“E’ tutto passato” (Teatro Arvalia, 29 ottobre 2015)

Quest’atto unico, scritto con garbo ed equilibrio da Fabio Salvati e diretto da Daniela Coppola, apre una finestra su un mondo “sospeso”, quasi irreale, di cui raramente si parla: la quotidianità dei malati in coma che aspettano di risvegliarsi. Qual è l’atteggiamento di chi, lavorando in questi reparti, si trova a convivere con queste difficili realtà, e cosa provano i parenti e gli amici dei degenti, costretti comunque ad una flebile speranza?

Fiorella (Rita Pasqualoni), impiegata di mezz’età con i figli ormai lontani ed un marito taciturno e distratto, incontra per caso la sorella di Ruggero, ex-compagno del liceo e sua vecchia fiamma, che non vede da 30 anni. Ruggero, ora Vigile del Fuoco, giace in coma in un letto d’ospedale per un incidente, e Fiorella si fa convincere a tentare un’improbabile “terapia del risveglio”. Le lunghe ore trascorse al capezzale di Ruggero senz’altra compagnia che quella di Alessandro (Alessandro Bevilacqua), infermiere amareggiato e deluso dal comportamento frettoloso di chi viene in visita, costringono Fiorella ad un viaggio all’interno di sé stessa, ad un bilancio della propria vita finalmente senza reticenze ed ipocrisie. L’arrivo di Layla, che con Ruggero ha avuto un fuggevole rapporto culminato nella nascita di Matteo, completerà un percorso emotivo che forse porterà Ruggero alla guarigione, ma che sicuramente cambierà Fiorella.

Il testo, con parecchi spunti divertenti nonostante la drammaticità del tema, è interpretato con intensità e consapevolezza dai tre protagonisti che, al netto di qualche incertezza “da prima”, costruiscono un meccanismo ad orologeria che analizza la reazione di una persona comune di fronte all’abisso della sofferenza e che continua a funzionare, stimolando la riflessione, anche dopo la chiusura del sipario.

Maurizio Zucchetti

(dalla pagina Facebook “Imbucato teatrale”)

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