Ancora una volta Il Rotary Club Massafra promuove l’informazione e la cultura con la conferenza intitolata “Magistrati e mass – media nell’ottica disciplinare”.
Il club massafrese è organizzatore capofila dell’evento svoltosi lo scorso 22 febbraio nella sala ricevimenti “Villa Natia”.
Matera, Grottaglie e Ginosa – Laterza, insieme a Massafra, sono i Rotary Club che, in sinergia, hanno collaborato per consentire la realizzazione della serata.
In apertura l’indirizzo di saluto del presidente Rotary Club Massafra Vito Semeraro il quale ha poi ceduto la parola ai colleghi presidenti. Al ricco tavolo istituzionale presenti Antonio De Tommasi presidente del Rotary Club Matera, Albino Maggi presidente del Rotary Club Grottaglie, Massimo De Luca presidente del Rotary Club Ginosa – Laterza. Corale il plauso espresso dai presidenti per l’elevata caratura della conferenza e per la scelta del tema di grande interesse.
A Vito Semeraro è toccato il compito di presentare il relatore, il dottor Giovanni Caroli magistrato ordinario in servizio al tribunale di Taranto nella I sezione penale.
Al dottor Franco Losavio il compito di introdurre l’argomento della conferenza.
Si è entrati nel vivo con la relazione del dottor Caroli che ha chiarito qual è il comportamento corretto del magistrato nei confronti degli organi di informazione.
«Generalmente – ha esordito il dottor Caroli – il problema del rapporto con la stampa non si pone in quanto i magistrati tendono a non parlare e ad evitare i giornalisti. A definire quali siano gli illeciti ed i relativi provvedimenti disciplinari – ha poi approfondito – è il legislatore che nel 2006 ha chiarito un campo in passato parecchio nebuloso in quanto non regolamentato da norme specifiche. Prima del 2006, infatti, non conoscevamo gli illeciti puniti dal disciplinare ed in questo anche il CSM e l’associazione magistrati hanno fatto chiarezza.»
Prima del 2006 non c’erano norme che dessero indicazioni al magistrato in merito al rapporto con la stampa. Sintetizzando quanto esposto dal dottor Caroli, è possibile affermare che il magistrato può esprimersi in qualunque contesto purché non violi la segretezza e la riservatezza degli atti processuali e dei processi in corso di svolgimento. La fuga di informazioni riservate o atti segreti comprometterebbe la segretezza delle indagini in corso. La posizione del magistrato, qualora si esponga pubblicamente, deve essere sempre di equilibrio.
«Il legislatore – ha affermato Caroli – chiarisce che esistono dei margini di dialogo con i giornalisti. Il magistrato talvolta prende decisioni che risultano impopolari e parecchio contestate perciò, anche con un processo ancora non passato in giudicato, deve poter parlare di casi pendenti davanti a lui difendendo la sua onorabilità. È chiaro che – ha sottolineato Caroli – esiste il rischio di protagonismi dei magistrati quando questi partecipino, sovraesponendosi, all’agone della polemica pubblica.»
«La norma è chiara, nessun PM può parlare alla stampa dei processi che sta conducendo. Il magistrato, invece, ha dei margini di dialogo tanto è vero che spesso è invitato ad esprimersi sui casi che ha trattato una volta passati in giudicato. Il giudice – ha commentato Caroli – non può essere il promotore dell’attenzione mediatica sulla sua attività professionale. Proprio per la sovraesposizione sulla stampa, la verità storica finisce per soccombere sulla verità mediatica.»
«Nel momento in cui si espone – ha spiegato Caroli – il magistrato non deve violare il principio della presunzione della non colpevolezza in particolare riferendosi ad un processo in corso di svolgimento. Il legislatore ha imposto che, in tale circostanza, a pubblicizzare le informazioni debbano essere fonti terze quindi non il magistrato titolare ma il giudice designato dal presidente del tribunale.»
Terminato il brillante intervento del dottor Giovanni Caroli, scevro da tecnicismi per addetti ai lavori, gli assistenti del governatore Paolo Porcari e Francesco De Geronimo hanno tratto le conclusioni.
Una relazione interessantissima e chiara ha stimolato un vivace dibattito nel corso del quale ogni interrogativo ha trovato risposta.
Arricchente dunque il riuscitissimo interclub che ha acceso i riflettori su un tema delicato quanto attuale.
Mariella Eloisia Orlando