obesi; oppure una tassa sui castelli di sabbia che fanno i nostri bambini (per la verità già vietati da alcuni “testicula” con fascia tricolore) perché rovinerebbero lo skyline delle coste. E perché non mettere una tassa sugli elastici delle mutande affinchè, usate le seconde sino allo smollamento, aiutino i cittadini a mostrar ignude le terga al potente politico? Potrei andare avanti all'infinito. La verità è che sono tutte scuse per tassare all’infinito senza mai fare nulla se non distruggere le aziende che fanno lavorare migliaia di operai.

RAZZISMO O MANICOMIO?

Detesto ogni razzismo, ultima risorsa delle nullità perché si sentano superiori a qualcun altro, e in particolare detesto ogni forma di razzismo contro gli ebrei che nella recente storia hanno pagato uno sconvolgente tributo di sangue. Detto questo, vorrei capire due cose: come può un essere umano minacciare una nonnina di 90 anni come la senatrice Liliana Segre (se questo è il nuovo nazifascismo – on. Fiano – possiamo stare tranquilli: basta riaprire i manicomi).Una donna, oltretutto, che è sopravvissuta ai campi di sterminio dei nazisti, quelli veri, non quelli da tastiera. La seconda cosa è perché lo Stato consente ancora che su internet chiunque possa compiere ogni nefandezza nel più felice anonimato quando in Italia ogni persona per bene è schedata, controllata nei movimenti del proprio danaro, di loro si sa dove abitano, con chi, quanta energia consumano, cosa mangiano, ecc.

EX ILVA SPECCHIO DELL’ITALIA

Essendo tarantino almeno due parole devo dirle. Quando lo stabilimento siderurgico era di proprietà dello Stato (Iri e Prodi) inquinava 100, nessuno lo sapeva e nessuno protestava; quando è passato ai Riva, ob torto collo (dei proprietari) ha inquinato di meno (70 su 100?) ma tutti hanno preso a protestare e la magistratura è intervenuta con insolita durezza; ora che è passato alla nuova cordata (che sta realizzando la più colossale opera di copertura dei parchi minerali: due mega capannoni da circa 700 metri per 200, alti quanto un palazzo di 25 piani), la magistratura chiude il 2° altoforno e il 4° sporgente al porto, e il governo toglie la precedentemente concessa immunità penale necessaria sino al completamento delle migliorie. Tutto in ossequio alla decantata “decrescita felice” dei grillini i cui parlamentari, invece, vedono felicemente crescere il numero di stipendi da 12mila euro al mese. “E chi se ne fotte di 15mila operai!”.

Sull’argomento, il signor ministro Di Maio ha tuonato:”Arcelor Mittal deve risarcire i danni!”. Mi chiedo: ma quando e come Di Maio risarcirà i danni all’Italia?

Antonio Biella

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