L’on. Gianni Farina PD eletto in Europa, ignorava la dismissione della Casa d’Italia di Lucerna

Che i parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero non servissero a nulla, è oramai un dato appurato. Essi non trovano giustificazione, tutt’al più, se non nell’occuparsi dei lavori della politica italiana. Ma se così stanno le cose perché inventarsi una Circoscrizione Estero anticostituzionale, con sistema di votazione che si presta alle truffe per cercarsi dei parlamentari? Se proprio dobbiamo eleggere parlamentari ce li troviamo in Italia allora. Insomma, questi18 eletti all’estero non sono a conoscenza neanche di quanto avviene nel loro collegio elettorale eppure percepiscono indennità e rimborsi con i controfiocchi. Sentite questa. Il Ministero dell’Economia, per risanare le finanze pubbliche, ha chiesto al Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale di porre in essere un piano di dismissioni di beni demaniali all’estero nel quale figura, come da DM n. 5513/525 del 29 marzo 2016, anche la Casa d’Italia di Lucerna. Lucerna è una città del centro-nord della Svizzera nella zona di lingua tedesca la più popolosa della Svizzera centrale con una nutrita presenza di emigrati italiani che considera La Casa D'Italia centro della propria vita culturale e associativa, luogo d’incontro e fulcro di rilevanti attività sociali. Insomma, il Governo italiano sta per vendere l’immobile privando di fatto l’intera comunità di questo luogo al quale sono molto attaccati e l’on Gianni Farina non ne sapeva nulla. Per bocca dello stesso on. Farina in un post sul social facebook, lo leggemmo dichiarare che “vendono i nostri beni all’estero e non ci dicono niente” come se egli non c’entrasse nulla nella politica territoriale in danno dei suoi stessi elettori senza contare che il suo partito è al governo del paese. Questo atteggiamento la dice lunga sulla utilità degli eletti all’estero. La dice lunga sul fatto che restino inaffidabili e non servano neanche a preservare l’acquisito, assolutamente inidonei a prevenire alcunché. La loro impotenza, il loro menefreghismo per certi versi sfrontato, denuncia una realtà ineluttabile. Poveri connazionali all’estero. Ma poveri fino ad un certo punto perché chi è causa del suo male pianga sé stesso.

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