IL PUNTO n. 649 del 3 novembre 2017 di MARCO ZACCHERA (marco.zacchera@libero.it)

SOMMARIO: AL CENTRODESTRA SERVONO PROGRAMMI – BERLUSCONI NUOVAMENTE INDAGATO – VERBANIA RETROCEDE – UN LIBRO DI ALBERTO GUSMEROLI – Approfondimenti: LEGGI FINANZIARIE E CRISI NAZIONALI

Domenica si vota in Sicilia e il voto siciliano peserà nell' l’immediato futuro politico italiano anche perché sembra un aperitivo di quello di marzo. Grasso e Bassolino hanno intanto lasciato il PD sottolineando un crisi profonda per la leadership di Renzi.
Mentre la situazione si irrigidisce in Catalogna, con potenziali conseguenze anche per l’Unione Europea, gli USA tornano sotto attacco terroristico e lo stallo politico-militare in Libia ha riaperto il flusso dei disperati verso le coste italiane: temi trattati su questo numero de IL PUNTO.

IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DI CAPORETTO E DELLA FESTA DEL 4 NOVEMBRE HO PREPARATO UNA PICCOLA RICERCA SUL MIO CONCITTADINIO GEN. LUIGI CADORNA, CHI FOSSE INTERESSATO ALLA LETTURA PUO’ RICHIEDERMENE COPIA VIA MAIL

AL CENTRODESTRA SERVONO PROGRAMMI CHIARI
Sicuramente sono stati utili il riavvicinamento pre-elettorale e l’incontro di ieri a Catania tra i leader del centro destra che devono ora, assolutamente, presentarsi con un credibile programma comune in vista del voto di marzo.
Per favore, un po’ di serietà: è inutile ripetere tutti i giorni che ci vogliono meno tasse, più impresa, più lavoro, meno sprechi, meno burocrazia, più pensioni ecc.
Si spieghi bene agli elettori SE e COME si possano raggiungere questi risultati e il centro-destra sarà allora credibile e – se unito nell’anima oltre che sulle schede – vincerà alla grande, altrimenti sarebbero solo slogan di aria fritta, mettendosi allo stesso livello delle conclamate bufale di Renzi e della consueta ed eccessiva superficialità dei 5 Stelle.
Ma un po’ di credibilità e concretezza sono così difficili – finalmente – da costruire?

BERLUSCONI: GIUSTIZIA AD OROLOGERIA
Si avvicinano le elezioni e il possibile proscioglimento di Berlusconi (e Dell'Utri) alla Corte dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo ed ecco – puntualmente – scattare di nuovo la macchina giudiziaria proprio alla vigilia della decisione del governo di mettere un freno futuro all’uso esasperato delle intercettazioni.
Con grande eco di stampa si è appreso così che, per la quarta volta , si è tornati ad indagare sul presunto coinvolgimento di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri negli attentati mafiosi di Roma, Firenze e Milano ovvero nel 1993, ovvero su fatti di 24 anni fa.
Dell’Utri sta morendo dimenticato in carcere – pur avendo più di 75 anni – per un nebuloso teorema di “concorso esterno in associazione mafiosa “ (la condanna dell’Italia a Strasburgo per il suo caso potrebbe arrivare troppo tardi) mentre la Procura di Firenze – che già due volte tra il 1996 e il 2011 aveva indagato sugli stessi fatti e poi archiviato tutto – ha ora riaperto le indagini dopo aver acquisito cinquemila pagine di intercettazioni tra cui le chiacchierate in carcere tra il boss di Cosa Nostra Giuseppe Graviano e un altro detenuto, pettegolezzi che tirerebbero nuovamente in ballo, appunto, Berlusconi e Dell’Utri.
Sulla base di questi spezzoni di frasi (tra due detenuti che probabilmente sapevano benissimo di essere intercettati !) il Gip ha riaperto il fascicolo che aveva gia archiviato nel 2011.
Certo sarebbe bello sapere come mai la notizia sia immediatamente trapelata all’esterno (mai un’indagine e soprattutto una condanna sulle “gole profonde” che permettono l'immediata pubblicazione di testi e notizie teoricamente coperte da segreto d'ufficio!), e soprattutto quanto siano costate e quanti inquirenti siano stati impegnati a tempo pieno per raccogliere ben 5.000 pagine di intercettazioni, 24 anni dopo i fatti.

VERBANIA “SODDISFATTA” (!?), MA INTANTO RETROCEDE
“Grande soddisfazione” è stata espressa dall’amministrazione comunale di VERBANIA per essersi classificata ottava nel 2016 per la qualità ambientale cittadina che – come hanno sottolineato i media – è il miglior piazzamento tra le citta capoluogo del Piemonte.
Peccato che quasi nessuno abbia ricordato che – quando ero sindaco – Verbania sia stata per più anni la PRIMA città d’Italia in questa speciale classifica di Legambiente, giocandosela poi sempre sul filo delle primissime posizioni.

GUSMEROLI: “ CAMBIARE IL MONDO SI PUO' ”
Venerdì 10 novembre alle ore 18 presso l’hotel Antares di Via Gramsci ad ARONA avrò il piacere di presentare il nuovo libro del sindaco aronese ALBERTO GUSMEROLI “Cambiare il mondo si può”, intervistando l’autore.
Saranno presenti numerosi amministratori locali, tra cui il sindaco di Novara Alessandro Canelli, e l’assessore alessandrino Riccardo Molinari.
Ingresso libero, seguirà apericena.

Approfondimenti: FINANZIARIE ELETTORALI E CRISI NAZIONALI
La “finanziaria leggera” anticipata da Gentiloni, “fatta di poche cose centrate sul rilancio economico e senza lacrime e sangue” si è man mano inspessita sotto le spinte pre-elettorali ed è già a quota 130 articoli (ovvero centinaia di pagine) in cui c’è dentro di tutto e di più, compresa la rottamazione dei televisori.
E’ normale che le cose vadano così, soprattutto in chiave pre-elettorale quando la polvere va nascosta sotto il tappeto e ci penseranno i futuri governanti a tirarla fuori.
Meglio infatti tenersi buoni gli elettori possibilmente sostenendo di difenderli (come ha fatto Renzi) scagliandosi contro i vertici di Bankitalia.
Pur criticato aspramente il governatore Visco è comunque rimasto al suo posto, come restano le responsabilità del governo Renzi in campo bancario e i mancati controlli di Bankitalia che hanno permesso la rovina e gli imbrogli legati alle crisi di troppe banche. Notevole anche come alcuni dirigenti fossero stati assunti dalle stesse banche “controllate” .
Di queste vicende interne a Bankitalia si parla poco, così come dei rapporti con Banca Intesa (principale azionista della stessa Banca D’Italia) che di fatto hanno permesso privilegi assurdi a questo gruppo bancario in cambio del “salvataggio” delle banche venete, in un assordante silenzio di gran parte dei media nazionali.
Un altro tema poco approfondito sono le conseguenze causate dal sempre maggior deficit di bilancio previsto con la nuova finanziaria – che l’Europa già ci contesta – ed i riflessi della crisi spagnola anche sulle altre economie del Mediterraneo.

A questo proposito, in un saggio pubblicato su “Sussidiario”, il prof. GIUSEPPE PENNISI spiega bene le correlazioni tra politica ed economia anche rispetto alla crisi degli stati nazionali che si manifesta un po’ ovunque.
In sintesi, secondo Pennisi, terminate le guerre ideologiche ora il concetto di Stato-Nazione dovrebbe essere rivisto, e con esso quello di federazione e confederazione. Solamente gli Stati Uniti d’America non hanno ancora questo problema, perché dalla fine della Guerra di secessione si considerano “una Nazione indivisibile alla guida del mondo” e sono il melting pot di varie identità. Il problema ce l’hanno in Africa, dove le frontiere tra i differenti Stati sono state tracciate da quelle che allora erano le “Grandi Potenze” coloniali. Lo hanno in Asia dove si stanno risvegliando, un po’ dappertutto, tensioni identitarie e anche tribali.
È questo il quesito principale da porsi e se lo dovrebbe porre anche e soprattutto l’Unione europea: se il concetto di “Nazione” si appanna, si appanna ancora di più quello di entità “sovranazionale” con lo spappolamento dell’edificio costruito dal Trattato di Roma in poi. Indubbiamente, i metodi possono essere ben differenti: in modo negoziato come la separazione tra Repubblica Ceca e Repubblica Slovacchia o con una guerra come in Jugoslavia.
Il problema è la Catalogna che vale il 19% del Pil iberico e insieme a Lombardia, al tedesco Baden-Württemberg e alla regione francese della Rhône-Alpes, la Catalogna è considerata uno dei quattro principali motori d’Europa.
Barcellona è la capitale industriale della Spagna. Il suo prodotto interno lordo vale circa un quinto del totale spagnolo: 223,6 miliardi di euro nel 2016 su un totale di 1.120 miliardi. Il peso dell’export è ancora più incisivo: 65,1 milioni di euro su 254,5 milioni. In Catalogna, d’altronde, Nissan e Seat hanno insediato le loro fabbriche di automobili e settemila aziende straniere hanno aperto i loro uffici locali.
La Generalitat de Catalunya ha però, un pesante debito, da cui sta uscendo lentamente e che potrebbe esplodere in caso di uscita dell’Ue e dall’Eurozona. Per il ministro spagnolo dell’Economia, Luis de Guindos, l’indipendenza potrebbe costare alla Catalogna un tracollo del Pil dal 25% al 30%. I risultati del referendum e la successiva crisi istituzionale hanno già incrementato lo spread tra i titoli di stato spagnoli a dieci anni, i Bonos, e il parametro di riferimento europeo, i Bund tedeschi. La distanza è salita a oltre 119 punti base.
Un documento pubblicato da Bloomberg nei giorni scorsi consiglia gli investitori di disfarsi di titoli spagnoli.
Di fatto, dal punto di vista economico, con una secessione Spagna e Catalogna perderebbero entrambe. La Catalogna si ritroverebbe isolata dall’Ue e potrebbe perdere gran parte delle multinazionali che hanno investito nella zona. La Spagna sarebbe privata della sua economia più dinamica, con tutte le conseguenze sulla competitività internazionale e sulla tenuta dei conti pubblici. Secondo Pennisi l’Ue (e il Governo italiano) non dovrebbero tanto minacciare di non riconoscere la Catalogna come entità statuale, ma piuttosto spingere per una soluzione negoziata come avvenne con la scissione consensuale della Repubblica Cecoslovacca.
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IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DI CAPORETTO E DELLA FESTA DEL 4 NOVEMBRE HO PREPARATO UNA PICCOLA RICERCA SUL MIO CONCITTADINIO GEN. LUIGI CADORNA, CHI FOSSE INTERESSATO ALLA LETTURA PUO’ RICHIEDERMENE COPIA VIA MAIL

Un salutone a tutti Marco Zacchera

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