MARGINALMENTE N. 105 del 5.nov.2016


Toh, il Papa in Svezia fa il leghista…


Ma, insomma, che succede? Papa Francesco, in aereo di ritorno dalla Svezia, fa il “leghista”, o io non sono più…”fascista”? Insomma delle due l’una: o il Papa, sull’immigrazione si è spostato a “destra”; oppure chi vi scrive è sempre stato, inconsapevolmente, di “sinistra”. Chiedo venia per le tante, troppe virgolette, ma capirete che è meglio non prendersi troppo sul serio, specie con le etichette.


Però qualcosa di forte è successo. Il Papa sugli immigrati ha pronunciato tre “ma” importantissimi e ha parlato di prudenza, imprudenza e pericoli. Per chi si fosse perso il testo completo delle dichiarazioni papali, ne ripropongo la parte centrale e più interessante. Eccola.


“Si deve distinguere – ha detto il Santo Padre – tra migrante e rifugiato (e già questa è una grande novità rispetto all’appello ”accogliamo tutti” sin qui rivolto – n.d.r.) . Il migrante – ha proseguito il Pontefice – deve essere trattato con certe regole: migrare è un diritto, ma un diritto molto regolato. Invece un rifugiato viene da una situazione di guerra, di fame, di angoscia terribile. Un rifugiato ha bisogno di più cura, di più lavoro (…) Fare imparare la lingua, integrare nella cultura (…). Credo che in teoria non si possa chiudere il cuore a un rifugiato. Ma c’è anche la prudenza dei governanti che credo debbano essere molto aperti nel riceverli, ma anche fare un calcolo di come poterli sistemare. Perché un rifugiato non lo si deve solo ricevere, ma lo si deve anche integrare (…) Si paga anche una imprudenza nei calcoli, nel ricevere più di quelli che si possono integrare. Qual è il pericolo? Quando un rifugiato o un migrante non è integrato, si ghettizza, entra in un ghetto, e una cultura che non si sviluppa in un rapporto con un’altra cultura entra in conflitto, e questo è pericoloso”. Questo ha detto il Papa.


Superfluo commentare, anche se vale la pena ricordare (per fatto personale) che sino alla settimana scorsa chiunque dicesse le stesse parole di Papa Francesco veniva tacciato di razzista e fascista. Invece oggi possiamo parlare – insieme a Papa Bergoglio – di semplice buon senso.


Caccia al cattolico e mass-media complici


Non c’è bisogno di aspettare i tagliagola islamici dell’Isis per perseguitare i cristiani e i cattolici in particolare. Ci pensano già le anime belle del “diritti per tutti”, compreso il diritto “inalienabile” all’aborto, ovvero all’uccisione dei bambini non ancora nati.


La caccia al cattolico, in particolare al medico cattolico presunto obiettore di coscienza, è stata scatenata senza una minima ragione a proposito della tragedia verificatasi in Sicilia dove una giovane madre è morta in ospedale insieme ai due gemellini portati in grembo. Una tragedia grande che è stata subito trasformata in un circo equestre a seguito di “voci”, raccolte e riferite da parenti sconvolti dal dolore.


Queste “voci” dicevano di una povera madre e due bambini lasciati morire a causa dell’obiezione di coscienza di uno o più medici.


Un giornalismo che non verifica più niente e “spara” presunte notizie facendole rimbalzare da una testata all’altra creando nel giro di poche ore un “caso” assurdo e vergognoso, accompagnato da “commentatori” di professione ma senza titoli e preparazione che saltellano da uno studio televisivo all’altro senza neanche il tempo di leggere un’agenzia, ha fatto il “colpo”: la madre e i due bambini sono stati uccisi da un medico obiettore di coscienza.


Roberto Saviano, che dopo l’irripetuto successo di “Gomorra” si accontenta di ospitate e dichiarazioni, ha tirato un colpo di bazooka: “L’obiezione di coscienza è una piaga per l’Italia”.


Eppure, per un vecchio cronista come chi scrive, la notizia che la Procura indagava ben dodici medici faceva sorgere almeno il sospetto che contro la povera madre e i due gemelli non poteva aver agito una congiura di 12medici12 tutti obiettori, quindi…assassini. La risposta ai dubbi è venuta poche ore dopo quando sia l’inchiesta interna dell’ospedale, sia la Procura e financo gli ispettori del Ministero della Salute hanno tutti escluso che la causa dei decessi potesse farsi risalire alla militanza cattolica – quindi obiezione di coscienza – di uno o più medici.


Ma come si può pretendere di avere una serena informazione quando una persona ossessionata dall’odio verso la Chiesa cattolica come Cecchi Paone sta ore e ore la mattina a Mattino Cinque e ore e ore il pomeriggio a Pomeriggio Cinque a fare l’ “opinionista”; o quando giovanissimi cronisti vengono inviati sul posto dei vari misfatti e vengono sollecitati ossessivamente allo “scoop” da conduttrici ossessionate dai dati di ascolto?


Terremoti: lo Stato si frega la metà


Straordinaria Italia! Lo Stato italiano riesce a fare la cresta anche sui soldi per i terremotati. Secondo l’Ufficio Studi della Cgia, dal terremoto del Belice (1968) ad oggi, lo Stato ha incassato solo grazie alle accise sulla benzina la bellezza di 145 miliardi e ne ha spesi per i terremotati meno della metà: 70 miliardi. Il sisma più “fruttuoso” per il vergognosamente bulimico Stato italiano è stato quello del Friuli (1976) per il quale sono stati incassati 78 miliardi e ne sono stati spesi meno di cinque.


E pensare che i carabinieri arrestano i malviventi che frugano tra le macerie per rubare qualcosa della povera gente morta o sfollata a causa del terremoto. Li chiamiamo “sciacalli” e ci indigniamo. E lo Stato come dovremmo chiamarlo?


Il furto e la morale del renziano


Il fatto non è edificante, ma la reazione è peggiore. E’ accaduto alla Rai, sì quella tivvù di Stato che incassa cento euro di canone da ogni famiglia, più il danaro copioso della pubblicità, più un ripianamento dei bilanci da parte dello Stato (sempre con le nostre tasse). E’ accaduto che la Rai, gonfia di 1500 giornalisti e non si sa quanti tecnici, in occasione dei servizi sul terremoto abbia rubato delle immagine da Sky e le abbia mandate in onda. Un furto. Una volta accertato il misfatto, il direttore di Rai News , Antonio Di Bella, si è prontamente scusato. Ma non allo stesso modo l’ha pensata Guelfo Guelfi, già al fianco di Adriano Sofri ai tempi ingloriosi di Lotta Continua , oggi felicemente accanto a Renzi che l’ha nominato consigliere d’amministrazione della Rai.


“L’incidente – ha osato dichiarare l’ex “lottatore” – è accaduto in uno scenario apocalittico dove la Rai è impegnata con molte unità. Unità ancora pionieristiche e non perfettamente attrezzate”. Quindi, secondo il consigliere d’amministrazione, poiché quella specie di esercito napoleonico che è la Rai con 1500 giornalisti sta ancora a livello pionieristico, è giusto che rubi i filmati alla piccola pattuglia di Sky che agisce nello stesso “scenario apocalittico” . Che volete: il renzismo sta insegnando al mondo che a sparare cazzate non tutti sono bravi, ma chi ce la fa può giustificare l’impensabile.

Antonio Biella

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