Firmata dai giovani creativi dello IED, l’opera di design di Bibite Sanpellegrino, a partire dal 12 aprile, porta il Mediterraneo tra i banchi dell’urban market meneghino
Dai mercati di paese disseminati nelle piazze di tutto lo Stivale, così ricchi di profumi, colori, suoni e sapori, all’atmosfera urbana e cosmopolita dei mercati metropolitani delle maggiori capitali europee, in cui si mescolano artigianalità e gusto, la bancarella è un’icona di autenticità e qualità, depositaria di storie e tradizioni. Bibite Sanpellegrino, dal 1932 eccellenza italiana, sceglie di raccontare il legame con la propria origine e con le materie prime mediterranee proprio attraverso La Bancarella, un’opera di design creata in crowdsourcing con i giovani creativi dello IED, che dopo aver fatto tappa nell’importante contesto del Salone Satellite durante la Design Week, trova spazio, a partire dal 12 aprile, all’interno del Mercato del Suffragio, il principale portavoce a Milano della tendenza dei mercati metropolitani. Dallo street food al market food, un’esperienza di consumo che sta prendendo vita nelle maggiori capitali europee e che, grazie all’incontro con La Bancarella Sanpellegrino, al Mercato del Suffragio riceve le influenze dei profumi e sapori mediterranei generando una vera e propria Urban Mediterranean Experience.
“Raccontare l’origine dei nostri prodotti e la qualità delle materie prime da cui nascono le Bibite Sanpellegrino, è stato l’obiettivo che ci ha spinto a coinvolgere i giovani creativi dell’Istituto Europeo del Design per ideare un’opera capace di esprimere i valori del nostro brand – spiega Stefano Marini, Business Unit Director del Gruppo Sanpellegrino –. Un emblema dell’Italian Style che oggi si colloca all’interno di un luogo come il Mercato del Suffragio, capace di far vivere un’esperienza di consumo che, come le nostre Bibite, richiama l’atmosfera cosmopolita e contemporanea delle maggiori capitali europee, valorizzando allo stesso tempo la qualità dei prodotti di street food gourmet”.
L’immaginario di partenza è l’agrumeto, trasformato in oggetto di design. La narrazione comincia con la scala, da sempre utilizzata dai contadini per raccogliere arance e limoni. Prosegue poi con le tradizionali cassette di legno, dove i gusti delle Bibite Sanpellegrino sono abbinati agli agrumi o a stoffe dalle texture ricercate. Infine, il banco da cui il fruttivendolo declama le virtù dei propri prodotti intessendo relazioni, viene arricchito da un motivo di maioliche dipinte a mano, una delle eccellenze dell’artigianato siciliano. Questo il racconto narrato da La Bancarella Sanpellegrino, che ha chiesto agli studenti dei corsi di Interior Design e Product Design dello IED, di reinterpretare con la propria creatività i valori di un brand fortemente legato alle origini mediterranee delle proprie materie prime e alla tradizione italiana.
La valorizzazione dell’origine, l’importanza della qualità, l’interesse per la storia che dà vita ad ogni singolo ingrediente e determina il suo gusto unico. Valori che sono nel Dna del Mercato del Suffragio, uno storico mercato rionale milanese, oggi riqualificato grazie ad un Comitato guidato da Davide Longoni, il più noto panificatore artigianale di Milano. E dopo la Boqueria di Barcellona, il Borough Market londinese e il Mathallen di Oslo, anche il capoluogo lombardo regala ai suoi cittadini un’esperienza con allure internazionale che unisce lo street food di qualità alla convivialità del mercato urbano. Con l’arrivo de La Bancarella Sanpellegrino, le vie di Milano si colorano delle tinte calde e luminose del Sud Italia. Grazie all’incontro tra le Bibite Sanpellegrino, nate proprio dagli agrumi coltivati al calore del sole e con la brezza marina, e i banchi del Mercato del Suffragio, nasce dunque uno speciale Menù Urban Mediterraneo, studiato ad hoc dal cibologo Marco De Padova per far vivere ai milanesi una pausa di gusto che abbina lo street food gourmet ai gusti delle Bibite Sanpellegrino. Dalla Pizza tonda con pomodorini pelati San Marzano, fiocchi di ricotta fresca, ratatouille di verdure spadellate, granella di mandorle e pinoli tostati abbinata alla Gassosa Sanpellegrino che si può trovare al banco del pane di Davide Longoni, al Crostone di pane di cereali antichi con formaggio caprino, spinacino fresco, mostarda di frutta, prosciutto cotto affumicato e semi di zucca del banco Gastronomia, da gustare insieme ad una clavetta di Aranciata Amara Sanpellegrino. Connubi gustosi, che racchiudono tutta la meraviglia del Mediterraneo.
E per i frequentatori del Mercato del Suffragio, l’arrivo de La Bancarella Sanpellegrino offre un palinsesto ricco di appuntamenti per tutto il mese, fino al 10 maggio. Il 29 aprile gli chef del Mercato del Suffragio e le Bibite Sanpellegrino faranno una lezione con posti limitati su come preparare un kit Urban Mediterraneo per i pic nic estivi. Mentre il 3 maggio, in orario aperitivo, dalla Bancarella Sanpellegrino un bartender preparerà cocktail dal gusto e dal profumo mediterraneo tailor made con gli ingredienti richiesti dai consumatori, a cui i vari banchi abbineranno una specialità studiata ad hoc per la serata. Un mese ricco di gusto ed esperienze uniche, che regaleranno ai milanesi momenti di meraviglia.
Il progetto di Bibite Sanpellegrino che ha dato vita a La Bancarella, firmata dai creativi Anna Gagliano, Roberto Sportelli, Leonardo Fumagalli, Francesco Barberini, Chiara Grassano ed Emma Griva, si colloca all’interno del macro progetto Sanpellegrino Made in Italy Campus nato con l’obiettivo di mettere le idee e la creatività dei giovani studenti a sostegno dell’eccellenze italiane.
Qualità, ritorno alle origini, socializzazione, esperienza diretta. Queste le caratteristiche del Market Food, una nuova esperienza di consumo che si colloca all’interno dei mercati metropolitani delle maggiori realtà urbane, dalla Boqueria di Barcellona al Mercato del Suffragio di Milano
Il mercato rionale diventa tendenza e torna in auge grazie al suo potenziale di colori, animazione e ad una proposta più moderna. Infatti se un tempo rappresentava il luogo ideale dove trovare materie prime di qualità come carne, pesce, frutta e verdura, oggi offre la possibilità non solo di acquistare, ma anche di degustare alimenti, in particolare il “cibo da strada”. Nasce così una nuova esperienza di consumo fuori casa definita “market food”, che permette di unire allo street food l’atmosfera cosmopolita della città e il clima tradizionale del mercato di paese. Una tendenza analizzata da quotidiani internazionali del calibro de El Paìs e del Daily Mail, che ha preso vita nelle maggiori capitali europee, all’interno dei mercati metropolitani più famosi d’Europa: da Barcellona ad Oslo fino a Milano, il mercato metropolitano diventa un luogo capace di unire il contesto urbano alle radici della terra d’origine dei prodotti. Un nuovo punto di aggregazione che riunisce piccole attività produttive di qualità nel segno dell'educazione alimentare: dallo street food all’acquisto diretto delle materie prime, il mercato del terzo millennio fonde insieme cultura gastronomica e senso di convivialità. E così, settantacinque anni dopo le baruffe cinematografiche del film “Campo de’ fiori” tra il pescivendolo Aldo Fabrizi e la fruttivendola Anna Magnani, due degli interpreti più popolari e apprezzati dello spettacolo italiano, anche il mercato rionale italiano torna al centro dell’attenzione, grazie a questo nuovo modo di concepire il consumo.
È quanto emerge da un’indagine promossa da Bibite Sanpellegrino, in occasione della presentazione de La Bancarella all’interno del Mercato del Suffragio, realizzata attraverso il monitoraggio e l’analisi di oltre 200 testate internazionali (quotidiani e periodici) e di 800 siti Internet, per scoprire come il contesto dei mercati metropolitani sia cambiato nel tempo.
“Il mercato è una cornice teatrale colorata e potente in cui gli attori principali sono le merci, in tutta la loro sfolgorante vitalità, fatta di colori, profumi e sapori – afferma la dott.ssa Lucia Galasso, antropologa dell’alimentazione -. Il mercato ha una storia antichissima: La vendita di alimenti in luoghi aperti, nelle strade e nelle fiere è una caratteristica che viene ripresa dal Medioevo in poi, con il diffondersi delle città, diventando il luogo privilegiato per vendere e comprare. Oggi è nel mercato che istintivamente l’uomo contemporaneo, in qualità di consumatore, cerca un modo antico e umano di fare la spesa, per sottrarsi proprio alle logiche di ‘non-luogo’ del supermercato, in cerca quindi di relazioni e non soltanto di alimenti sani. Il mangiare fuori casa, infatti, è divenuto non solo uno status symbol, ma anche il vettore attraverso il quale comunichiamo agli altri i nostri valori alimentari. La capacità di tornare a dare valore al cibo, a non sentirlo più lontano da noi è una delle realtà più importanti di questa nuova esperienza”.
Ma quali sono le caratteristiche del market food e del contesto in cui vengono consumati? Il connubio tra metropolitaneità e il richiamo alle origini e al territorio in cui nascono i prodotti stessi, è uno degli aspetti fondamentali. Ne è un esempio il Mercato del Suffragio, baluardo a Milano della tendenza dei mercati metropolitani. Uno storico mercato rionale, oggi riqualificato grazie ad un Comitato guidato da Davide Longoni, il più noto panificatore artigianale di Milano. Nel capoluogo lombardo, dunque, non solo prodotti e piatti che richiamano le tradizioni del Nord Italia, ma, grazie alla sinergia con le Bibite Sanpellegrino, anche una riproposizione del mood mediterraneo. Con l’arrivo della Bancarella Sanpellegrino, un’opera di design ideata dai giovani designer dello IED e presentata al pubblico durante la Design Week, i colori, profumi e sapori del Mediterraneo scaldano l’atmosfera, anche grazie ad un menù ad hoc che abbina le Bibite a piatti che utilizzano ingredienti del Sud Italia.
Market food è, inoltre, sinonimo di qualità. Da scordare gli happy hour stracolmi di cibo di dubbia provenienza e spazio invece ai piatti studiati nel dettaglio, pur nella loro semplicità. Nel celeberrimo Borough Market di Londra, uno dei mercati più vecchi del mondo, la qualità dei prodotti è garantita da un ferreo controllo firmato da chef stellati Michelin, con una selezione rigorosa e difficile da superare. Nel corso dei secoli infatti, questo mercato ha saputo adattarsi ai cambiamenti imposti dai tempi, ma è sempre stato fermamente fedele ai suoi sentimenti ispiratori e vicini alle origini. Il Borough Market è per questo un rarissimo esempio europeo di mercato in costante evoluzione ed accrescimento: basti pensare alla nuova dimensione internazionale che lo eleva ad autentica piazza del gusto, con la riapertura di Three Crown Square e l’arrivo del Market Hall. Un mercato che esprime a pieno la tendenza del market food, uno spazio vibrante e variegato, vetrina internazionale di prodotti d’eccellenza londinesi.
Non solo attenzione al cibo, ma anche all’atmosfera di convivialità, aspetto fondamentale del contesto che ruota attorno al market food. Ne è un esempio la Boqueria, il mercato più famoso di Spagna e il più grande della Catalogna con i suoi 2.583 metri quadrati e con più di 300 bancarelle. Per tutto il mercato si trovano bancarelle pronte a venderti materie prime e specialità culinarie da gustare al momento, in un’atmosfera assolutamente vivace e interculturale. Largo spazio alle specialità locali come “cabeza de la reina” (testa della regina) che fa rivivere la tradizione delle macellerie catalane.
E se in Italia, Inghilterra e Spagna le radici culturali sono ben radicate, non da meno è il Mathallen di Oslo, storico mercato e centro nevralgico del cibo norvegese. Qui chef e pubblico possono acquistare prodotti di piccola produzione norvegesi e prodotti ricercati di importazione. Le pescherie sono il simbolo di questo market: cucinano e vendono il pesce appena pescato, grazie a piccoli produttori locali: dallo stoccafisso al caviale di trota freschissima fino al salmone selvaggio, questo mercato riesce a fare riviere l’atmosfera delle comunità costiere del nord. Sono questi i simboli di questo market che nel tempo ha saputo innovarsi e proporre anche prodotti più ricercati e provenienti da tutto il mondo, mantenendo vive le tradizioni locali e facendo vivere ai suoi ospiti la storia della cultura alimentare norvegese.
ECCO IL MANIFESTO DEL MARKET FOOD:
IL PAESE NELLA METROPOLI
Bancarelle in legno, frutta e verdura dai colori sgargianti: tutta l’atmosfera del tradizionale mercato del paese entra negli spazi che un tempo appartenevano ai caratteristici mercati rionali, in un connubio contemporaneo nel cuore dello skyline metropolitano dove vivere un’autentica esperienza di market food.
L’ESPERIENZA SI FA SENSORIALE
La frutta e la verdura con i colori accesi e di stagione, i piatti tipici preparati al momento che emanano i loro inconfondibili profumi, il chiacchiericcio delle persone che si incontrano tra le bancarelle e il vociare dei venditori. L’esperienza del market food si vive attraverso tutti i sensi: dalla vista, all’olfatto e udito, fino al tatto.
MARKET FOOD= MARKET OF PEOPLE
Lo shopping acquista una doppia valenza: non solo un acquisto fine a se stesso di prodotti o merci, ma anche un diverso modo di incontrarsi e socializzare. Tra chi lavora davanti al pc, a chi vuole condividere una pausa pranzo con i colleghi, fino a chi vuole fare un aperitivo di qualità con il proprio partner, nel mercato metropolitano non solo è appagato il gusto, ma anche la voglia di stare insieme in un ambiente informale e rilassato.
IL GUSTO DELLA TRADIZIONE
Piatti unici a base di carne o di pesce, dolci tipici, fritti e piatti cotti alla brace: difficile non trovare un piatto che non soddisfi il palato con ingredienti tipici preparati secondo le ricette tradizionali. Un tuffo nella storia e nella cultura gastronomica del proprio Paese attraverso un’esplorazione di sapori.
ATTENZIONE ALL’ORIGINE
Una delle peculiarità del market food è il rispetto per l’origine dei prodotti, mantenendo un forte legame con il territorio di provenienza. Che si tratti di frutta o di carne o di pesce, di bevande o di prodotti dolciari, quello che conta è il territorio di provenienza da cui traggono origine gli ingredienti principali e i gusti tipici.
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