Lettera aperta ai deputati del Parlamento siciliano

Onorevoli Colleghi,

Ieri in commissione sono stati assunti dei due provvedimenti su cui occorre
riflettere: il primo riguarda la bocciatura del disegno di legge relativo alla
trasformazione del CAS in società; il secondo, concerne la proposta di messa
in liquidazione di riscossione Sicilia.
1) la bocciatura della proposta di trasformazione del CAS in società per dare
origine a una società unica con Anas, blocca tutto il piano degli investimenti
per la rete autostradale siciliana, causando un danno economico
all'occupazione, al Pil e alla crescita della Sicilia. La situazione attuale e
veramente paradossale. Da un lato l'Anas possiede le risorse per fare gli
investimenti, ma non ha la concessione per la rete autostradale siciliana;
dall'altro il CAS è titolare della concessione, ma non ha le risorse
necessarie.
Nel recente passato, si è tentato anche di avviare in project financing il
progetto di completamento della rete autostradale siciliana, ma da indagini di
mercato e' venuto, con chiarezza, fuori che tale rete si rivela antieconomica
per i privati.

Le questione relative, poi, al pagamento del pedaggio, da estendere a tutta la
rete, sono irrilevanti, se si considera che alcun pedaggio può essere imposto
se non esistono arterie stradali alternative, alla tratta di autostrada
sottoposta a pedaggio. Si sottolinea che nella tratta Palermo-Catania non
esistono vie alternative e che l'imposizione del pagamento di un pedaggio può
essere effettuata solo quanto tali vie saranno create.
In atto rimane la questione di un CAS indebitato e costretto a pagare i debiti
dell'Anas per contenziosi pregressi relative alla rete autostradale costruita
nel passato e che e impossibilitato a fare investimenti. Credo che sia
importante rivedere la decisione presa in commissione approvando tale progetto
di trasformazione, per consentire alla Sicilia di avere una rete stradale
degna di questo nome, tale da favorire lo sviluppo dell'Isola.

2) Relativamente alla liquidazione di riscossione Sicilia, occorre valutare le
conseguenze di un percorso repentino e non concordato con lo Stato.
È evidente che per fare un accordo con l'agenzia nazionale, occorre intanto
che tale agenzia esista. In atto tutta l'attività di riscossione in Italia
viene effettuata da Equitalia, che essendo in liquidazione, non può allargare
le proprie competenze. Di fatto, si creerebbe una paralisi in una fase molto
delicata che interessa centinaia di migliaia di siciliani che vorrebbero
rottamare il proprio debito nei confronti di riscossione Sicilia.

L'altro elemento su cui riflettere e il fatto che, a partire dal 2017,
attraverso l'accordo con lo Stato, la Regione preleva direttamente le proprie
entrate fiscali senza passaggi intermedi nazionali. E' evidente, che riportando
la riscossione sistema nazionale, si introduce un passaggio intermedio che
priva la regione di tale diritto.
Sta da sé che per l'anno in corso si determinerà, in assenza di un ente che
gestisca la riscossione, un incentivo a non pagare che avrà conseguenze
terribili sul bilancio consuntivo , che può vanificare tutti gli sforzi
effettuati, in questi anni per il risanamento finanziario delle casse della
Regione.
Voglio, infine, sottoporre alla Vostra valutazione, la questione del
contenzioso, in via di definizione, con Montepaschi, per centinaia di milioni
di euro, che verrebbe sottratto alla regione, per diventare tutto di gestione
nazionale.
Invito pertanto, con la visione esclusiva della difesa degli interessi della
Sicilia, a riconsiderare la questione di riscossione Sicilia, sottraendola alla
dalla polemica sulla sua governance, e riportarla nell'ambito della difesa
degli interessi della nostra Regione.

Cordiali saluti.

Rosario Crocetta

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