L’asfissiante
convinzione che
tutto sia
sempre e solo come appare è la strada più ostacolante
per una vera conoscenza.L’ossessione di trovare una
stabilità al ciclo inarrestabile della vita che cambia
continuamente.
Questa
é
una delle cause x cui
persiste il bisogno di ETICHETTARE,CLASSIFICARE,anche
quando é un riferimento assai improbabile.
Io
personalmente vorrei sapere
chi può
dimostrare una verità assoluta quando una verità
assoluta,lo stesso significato,la stessa situazione non
può esistere.
Si
dovrebbe anche pensare a
quelle persone che,immerse nella solitudine,cercano di
primeggiare e apparire perfetti e essere per forza
apprezzati…vediamo l'attuale,enormemente
sbagliato,esempio del blue whale,l'agghiacciante
“gioco” della balena.
Ragazzini
e ragazzine che
possono sembrare apparentemente normali
nascondono un pesante disagio psicologico che vorrebbero
soppiantare con l'”esibizione”finale del
suicidio.
É
deprimente come accettazione e
rifiuto diventino facilmente armi alla portata
di tutti, cosi potenti a tal punto da oscurare
l'individualità, la vera persona .Purtroppo qui
ritengo opportuno citare la filosofia della scuola
Gestalt, che rispecchia perfettamente il problema:
“Tutto é più della somma delle
parti”.Sí,perché indagare i singoli aspetti di una
integrità é impegnativo e richiede tempo,allora ci si
associa al concetto che hanno gli altri su quella
integrità.Seppure sia un concetto sbagliato,che non
riguarda quella,che distruggerá quella,non
importa,perché é un concetto,una spiegazione facile e
per di piú socialmente accettata e condivisa da
tutti.Da qui derivano emarginazione,isolamento sociale che
viene sofferto,ingiustamente, da chi in realtà non merita
e viene “sepolto” dal pregiudizio.
Monica Saia