Il Comune di Roma oggi se ne infischia anche delle lettere sui giornali

Armando è disperato. Armando abita nelle case di edilizia popolare di via A. Mammucari, a Roma, e fa tante cose che spetterebbe fare al Comune di Roma, ma che il Comune di Roma da un bel pezzo non si preoccupa più di fare. Armando si occupa della pulizia dei cortili, taglia l’erba nelle aiuole, pota gli alberi più bassi, quelli dove può arrivare, annaffia le piante… L’ho incontrato questa mattina, Armando, e mi ha detto: “Gli inquilini si rivolgono a me, chiedono a me, e io non so più a chi rivolgermi. I tombini nei locali delle cantine sono stracolmi di liquami, c’è una puzza irresistibile, zanzare a iosa e scarafaggi e topi, i cortili sono pieni di macchine abbandonate, i lampioni senza luce, e il Comune, il nostro padrone di casa, quello che riscuote ogni mese l’affitto, fa orecchi da mercante. Professò, lei che sa scrivere, provi lei a scrivere al giornale”. Non sa, Armando, che una volta i signori del Comune erano sensibili alle lettere pubblicate sui giornali, oggi se ne infischiano anche di quelle, e gli inquilini, tra zanzare e scarafaggi e topi, possono crepare in pace e così sia. Altre cure su nel cielo ha le vergine Maria, diceva in una poesia il Carducci, altre cure qui in terra ha il Comune di Roma, che vergine non è.

Attilio Doni

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