“Questa legge che sta venendo fuori dal Parlamento non è la migliore legge né quella che inizialmente aveva proposto il Pd. Bisogna fare di necessità virtù”. Così Piero Fassino, ex segretario Ds, ex sindaco di Torino e oggi membro della segreteria del Pd, ha commentato il Rosatellum bis ai microfoni di 24 Mattino su Radio 24, trasmissione di Luca Telese e Oscar Giannino. Ha poi aggiunto: “Penso che sia necessario dare al paese una legge elettorale che consenta agli elettori di sapere tra qualche mese per chi si vota, cosa si vota e come si vota e che la legge che viene presentata sia migliore del Consultellum. Ma la vera contraddizione è pretendere di discutere e di approvare una legge elettorale sottoponendo ogni articolo a voti segreti che consentono a chi vuole destabilizzare la legge e il sistema politico di farlo. La legge elettorale non è un vestito di Arlecchino: non si può togliere l’articolo 1, tenere il 2 e poi togliere il 3 perché viene fuori un pasticcio. La legge elettorale deve avere una sua organicità, non si può sottoporre allo stesso procedimento legislativo di una normale legge”.
FASSINO A 24MATTINO SU RADIO 24: FIDUCIA SULLA LEGGE ELETTORALE? ATTO ESTREMO IN RISPOSTA A GESTI ESTREMI
“La fiducia è un atto estremo a gesti altrettanto estremi perché era conclamato che il voto segreto era finalizzato a destabilizzare la legge e il quadro politico. Quindi si usava il voto segreto in termini degenerativi rispetto alla funzione che ha”. Così Piero Fassino, ex sindaco di Torino e oggi membro della segreteria del Pd, intervistato a 24Mattino su Radio 24 da Luca Telese e Oscar Giannino, ha risposto alla domanda sul perché della fiducia sulla legge elettorale, prassi parlamentare anomala. Fassino ha poi aggiunto: “il voto segreto serve a garantire una libertà di coscienza e andrebbe applicato a questioni che hanno valore etico, non alla legge elettorale che è uno strumento, una regola. Già è discutibile che ci sia il voto segreto su una legge elettorale, se poi si fa articolo per articolo, il risultato è una legge ingestibile. Bisogna fare i conti con questo problema”. Poi l’ex segretario dei Ds continua dicendo che il Pd aveva proposto un sistema a doppio turno con collegio uninominale, il cosiddetto modello francese, legge che è non passata e oggi “ci siamo trovati nella necessità di dare una legge diversa al paese”.