Beppe Severgnini non ha capito una cosa elementare


Ma sì, è così. Scrive in calce alla lettera di una lettrice: “Però ti vergogni a scrivere queste cose, di’ la verità… Altrimenti firmeresti con nome e cognome, no? Soliti coniglietti bellicosi, che pazienza ci vuole…”. E poi, tra parentesi: “Perché pubblichiamo? Perché ogni tanto è bene sappiate cosa arriva, anche a un blog antico ed educato come questo”. E non ha capito, giacché gliel'ho spiegato mille volte, che lui può pubblicare ciò che vuole (come tutti i giornali, del resto), anche la lettera più schifosa, più volgare, più offensiva, più falsa, tutto può pubblicare purché, come ha fatto questa volta, metta in calce alla missiva almeno un rigo di disapprovazione. Altrimenti, poiché chi tace, si sa, acconsente, fa passare un messaggio sbagliato che nuoce innanzi tutto proprio al blog antico ed educato. Non è semplice?

Renato Pierri

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