I primi 3 battitori del line up coreano sono i grandi protagonisti della vittoria. Jeong Keunwoo, Lee Yong Kyu e Kim Hyun Soo (alla fine votato miglior giocatore, MVP, del torneo) hanno battuto 8 delle 13 valide della Corea. Quella più pesante, un fuoricampo da 3 punti che ha dato al quarto la svolta alla partita, l'ha ottenuta il prima base Park Byung Ho, non a caso il giocatore più temuto dal manager del Team USA Willie Randolph.
“Non siamo riusciti a eseguire il lancio che avevamo scelto per lui” ha spiegato Randolph “E l'abbiamo pagata cara. Se può giocare in Major League? Mi risulta che siano già avviati dei contatti con Minnesota…”.
I Twins, per la cronaca, hanno raggiunto un accordo da quasi 13 milioni di dollari con i Nexen Heroes (il club coreano di Park) e ora lo devono raggiungere con il giocatore.
Gli Stati Uniti non sono esistiti in attacco, messi costantemente fuori tempo dai cambi di ritmo dei 5 lanciatori impiegati dalla Corea. Alla fine, si conteranno 12 strike out subiti dagli americani.
“Avevamo ovviamente una strategia che portasse i nostri lanciatori a non sfidare con la palla veloce i battitori più pericolosi” spiega il manager della Corea In Sik Kim “Ma vorrei che sottolineaste che, comunque, io posso usare tutte le strategie che voglio. Ma devono essere bravi i giocatori a eseguire. Il merito è loro”.
Solo in difesa il Team USA ha brillato, in particolare con l'interbase Soto e l'esterno sinistro Mc Bride. Ovviamente, non è bastato.
Gli Stati Uniti hanno comunque un'attenuante non da poco. Prima della finale hanno perso il terzo del line up Brett Eibner (Kansas City Royals) e 2 elementi fondamentali del bull pen: J.B. Wendelken (Chicago White Sox) e Jake Barrett (Arizona Diamondbacks). I loro club li hanno inseriti nel roster dei 40 (il termine per le modifiche scadeva alle 10 di sabato 21, ora del Giappone), rendendoli quindi non eleggibili per giocare l'ultima partita.
Riccardo Schiroli
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