di Carmelo Cicala Presidente di INSIEME per gli italiani
In sintonia con gli orientamenti dell’Unione Europea, INSIEME intende promuovere una politica estera che privilegi soprattutto i rapporti politici, economici e culturali con i Paesi dove vivono grandi Comunità di Italiani e con i quali esistono profondi vincoli storici. In questo contesto l’Italia dovrà anche avere un occhio di riguardo per le immigrazioni provenienti da Paesi che in passato hanno spalancato le porte agli Italiani.
In epoche in cui parlare di integrazione tra culture potrebbe sembrare anacronistico per quanto se ne parla, ci troviamo invece ancora schiavi di xenofobie, misoginie ed omofobie che in passato hanno fatto da propulsori a manifestazioni di violenza rilevanti. Chi è vissuto all’estero, specie nelle americhe, sa che le società sono multietniche e che in ogni caso rappresentano un arricchimento della società nel suo complesso. Purtroppo assistiamo quasi ogni giorno a sbarchi della speranza da parte di extracomunitari in cerca del loro futuro, della loro vita. Se vogliamo, l’atteggiamento di insofferenza nei loro riguardi è dettato soprattutto come sempre da questioni economiche. Non si riesce mai più, e sono decenni ormai, a tenere presente l’aspetto umano e civile delle manifestazioni e dei bisogni degli uomini. Eppure, allacciare una rete di rapporti politici intensi con i paesi di provenienza di questa gente in cerca di libertà ed opportunità, potrebbe rappresentare la scelta intelligente per rendere proficue le relazioni internazionali. Non dimentichiamoci che sino a qualche decennio addietro nessuno avrebbe potuto prevedere che paesi oggi cosiddetti emergenti, avrebbero conquistato podi importanti e di spicco nell’economia mondiale. Si pensi all’India, alla Cina ed in qualche modo a tutta l’area orientale territorio fertile per l’economia del prossimo secolo. D’altronde l’Italia come può dimenticare di essere stata e di essere ancora un paese di forte emigrazione. Le popolazioni di emigrati italiani al’estero, seppure in epoche ed in condizioni diverse, hanno bussato alle porte di nazioni e di continenti diversi e lontani per chiedere lavoro, casa e futuro per i loro figli. Oggi però, soprattutto nelle aule parlamentari assistiamo ad una riluttanza ingiustificata ed addirittura a volte disumana nei riguardi della immigrazione nei nostri confini. E’ una chiusura antipatica ed odiosa che prescinde e vuole prescindere da considerazioni politiche positive e vede nel fenomeno solo fastidio e dispendio inutile di denaro pubblico. L’inversione intelligente e pianificata nei riguardi del problema potrebbe cominciare per esempio e senza discriminare gli altri con quelle immigrazioni provenienti proprio da quei paesi che in passato hanno spalancato a noi le loro porte privilegiando politicamente l’economia e la cultura.
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