Il disumano regime dei mullah, con un crimine scioccante, l'11 Settembre ha impiccato collettivamente 17 detenuti nel carcere di Vakilabad a Mashhad. Altri 400 prigionieri si trovano nel braccio della morte del carcere.
Dal 13 al 24 Settembre, sono stati impiccati 19 prigionieri nelle carceri di Shiraz, Gorgan, Tabas, Tabriz, Bandar Abbas, Rasht, Taybad, Orumiyeh e Neyriz.
Nel frattempo 13 prigionieri in isolamento nel carcere di Gohardasht a Karaj e il quello di Khorin a Varamin, e sette prigionieri tra i 25 e i 30 anni nel carcere centrale di Minab, si trovano nel braccio della morte. A questi si aggiungono le migliaia di prigionieri nel braccio della morte delle carceri di tutto il paese, soprattutto in quello di Ghezel Hessar.
Queste esecuzioni, avvenute simultaneamente alla partecipazione all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del cosiddetto “moderato” Rouhani, dimostrano quanto vacue e ingannevoli siano le pretese di moderazione del regime teocratico del Velayat-e-Faqih.
Le varie fazioni interne a questa tirannia religiosa che governa l'Iran, non hanno alcuna disputa fra loro per quanto riguarda la repressione del popolo iraniano.
Incapace di affrontare la crisi in patria e all'estero, soprattutto mentre la rivelazione di nuovi aspetti del massacro dei 30.000 prigionieri politici del 1988, ha accresciuto la rabbia della gente nei confronti del regime al potere, il regime teocratico non ha trovato nessun altra soluzione se non quella di inasprire la repressione, aumentando in particolare l'uso della pena capitale. Abdolreza Rahmani Fazli, Ministro degli Interni di Rouhani, alludendo al rapporto di 20.000 pagine sulla diffusione delle patologie sociali, ha ammesso che “la minaccia principale sta negli affari interni” (agenzia di stampa ufficiale ISNA – 26 Settembre).
La Resistenza Iraniana chiede al popolo iraniano, ed in particolare ai giovani coraggiosi, di protestare contro le misure repressive del regime e chiede solidarietà per le famiglie dei giustiziati. Chiede inoltre che il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, il Consiglio per i Diritti Umani, l'Alto Commissario dell'ONU per i Diritti Umani e tutte le organizzazioni per i diritti umani, intervengano immediatamente per combattere il trend in crescita delle esecuzioni in Iran. Il regime del Velayat-e-Faqih è una vergogna per l'umanità contemporanea, deve essere espulso dalla comunità mondiale, i suoi leaders devono essere portati di fronte ai tribunali internazionali per crimini contro l'umanità e qualunque relazione con esso deve essere condizionata alla fine delle esecuzioni.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
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