Qualche giorno fa si è parlato di un anestesista 84enne di Padova (?) che rientra nei ranghi sanitari per mancanza di personale. Senza nulla togliere alla professionalità di questo medico, anzi ! apprezzandone il suo spirito di collaborazione emergenziale di natura socio-sanitaria, io, a questo proposito, avrei qualche perplessità sul suo reintegro non tanto con riferimento alla persona specifica che potrebbe avere riflessi più attivi di un ventenne (anche se la natura ci dice che non è così), ma piuttosto riferendomi a quella forma-mentis umana conservatrice che, ad una certa età, come quella anche dello scrivente, spinge un po’ tutti a…richiamare psicologicamente e non certo fisiologicamente il passato professionale, realtà che, ad 84 anni, potrebbero avere una qualche…controindicazione, come sarebbe proprio il caso di dire trattandosi di contesto sanitario. Insomma, per dirla in breve, un qualsiasi soggetto oltre gli 80 e passa, non lo vedo al…tiro al piattello, salvo casi eccezionali.
Piuttosto c’è anche da meravigliarsi se in Italia, dopo tante discussioni sui numeri chiusi alle università, non si sia programmato un piano sanitario capace di risolvere situazioni come la predetta, preferendo far scappare all’estero molti medici, i quali, secondo me più per arricchire il loro curriculum sulla carta che per migliorare la professione che in Italia è già eccellente, finiscono per determinare gravi problemi al contesto sanitario italiano.
Di certo queste situazioni non si risolvono in tempi brevi, restando purtroppo il fatto che esse non possono aspettare per ovvi motivi. Pena un serio disagio per la salute pubblica.
Arnaldo De Porti
