MARGINALMENTE N. 150 del 23.set.2017

DONNE, DENUNCIATE! (TANTO, LO STATO SE NE FOTTE!)

Un metodo per ragionare e capire la verità è semplice: mettere insieme due fattori. Per esempio, radio, tivvù, giornali scrivono e dicono sempre: “Donne, denunciate, denunciate sempre, qualunque minaccia, qualunque violenza: denunciate!”. D’altra parte, sempre gli stessi giornali, tivvù, radio, eccetera, ogni giorno pubblicano una sorta di bollettino di guerra: donna uccisa qua dall’ex marito, donna uccisa là dal fidanzato, eccetera e sempre da uomini precedentemente denunciati ma contro i quali non si è fatto nulla.

Mettendo insieme le varie informazioni si viene a capire la verità: denunciare non serve a niente e gli uomini (malvagi, impotenti, cornuti e violenti) quando vogliono massacrano le loro donne. Le cronache raccontano, infatti, la solita storiella “Donna uccisa dall’ex, nonostante avesse sporto denuncia varie volte”. Sto inventando qualcosa? Non credo. Eppure nel 2013 fu approvata una legge (detta dello stalking) che aveva fatto sperare: inasprimento pene, violenza sulle donne come violazione dei diritti umani, arresto obbligatorio in flagranza di stalking e maltrattamenti in famiglia, la polizia giudiziaria che può ordinare l’allontanamento da casa del violento, la possibilità di imporre il braccialetto elettronico, intercettazione telefonica.

Consentitemi un commento sintetico: tutte palle. Se il ragioniere del Comune è sospettato di prendere mazzette, allora sì che scattano le intercettazioni telefoniche, i pedinamenti, le indagini. Ma se una donna (c’è il caso reale) denuncia ai carabinieri che il marito la minaccia di morte e descrive persino il coltello col quale l’uomo promette di ucciderla, che succede? Non succede niente, tranne che un brutto giorno il marito davvero la uccide e i carabinieri trovano l’arma del delitto che è proprio il coltellaccio descritto dalla donna ormai defunta. E anche per il caso della bambina di Ischitella, uccisa dall’ex convivente della madre, nei cassetti è rimasta una denuncia della donna che diceva che l’uomo era armato di pistola. Quella pistola che nessuno ha cercato e che ha sparato in faccia a una bambina innocente di 15 anni.

Questo significa che c’è un altro (e più alto) livello di responsabilità: il governo e il Parlamento non sanno più fare una legge come si deve, che serva a qualcosa. Sono bravi a fare la legge per mettere il bavaglio alla stampa ora che le intercettazioni riguardano “lorsignori” (come direbbe Fortebraccio) ; sono bravi a portare in pochi giorni al voto la legge contro chi vende e chi compra i portachiavi con l’immagine del duce; sono bravi a gridare a tutto il mondo che la più grande esigenza del Paese è l’approvazione dello ius soli; ma non riescono a fare una legge per mettere sotto chiave un aspirante femminicida, una bestia che arriva persino a colpire mortalmente i bambini pur di far del male alla donna odiata.

E perché sia chiaro di che fenomeno stiamo parlando, ricordiamo qualche dato. Ogni due giorni, in Italia, una donna viene uccisa per mano di un marito, un fidanzato, un ex; negli ultimi cinque anni (i dati arrivano al giugno di quest’anno) i femminicidi sono stati 774; le vittime hanno per lo più fra i 18 e i 30 anni, ma cresce il numero delle vittime che hanno fra i 70 e gli 80 anni. Intanto, a proposito della legge del 2013 già menzionata, questa prevedeva anche uno stanziamento di dieci milioni all’anno per i centri antiviolenza. Il risultato è che i soldi, passati alle Regioni, sono stati “inghiottiti” (boh!) e i centri antiviolenza stanno chiudendo per mancanza di fondi. Denunciate voi, denunciate!

EVVIVA GLI IMMIGRATI – 1

Leggo che in Calabria è stato compiuto un blitz delle forze dell’ordine contro il caporalato. E’ stato scoperto che in un’azienda lavoravano – per oltre dieci ore al giorno – tutti stranieri. Quello che alcuni giornalisti hanno dato come maggiore scandalo è la circostanza che i proprietari terrieri, tramite i “caporali”, pagavano i bianchi 35 euro a giornata, mentre ai neri davano dieci euro in meno, 25. Da premettere che i bianchi non erano italiani, bensì, albanesi, rumeni, slavi. Certo, la discriminazione “cromatica” è un’ulteriore vergogna, ma il punto principale resta uno: ecco perché tanta gente è favorevole all’immigrazione selvaggia, per avere manodopera in sovrabbondanza, quindi sempre a minore costo. In second’ordine, poiché tutti i lavoratori dell’Africa come dell’Est Europa venivano impiegati in nero, ci vogliono spiegare certi economisti del cavolo come accidenti fanno gli immigrati a “salvare l’Italia” e a “pagare le pensioni di noi italiani”?

A margine, sottolineo quanto affermato delle scorse ore dalla Bce, la Banca Centrale Europea, e cioè che “L’immigrazione ha dato un ampio contributo positivo all’occupazione”. Siccome la disoccupazione italiana è rimasta più che grave, vuol dire che i nuovi posti di lavoro che si sono creati sono stati presi dai migranti. I nostri figli e nipoti possono continuare a passeggiare.

EVVIVA GLI IMMIGRATI – 2

Tutti sappiamo che Papa Francesco si spende ogni giorno perché i migranti vengano accolti senza se e senza ma. Qualcuno aveva già fatto notare che nello Stato della Città del Vaticano questa accoglienza non esisteva, ma ora c’è una nuova notizia che lascia perplessi. La gendarmeria vaticana dall’altro giorno è stata fatta intervenire per fare sgomberare i senzatetto da piazza San Pietro per “esigenze di decoro pubblico”. Giustissimo, cacchio! Ma perché non si invoca il decoro pubblico anche nel resto d’Italia? Ma, siccome in Vaticano sono notoriamente pietosi, hanno specificato che i senzatetto potranno continuare a dormire la notte all’aperto sotto il colonnato di San Pietro, ma a prima mattina dovranno smammare. Ah beh! Così è tutt’altra cosa…

Antonio Biella

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