NIENTE DI FATTO SULL’USO DEGLI AGROFAMRACI PER GLI HOBBISTI. MANCA LA LEGGE

Ancora un nulla di fatto sulla norma per regolamentare l’uso degli agrofarmaci tra gli operatori non professionali. La norma non ha avuto l’ok della Commissione Europea ed è stata rispedita al mittente. Tutto da rifare, dunque, a discapito degli hobbisti d’Italia che si trovano così impossibilitati ad acquistare antiparassitari per la gestione dell’orto o del giardino. Compag, associazione nazionale che raggruppa i commercianti di prodotti per l’agricoltura, denuncia la situazione a tutti i tavoli ministeriali per voce del suo presidente, Fabio Manara. Trovi in allegato il comunicato stampa e le immagini in bassa risoluzione. Resto a disposizione per dettagli, per interviste a Fabio Manara e per inviare le immagini in alta risoluzione, anche scaricabili da https://we.tl/uZAnxzXlW7
Con preghiera di pubblicazione, ringrazio per l’attenzione. Silvia Piliego – media relations Compag – 347 8929480

NIENTE DI FATTO SULL’USO DEGLI AGROFAMRACI PER GLI HOBBISTI. MANCA LA LEGGE

Fabio Manara di Compag contro i Ministeri di Agricoltura, Salute, Ambiente e Sviluppo Economico

A un anno e mezzo dall’entrata in vigore del PAN, il piano d’azione nazionale che dal Novembre 2015 avrebbe dovuto regolamentare la vendita e l’utilizzo degli agrofarmaci tra gli operatori professionali e non professionali, la situazione è ancora molto confusa.

La norma impone la frequentazione di corsi di formazione e il conseguente ottenimento di uno specifico patentino per gli “addetti ai lavori”, ovvero operatori di aziende agricole, agricoltori, produttori… Che i corsi non siano disponibili per disorganizzazione e inadempienze delle Regioni, e che il 70% degli operatori agricoli sia ad oggi ancora sprovvisto del patentino, è già il primo assurdo. Ma che la legge per la categoria degli hobbisti proprio non esista è cosa ancor più grave.

E’ grave il fatto che la norma, passata al vaglio della Comunità Europea, sia stata respinta, e che ora debba essere completamente riscritta. E’ grave il fatto che i 7 milioni e 200 mila hobbisti italiani non siano autorizzati ad acquistare nemmeno una confezione di verderame per curare le rose del loro giardino.

“E’ grave che, dopo un anno di consultazioni e il vaglio da parte di 4 Ministeri, l’Italia non sia stata in grado di redigere un documento sostenibile” tuona Fabio Manara, Presidente dell’associazione nazionale Compag che raggruppa i commercianti di prodotti per l’agricoltura. “Respinta una legge” continua Manara “dovrebbe valere quella precedente, ovvero la libera vendita di certi prodotti di uso comune. Ma non in questo caso. Soprattutto, mancando un tassello nel disegno legislativo, i controllori si concedono interpretazioni di fantasia, creando una difformità di trattamento degli utilizzatori tra Regioni, ma a volte anche all’interno della stessa Regione”. Nel frattempo sono state modificate le classi tossicologiche dei prodotti, aumentando i parametri di tossicità di talune sostanze fino a poco tempo fa acquistabili ovunque. È stato poi introdotto l’obbligo del patentino, elemento fortemente sostenuto e condiviso da Compag in quanto formativo in tema di fitofarmaci.

In questo disordinato panorama, in cui ogni Regione e, a cascata, ogni ente territoriale interpreta la legge che c’era e quella che c’è a modo proprio, perché un rivenditore dovrebbe rischiare di incorrere in salate sanzioni per aver venduto un chilo di diserbante al cliente del paese, o al pensionato che coltiva i pomodori dietro casa? Compag evidenzia come la mancata approvazione della legge per il segmento non professionale abbia portato il Far West in tema di agrofarmaci: c’è chi vende e chi non vende per nessuna ragione, chi chiede ai clienti di esibire il patentino e chi non se ne cura, chi si attiene a una circolare ministeriale per poi scoprire che non è ritenuta valida dagli enti regionali di controllo e viene verbalizzato.

Compag, presente con il Presidente Fabio Manara e propri rappresentanti presso il Ministero delle Politiche Agricole, il Ministero della Salute, quello dell’Ambiente e quello dello Sviluppo Economico, denuncia la lentezza delle Istituzioni, prima causa del malfunzionamento sistemico che porterà alla sparizione “dell’orto privato” o all’utilizzo illegale dei prodotti e al fallimento di tante piccole realtà agricole familiari che facevano delle loro micro produzioni il nostro valore aggiunto.

Servirebbe una risposta istituzionale chiara, rapida, univoca. Che non arriva.

www.compag.org

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