“Natale: la ragione può accettare il mistero”, così scrive una lettrice a Beppe Severgnini sul blog “Italians – Corriere della Sera del 23 dicembre. Trascrivo qualche riga: “Visto che siamo sotto Natale vi racconto la mia fede cristiana… La ragione, se non può accettare l’assurdo, può però accettare il mistero. E il mistero, come il dubbio, apre alla ricerca costante e alla speranza di trovare qualcosa che ci possa sorprendere e salvare dallo sterile meccanismo causa-effetto e dalla banalità del nulla”. Sì, la ragione può accettare il mistero, ma non la contraddizione. Il concetto di un Dio buono e misericordioso contrasta con la presenza del male nel mondo e soprattutto con l’ingiusta distribuzione della sofferenza tra gli uomini, ed è questa una delle ragioni dell’ateismo. La lettrice scrive ancora: “Io posso anche e molto volentieri crescere le mie figlie nella cultura cristiana, ma trasmettere la fede non è mio compito caro Gesù: a quello devi pensarci tu”. E qui c’è una buona dose d’ingenuità. Se non li educhi alla fede sin da piccoli i figli, è assai difficile che diventino persone religiose, ha voglia di darsi da fare il buon Gesù. Il Signore affidò agli apostoli, e quindi agli uomini il compito di infondere la fede: “Andate, dunque, ammaestrate tutte le genti… “ (Cfr Mt 28,19). Scrive infine, la lettrice: ”Dio non ha imposto la fede in Lui come la fame e la sete… perché salvaguarda la libertà di scelta”. La certezza dell’esistenza di Dio non implica mancanza di libertà. Stando alla Bibbia, Adamo ed Eva si allontanano dal Signore pur essendo per loro evidente la sua presenza. Stando sempre alla religione cristiana, alcuni angeli “vedevano” Dio, eppure si ribellarono a Lui. Del resto, molte persone sono persuasissime dell’esistenza di Dio, hanno fede in Dio, eppure si allontanano da Dio, scegliendo il male anziché il bene.

Veronica Tussi