LA “TERAPIA DELLA BAMBOLA” PER AFFRONTARE LA DEMENZA

Sabato 14 gennaio a Pordenone un corso nella sede della Cooperativa sociale Itaca
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PORDENONE – Prendersi cura delle persone sofferenti di demenza attraverso l’utilizzo di trattamenti non farmacologici è possibile, ne è un esempio la Doll Therapy – o “terapia della bambola” – che mostra effetti sia nel migliorare le potenzialità cognitive e relazionali, sia nel contenere i disturbi del comportamento, validi in contesti strutturati e a domicilio. Sabato 14 gennaio la terapia della bambola arriverà a Pordenone grazie ad un corso di formazione organizzato da Doll Therapy Italia in collaborazione con la Cooperativa sociale Itaca, previsto proprio nella sede Itaca di vicolo Riccardo Selvatico, e rivolto ad operatori del settore socio sanitario e assistenziale, familiari e volontari.

La Cooperativa Itaca è impegnata, anche in collaborazione con il Gruppo Ottima Senior, a promuovere la conoscenza, diffusione e utilizzo delle terapie non farmacologiche nella presa in cura delle persone sofferenti di demenza attraverso la partecipazione ad eventi formativi, tra cui il citato corso in programma a Pordenone ed altri appuntamenti già in programma, tra cui un seminario sul gioco e la progettazione di percorsi mirati in base alle esigenze dei servizi territoriali.

I focus di Itaca si stanno infatti concentrando sulla specializzazione degli operatori, sul sostegno alle famiglie nella gestione complessa della filiera dei servizi in un’ottica di care-management, sullo sviluppo di comunità sensibili all’anziano fragile secondo i principi del Welfare community, sulla sperimentazione della Terapia Occupazionale e delle terapie non farmacologiche – interventi psicosociali nei servizi per anziani sia residenziali che domiciliari.

L'organizzazione Dementia Alliance International nella persona della sua fondatrice e presidente (Kate Swaffer, persona con demenza dal 2008 ed attivista conosciuta a livello internazionale) ci ricorda quanto sia importante per chi ha avuto una diagnosi di demenza di accedere agli strumenti necessari per continuare a vivere una vita attiva, autonoma (per quanto possibile) e soddisfacente a tutti gli effetti.

Kate Swaffer descrive, in un recente libro, come gli interventi non farmacologici (psico-sociali) l'abbiano aiutata ad affrontare le avversità quotidiane e a vivere una vita ricca di significato nonostante le disabilità acquisite con la malattia; infatti, scrive che “la demenza è l'unica malattia terminale che conosco per cui viene detto ai pazienti di andare a casa e rassegnarsi invece di combattere per la propria vita”.

La demenza è una patologia cronica a decorso progressivo, che solitamente colpisce la popolazione anziana. È caratterizzata da un corredo di segni e sintomi estremamente invalidanti, che compromettono il normale svolgimento delle attività di vita quotidiana. Il quadro clinico si contraddistingue per la presenza di deficit cognitivi, accanto ad alterazioni della dimensione affettiva e comportamentale. Queste ultime, conosciute anche con il termine Behavioral and psychological symptoms of dementia (BPSD) possono essere distinte in sintomi psicologici e comportamentali, e rappresentano circa il 50% dei casi di istituzionalizzazione.

La reminiscenza, ad esempio, costituisce uno degli approcci “non farmacologici” più promettenti e sul quale esiste anche una buona evidenza scientifica, in quanto rappresenta il “filo conduttore” di interventi evidence-based come la stimolazione cognitiva- CST – e la terapia occupazionale -TO- , è una modalità necessaria da diffondere e promuovere a quanti si occupano di “cura” (intesa come “prendersi cura” nella sua definizione più globale) delle demenze.

Anche la terapia della bambola rientra nella gamma dei trattamenti non farmacologici utilizzati per migliorare le potenzialità cognitive e relazionali e contenere i disturbi del comportamento, validi sia nei contesti strutturati che a domicilio.

La Doll therapy, basandosi sulle teorie dell’attaccamento e dell’oggetto transizionale, ha lo scopo di gestire questo tipo di disturbi attraverso l’apertura di nuovi canali comunicativi, offrendo alla persona la possibilità di coinvolgersi in attività finalizzate.

I risultati riscontrati dagli studi effettuati evidenziano il miglioramento dei comportamenti inappropriati, dello stato depressivo e dell’apatia, riduzione dell’agitazione, dell’aggressività e dell’ansia, diminuzione del wandering, aumento del benessere e dell’interazione con lo staff e i familiari. La terapia della bambola, non presentando effetti collaterali significativi, si configura come un potenziale intervento finalizzato al miglioramento della qualità di vita della persona con disturbi del comportamento e dell’umore, e alla promozione di un ambiente sicuro sia per l’anziano con demenza, che per le persone a lui vicine.

Nelle situazioni di decadimento cognitivo moderato–grave viene persa la capacità di distinguere un evento reale da uno immaginario. La bambola diventa così un oggetto simbolico in grado di evocare emozioni relative al maternage, all’attaccamento inteso come tendenza a ricercare la vicinanza a qualcosa di caro, la cui presenza ci fa sentire più sicuri, al bisogno di dare e ricevere amore.

Sabato 14 gennaio si terrà il corso sulla Doll Therapy organizzato da Doll Therapy Italia in collaborazione con la Cooperativa Sociale Itaca. Doll Therapy Italia rappresenta un gruppo di professionisti di grande esperienza nell’ambito della cura delle persone con demenza.

La metodologia di riferimento è quella introdotta in Italia dal dr. Ivo Cilesi, a sua volta ispirata dall’idea originale della terapista svedese Britt Marie Egedius-Jakobsson. Il gruppo Doll Therapy Italia è in contatto con Britt Marie e si avvale delle precise e professionali indicazioni della stessa, in un confronto continuo. Il percorso formativo è rivolto ai componenti delle diverse famiglie professionali che cooperano per la cura alla persona anziana, Nello specifico OSS, Infermieri, Fisioterapisti, Educatori professionali, Animatori, Terapisti occupazionali, Psicologi, Medici, Assistenti Sociali, Volontari e Familiari.

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Fabio Della Pietra

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