I Parlamentari eletti all’estero sarebbero idonei di relazionare alla sagra della porchetta di Ariccia? A “Gli Stati Generali della lingua italiana nel mondo” nessuno di questi c’era

Il 21 e 22 ottobre scorso a Palazzo Vecchio Firenze si è avuto un consesso molto importante: “Gli stati generali della lingua italiana nel mondo”. In considerazione del fatto che nel titolo sono presenti termini che hanno per forza di cose attinenze con gli italiani nel mondo, sarebbe stato logico che i Parlamentari eletti nella Circoscrizione Esteri avessero avuto un ruolo fondamentale nel relazionare in merito. Invece nessuno di questi non solo non si è visto, nessuno l’ha chiamato o intervistato, ma probabilmente non c’era proprio. E se c’era o dormiva oppure era stato relegato in qualche strapuntino dentro il locale pulizie. In caso contrario saremmo stati subissati di comunicati stampa per far vedere ai connazionali di essere importanti. La loro inutilità fenomenale è apparsa in tutta la sua evidenza confermando l’inservibile esistenza di parlamentari che non sono riusciti neanche a conquistarsi uno straccio di reputazione politica territoriale. Noi ne conosciamo di altre e più succulente inutilità di cui daremo conto nei prossimi editoriali. In quale evento, se non in uno come questo con tutte le enormi ed importantissime implicazioni politiche e sociali che comprendeva sarebbe stata giustificata finalmente una presenza utile dei parlamentari eletti all’estero? Alla mortadella nel mondo? Oppure sul come cucinare le penne al ragù? Come se poi fosse facile cucinare il ragù e non carne con la pummarola (v. Eduardo). Ma questi qui, questi 18, che fanno veramente? Non accusano e non contano nulla neanche fosse solo a chiacchiere. Sono ignorati del tutto e completamente perché non dimostrano il nerbo del politico, perché non hanno mai codificato nulla di costruttivo se non essere diventati padroni delle retoriche spicciole: due pensioni sono meglio di una sola; meglio mangiare tre volte al giorno piuttosto che non mangiare mai ecc. La considerazione che i Palazzi e le istituzioni hanno di loro è la più bassa possibile. Su questo non c’è alcun dubbio. Se essi non vengono presi in considerazione mai neanche quando si discute di cose e fatti rilevanti all’estero né tantomeno di cose italiane in patria, allora dovrebbero solo vergognarsi di esistere seduti come sono in costosissimi scranni dei quali qualcun altro potrebbe fare, invece, buon pro. I Parlamentari eletti all’estero sono una cambiale esosa, sono superflui e, francamente, vengono a giusta ragione ignorati perché privi di qualsiasi personalità. Qui a Roma, giuro, non esistono proprio. Se sono presenti vengono ignorati, se sono assenti nessuno se ne accorge. Non sono considerati idonei neanche di relazionare alla sagra della porchetta di Ariccia, ammesso che parlare della porchetta di Ariccia fosse facile.

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