IL PUNTO n. 561 del 4 dicembre 2015 di Marco Zacchera ( marco.zacchera@libero.it)

SOMMARIO: LA MOSCHERUOLA – NATALE E ISLAM – CORTE COSTITUZIONALE – TRUFFA“POPOLARI” – DUBBI SU OSPEDALE VCO

UN REGALO A NATALE: LA MOSCHERUOLA – 3a EDIZIONE

Esaurite le precedenti è disponibile ora la terza edizione del mio libro “LA MOSCHERUOLA – 60 ANNI DI VITA ITALIANA”. Un testo per ricordare a quelli della mia generazione come si viveva in Italia quando eravamo ragazzi e – per i ragazzi di oggi – una retrospettiva su tanti aspetti di questi 60 ani di vita italiana.

Un’idea originale per un regalo di Natale ricordando che il ricavato va in beneficenza al FONDO VERBANIA CENTER.

Invito i lettori de IL PUNTO a richiedermi il volume che – stando ai commenti che ho ricevuto e alle vendite – sembra essere piaciuto, ricordando di indicare con la richiesta anche il vostro indirizzo postale per la spedizione, che per i lettori de IL PUNTO è gratuita (costo del volume 12 euro, 10 euro da 2 copie in su).

Per acquistare il volume presso la vostra libreria il codice ISBN è 978-88-7245-298-1

Per richiedere LA MOSCHERUOLA scrivete a marco.zacchera@libero.it

NATALE, INTEGRAZIONI, RADICI E CIVILTA’

Si pone il problema della integrazione con gli immigrati musulmani in Europa e soprattutto nel nostro paese a contatto con una società più o meno legata alla tradizione cristiana e si polemizza tra chi chiede tolleranza e chi invece la difesa ad oltranza delle proprie radici.

Il rischio è che tutto sia coperto da troppi preconcetti e demagogia.

Affermare di difendere le proprie radici a parole ma poi non comportarsi in linea con esse è illogico ed assurdo, eppure è la realtà di ogni giorno.

Guardate le polemiche sull’infelice scelta di quel direttore scolastico di Rozzano che aveva deciso di non far festeggiare il Natale per non porre problemi ai bambini musulmani e “discriminarli” ed alle polemiche seguite – con inevitabili interferenze politiche – che però non sfiorano minimamente il problema di come venga vissuto oggi il Natale in un paese “cristiano”.

Se Il senso del Natale è una scelta religiosa e da difendere, allora dovrebbe essere momento di rinnovamento, rinascita interiore, conversione, volontà sincera di amicizia e di pace.

Lo è l’orda di pubblicità per sublimare gli acquisti tra panettoni e regali? E’ “questo” il Natale che si vuole tutelare?

Rendiamoci conto della nostra incongruenza e di quanto sia ipocrita stracciarci le vesti per quella discutibile decisione se la nostra cosiddetta “civiltà ha intanto abortito su tutti i principi religiosi, morali, etici e di comportamento.

Come mai ci si scandalizza allora solo se un preside demagogo prende una scelta assurda anziché metterci tutti un poco in discussione, soprattutto per i nostri criteri di vita?

All’altro estremo c’è chi si dice tollerante e impunemente cede su tutto: per farsi “integrare” rinuncia a qualsiasi principio che caratterizza la nostra società da generazioni, a cominciare da quelli religiosi, con il risultato di svuotarla dal di dentro.

Credo che il rischio del relativismo, come fu giustamente sottolineato da papa Ratzinger, dovrebbe essere ben maggiormente meditato: le religioni, le civiltà, le tradizioni non sono tutte uguali e un popolo che le sente dentro di sé – ma poi non le vive e solo teoricamente le ricorda – è destinato ad essere schiantato perché al suo interno non ha più linfa portante.

Sarò orgoglioso di essere cristiano se mi sforzerò di comportarmi in senso evangelico, non per una vernice “cristiana” dipinta sulla mia società.

Ecco perché dovrò rispettare il “diverso” e lasciarlo libero di professare la sua fede, ma perché devo rinunciare alla mia? E perché il governo del mio paese deve rinunciare a chiedere e pretendere reciprocità verso i paesi con cui è in contatto, anche in campo di diritti umani e libertà religiosa?

Ricordo le polemiche quando – da sindaco – insistevo perché il menu delle mense scolastiche continuasse a proporre anche i salumi e non li eliminasse per la presenza di studenti musulmani.

Per me era giusto che quei ragazzi potessero scegliere sempre anche piatti non contrari alla loro religione (poi il prosciutto lo mangiavano anche i bambini musulmani, anzi, la gran parte dei loro genitori proprio non si poneva il problema), ma dovevo anche difendere una nostra abitudine alimentare. Eppure troppe volte per superficialità o menefreghismo questo non lo si pretende più.

Se vado in un paese DEVO rispettarne le leggi, non posso chiamarmene fuori solo perché io non le condivido: nessuno mi obbliga ad andarci, ma se vengo poi mi adeguo e questa è la regola.

Riscopriamo quindi soprattutto il senso vero della nostra Fede e del Natale e difendiamolo, rispettiamo opinioni e religioni diverse, ma senza lasciarci soggiogare da esse.

Credo che la vittoria del cristiani sull’Islam non sarà per le bombe, le crociate o la violenza ma proprio in virtù del principio cristiano di civiltà che sta anche nel sapersi adeguare al correre del tempo (senza arroccarsi su formule bloccate a secoli fa, come l’Islam) ma soprattutto perché il cristianesimo è anche saper perdonare, costruire un dialogo e a volte saper proporre l’altra guancia.

Anche Gesù ha “perso” finendo crocefisso davanti ai grandi del suo tempo, ma 2000 anni dopo è lui quello ricordato e invocato, non i suoi assassini.

Credo che anche la grande massa del mondo musulmano voglia la tolleranza ed ecco quindi l’importanza di conoscersi e parlare, di non essere reciprocamente integralisti, ma questo avverrà quando un numero maggiore di cristiani che oggi lo sono “per inerzia” avranno finalmente riscoperto più forza e convinzioni interiori in un mondo in cui troppe volte tutto si riduce a business, consumismo e superficialità sia per le questioni di fede come per lo stile di vita. Una civiltà senz’anima, invece, fatalmente non solo verrà invasa e distrutta, ma prima si distruggerà da sé.

CORTE COSTITUZIONALE: INAUDITO

Continua l’empasse parlamentare per la nomina dei 3 giudici della Corte Costituzionale ma pochi hanno capito che è una scelta fondamentale per l’Italia di domani. Non è un mistero che il premier Renzi stia “pilotando” le nomine dei nuovi giudici per avere una maggioranza che non gli blocchi l’Italicum”, come la stessa Corte ha già preannunciato visto che bocciò il “Porcellum” legge molto meno incostituzionale di questa balorda nuova normativa elettorale. Perfino LA STAMPA, giornale che quotidianamente è la Gazzetta Ufficiale del governo, scrive che “L’esito del voto sarebbe incerto se fossero eletti giudici del tutto privi di uno stretto cordone ombelicale con il governo…”.

Ma il presidente Mattarella – dimostrando per una volta di non essere solo un burattino nelle mani di chi lo ha eletto – non avrebbe il dovere politico, civile e morale di denunciare con forza questo pericolo? Proprio la NON esistenza di un cordone ombelicale tra giudici e governo – qualsiasi sia la maggioranza politica – è garanzia per TUTTI i cittadini di reciproci diritti e doveri.

Assurdo eleggere giudici che abbiano già dei preconcetti politici in un sistema dove il premier già nomina i candidati che poi vengono eletti per avere la maggioranza in un parlamento a camera unica, così come i dirigenti degli Enti, della Rai e della Magistratura (CSM), fa eleggere il Presidente della Repubblica ed ora perfino controllerebbe la Corte Costituzionale. Non so quanti italiani distratti si rendano conto di come finisca concretamente una democrazia.

Mussolini nel 1924 aveva molti meno poteri del premier Renzi oggi: vogliamo capirlo e mettercelo in testa?

IL CASO “POPOLARI” E LA DISTRUZIONE DEL RISPARMIO

Una scelta fortemente voluta da questo governo è stata la trasformazione in s.p.a. delle più importanti Banche Popolari italiane che – “a freddo” – devono ora velocemente uniformarsi a questa nuova normativa.

Il risultato è stato un disastro per gli azionisti, come quelli di VENETO BANCA che hanno visto crollare il valore delle azioni per poter essere quotate in borsa da 40 euro a 7 in poco tempo, perdendo oltre l’85% del loro investimento, azioni la cui vendita era stata da tempo bloccata.

Addio al risparmio di migliaia di famiglie che nei titoli delle “popolari” avevano investito, spesso da generazioni, proprio per il carattere locale e prudente di questi Istituti.

La Costituzione italiana dice di voler difendere il risparmio ed è assurdo che il governo non abbia imposto regole precise per tutelare i piccoli azionisti (per esempio mantenendo azioni privilegiate non convertibili) mentre un tale crollo farà la felicità degli speculatori che acquisteranno a basso prezzo titoli oggi deprezzati ma che pur hanno un patrimonio e una loro potenzialità.

Ancora una volta è l’Europa dei banchieri che detta le leggi e vince, l’Italia subisce, il governo tace, pochissimi politici hanno capito questo problema, il menefreghismo è totale. Ancora una volta e stato ucciso il buonsenso.

OSPEDALE UNICO DEL VCO: ARRIVANO I PRIMI DUBBI

Difendo da sempre la scelta dell’ospedale unico nel VCO ma è mio dovere esporre delle fondate perplessità per il luogo dove si pensa ora di realizzarlo.

Va bene Ornavasso come scelta baricentrica, ma ho letto preoccupate e documentate obiezioni geologiche per andare a costruirlo alle falde della montagna quasi sopra il paese, area mal raggiungibile ed obiettivamente decentrata.

Se queste obiezioni fossero fondate – pur se sollevate a sinistra (ma non mi interessa l’ etichetta politica quanto il bene del nostro territorio) – si rischierebbe di spendere fino al 25% di più che non realizzando l’ospedale nella piana sottostante.

Se qualche altra zona vicino a Ornavasso è più valida va valutata bene, non facciamoci bloccare in modo preconcetto da alcuni vincoli burocratico-ambientali (tipo le zone ZPS) inventate per difendere le migrazioni degli uccelli (!!) ma che si stanno dimostrando problematiche per le loro conseguenze.

Questo vale non solo per la localizzazione dell’ospedale, ma anche perché le ZPS stanno compromettendo le possibilità economiche di tutto il nostro territorio con norme a volte inutili e assurde.

SE IL VCO HA OGGI IL 38% DI AREE VINCOLATE (ma in realtà una percentuale molto più alta vista la configurazione montana del resto) ci siamo imposti delle criticità esasperate.

In tutte le cose ci vuole buon senso, anche nella scelta di un sito ospedaliero e vista la delicatezza di questo tema ci vuole subito un approfondimento serio sia dal punto di vista geologico che pratico, logistico ed economico. Evitiamo che poi tutto si fermi per strada!

(A meno che qualcuno in regione non speri che avvenga proprio così, magari appena passate le prossime elezioni di Domodossola)

Un saluto a tutti

Marco Zacchera

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