Italiani all’estero: la malafede del Partito Democratico elevata a sistema. Si dimettano tutti quelli che dicono di votare “sì” al referendum

di Carmelo Cicala Presidente di INSIEME per gli italiani

Nessuna speranza da parte di un Partito, il PD, che ha preparato un piattino sgradevole. Una sbobba per gatti presentata come riforma costituzionale. In fretta e furia il Partito Democratico ha assemblato semplicisticamente una accozzaglia di provvedimenti discutibili da qualunque punto di vista li si voglia analizzare. Per quanto riguarda gli italiani all’estero poi la dichiarazione, nero su bianco, della strafottenza da parte di questa sinistra verso i connazionali all’estero, ha raggiunto lo schifo. Oramai noi all’estero dobbiamo sapere che questo partito è da abbandonare del tutto. Ha eliminato inopinatamente sei senatori che ci spettano per quella stessa legge anticostituzionale e raffazzonata per i quali la Circoscrizione Estero era stata pensata. Qui non si può usare la Circoscrizione Estero solo quando conviene loro e quando non conviene loro non ne fanno neanche un brevissimo accenno. Nel testo di riforma che andremo a votare non c’è nessun richiamo alla Circoscrizione Estero per i senatori eletti all’estero a Palazzo Madama. Come se non fosse mai esistita. Mentre esiste per la Camera. La spiegazione? Che i senatori, se vincesse il sì, saranno eletti dai Consigli Regionali in Italia e la Circoscrizione Estero, non avendo Consigli regionali, non li potrà eleggere. Bufala e bugia assemblata malissimo! Orbene, questa cosa però non è neanche spiegata nel protocollo. Non l’hanno ritenuto conveniente perché andare a spiegare del perché di una Circoscrizione “ballerina” che vale solo quando conviene e quando invece non conviene la si abolisce sarebbe stata una bella gatta da pelare ed una rogna antipopolare nei riguardi dell’elettorato. Insomma come avrebbero fatto ad abolire i sei senatori per i connazionali residenti all’estero? Non è così! Basta un pizzico di analisi neanche troppo approfondita per capire che fintanto che esiste la Circoscrizione, bella o brutta che sia, i senatori spettano di diritto perché su base elettiva possono essere sempre votati dagli italiani residenti all’estero. Su base elettiva, dice il referendum. Ebbene? Su base elettiva continueranno ad essere eletti. Quale era il problema? I Consigli regionali che all’estero non esistono? Balle, all’estero non servono affatto! Troppo semplicisticamente il Partito Democratico ha liquidato la faccenda e, per il tramite dei suoi deputati, ha avuto il coraggio di andare a trovarli a casa loro per convincerli che questa trave piantata nel loro più delicato orifizio, fosse invece la cosa più buona e giusta che esistesse. E che aver lottato per venti anni per ottenerla e perderla in questo modo non conta perché il PD ha deciso che così è meglio. Ma ce ne rendiamo conto? Chiedere le dimissioni in blocco degli eletti all’estero che predicano di votare il “sì” sarebbe addirittura riduttivo. Essi sono usciti allo scoperto e vanno ripudiati perché traditori di un mandato esplicito che avesse dovuto fare gli interessi degli italiani residenti all’estero. La speranza è solo una ma dirimente, che si prenda coscienza di un Partito Democratico che non solo non è nei fatti un partito, ma che non è affatto democratico. Si prenda coscienza di ciò e li si rispedisca a casa loro soprattutto gli eletti all’estero. Pur vero è che oramai, avendo essi toccato il fondo, anche dimettendosi non recupererebbero nulla né in termini di dignità né di credibilità politica ed allora tanto vale continuare a perorare, contro ogni evidenza, la loro malafede. Ecco perché essi continuano ad avere la faccia di bronzo nel giurare che questa evirazione al senato dei sei senatori è buona per i connazionali. Siamone certi, questi individui hanno anche il coraggio di guardarsi allo specchio. Stupefacente!

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