LA POCA CONOSCENZA DEL SISTEMA GIUDIZIARIO STATUNITENSE PUÒ PENALIZZARE IL SOGNO AMERICANO DELLE IMPRESE ITALIANE
Gli Stati Uniti rappresentano un importante sbocco per gli investimenti delle aziende italiane ma ben 8 imprenditori su 10 non conoscono fino in fondo il sistema della giustizia civile americana. Il rischio più grande? Affrontare le controversie che possono nascere nel contesto di un rapporto commerciale
Gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più attrattivi per i capitali delle aziende di tutto il mondo e storicamente occupano una posizione di leadership per i nuovi investimenti delle imprese. Secondo ben 7 imprenditori italiani su 10 infatti (72%)* il mercato statunitense è il migliore dove investire i propri capitali. Le motivazioni principali? Può contare su un’economia solida e in continua espansione (62%), su un sistema fiscale certo e trasparente (58%) e su una tassazione vantaggiosa (55%). Tuttavia, ben 8 imprenditori su 10 (81%) dichiarano di non essere sufficientemente preparati ad affrontare l’eventuale insorgere di una controversia con un partner commerciale nel contesto del sistema giudiziale americano. K&L Gates, con il suo network globale di 46 uffici, di cui 25 sul territorio americano, vantando più di 900 professionisti nel mondo, e circa 600 negli U.S.A., che concentrano la loro pratica in materia di risoluzione delle controversie commerciali, fornisce una competente ed esaustiva assistenza alle aziende nella fase pre-contenziosa per agevolare i tentativi di addivenire ad una risoluzione conciliativa della disputa e ancora più nella fase giudiziale.
Il diritto americano, derivante dal Common Law anglosassone e soggetto a due livelli di regolamentazione, federale e statale, differisce sostanzialmente dal diritto italiano. Tale peculiarità rende necessaria una approfondita familiarità con le più chiare e spinose dissomiglianze: fasi, durata, costi, valore della prova e obblighi di fornirla. Non solo, differente è anche la metodologia di dibattimento: mentre il processo negli USA è principalmente svolto in forma orale, in Italia le parti si scambiano le loro memorie prevalentemente in forma scritta.
Comprendere queste differenze significa, per un’azienda italiana, potersi orientare in un Paese diverso da quello di appartenenza non solo a livello di business ma anche nel panorama legale. Ritardi di consegna, difetti di prodotto, violazione degli accordi di esclusiva sono solo alcune delle motivazioni che possono far nascere delle controversie per un’azienda italiana che opera negli Stati Uniti.
Si possono prevenire? Lo studio legale internazionale K&L Gates ha promosso, con il patrocinio della American Chamber of Commerce in Italy, una discussione interattiva e comparativa, per far luce su alcune fra le più significative differenze tra il processo civile statunitense e quello italiano.
“E’ fondamentale non sottovalutare le conseguenze di un’eventuale citazione in un giudizio americano, così come non cadere nell’errore che un procedimento giudiziale in quel Paese possa comportare effetti analoghi a quelli di un procedimento domestico – afferma Giampaolo Salsi, administrative partner dello studio legale K&L Gates Milano – Condotte apparentemente innocue quali, accettare la notificazione di una citazione in giudizio, comunicare con terzi circa i contenuti della controversia, cancellare o distruggere documenti cartacei o in formato elettronico attinenti al merito della controversia, possono determinare conseguenze irreparabili. Sembra banale sottolinearlo, ma nella pratica non è così scontato: è essenziale sottoporre tempestivamente – ove possibile, non appena si manifestino i primi sintomi di una potenziale controversia con controparti americane o, comunque, che presenti punti di collegamento con quella giurisdizione – la questione e farsi assistere da legali americani.”
*Fonte: survey K&L Gates Legal Observatory su 150 imprenditori italiani